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La confusione contro l'austerità. Le elezioni italiane a giudizio del Partito del Lavoro del Belgio (PTB)

(14 Marzo 2013)

Il sito del Partito del Lavoro del Belgio (PTB) ha così commentato il risultato elettorale in Italia

ptbconfaust

14 Marzo 2013 13:27

di Marc Botenga, da www.ptb.be



Le elezioni italiane si cono concluse con un nulla di fatto tra la coalizione di centro-sinistra di Pier Luigi Bersani e quella di centro-destra di Silvio Berlusconi. Il comico Beppe Grillo li tallona.

Tra il leader del Partito Democratico (PD), Pier Luigi Bersani, e quello del Popolo della libertà (PDL), Silvio Berlusconi, è un testa a testa. Al Senato, la differenza è appena dell'1% a favore di Bersani, mentre alla Camera le due coalizioni hanno ottenuto ciascuna il 29%. Mario Monti, Primo ministro uscente e beniamino della Commissione europea, ha raccolto appena il 10% dei voti. La grande sorpresa delle elezioni è stata il successo del comico Beppe Grillo e del suo movimento eterogeneo delle “5 stelle”. Egli ha riportato più di un quarto dei voti. Per i comunisti, il verdetto delle urne è senza appello. Sostenuta da loro, la lista “Rivoluzione civile” diretta dal magistrato anti-mafia Ingroia arriva al 2%.


Il messaggio degli elettori

Numerosi commentatori si domandano come è possibile che quasi un terzo degli italiani votino ancora per Berlusconi, nonostante tutti gli scandali di corruzione che lo hanno coinvolto. Per l'economista americano Paul Krugman, la risposta si trova nella vera posta in gioco delle elezioni: per o contro le politiche di austerità dell'Unione Europea (1). Krugman sottolinea che “Monti è stato, di fatto, il proconsole collocato dalla Germania per attuare l'austerità fiscale su un'economia già in sofferenza”. Meno del 10% degli italiani ha così votato per il programma di austerità che favorisce apertamente le politiche antisociali europee.

Tuttavia, Bersani non ha convinto gli italiani in cerca di un'alternativa. Bersani si è presentato come un candidato “pragmatico”. Da un lato, ha cercato di attirare una parte dell'elettorato di sinistra alleandosi con ex comunisti come Vendola. Dall'altro, si è mostrato disponibile a costruire un'alleanza con Monti allo scopo di approfondire le “riforme strutturali” tanto care all'Europa. Come ministro nel governo di Romano Prodi, l'ex presidente della Commissione europea e due volte Primo ministro italiano, Bersani aveva difeso la privatizzazione completa delle imprese pubbliche dell'elettricità Enel e Eni.

Berlusconi, quattro volte Primo ministro dal 1994, non ha mai cercato di attuare una politica a favore del mondo del lavoro. Oltre alle leggi su misure destinate a proteggerlo da processi per diversi delitti, lo si ricorda in particolare per la riforma dell'educazione “Moratti” che ha preparato la privatizzazione dell'insegnamento e per il suo attacco all'articolo 18 dello “Statuto dei Lavoratori” che protegge i lavoratori italiani dai licenziamenti abusivi. Monti non ha fatto altro che continuare in maniera più professionale le riforme antisociali di Berlusconi. Paradosso: per ritornare al potere, Berlusconi ha ora cercato di capitalizzare il sentimento anti-europeo. Criticando la cancelliera tedesca Merkel e l'euro, che molti italiani considerano responsabili del loro impoverimento.

L'assenza comunista

Ma è chiaramente il comico Grillo quello che ha approfittato maggiormente del sentimento di esasperazione presente nella popolazione italiana. Il suo movimento è molto eterogeneo. Ha anche ricevuto il sostegno del premio Nobel Dario Fo, ma alcune sezioni locali comprendono personaggi di tendenza fascistizzante, mentre altre sono favorevoli a un'alleanza con certe forze di sinistra. Il solo elemento unificante del movimento è un “siamo stanchi” generalizzato di fronte alle classi politiche italiane.

Il successo di una lista come quella di Grillo, che non offre alcuna prospettiva reale di uscita dalla crisi, è stato senza dubbio favorito dall'assenza di una lista che offrisse un'alternativa chiara alle politiche liberali dominanti. Esclusi dal parlamento italiano dal 2008, i partiti comunisti Rifondazione e PdCI speravano di ritornarvi unendosi, tra gli altri, con il partito centrista liberale di Antonio Di Pietro e con i Verdi in seno alla lista “Rivoluzione civile”. Rifondazione e il PdCI speravano che questa lista potesse contribuire alla ricostruzione di un movimento sociale efficace. La sfida era grande. Nel 2008, una lista unitaria dei partiti comunisti con i verdi e i socialdemocratici riuniti sotto il nome “Sinistra arcobaleno” aveva raccolto appena il 3% dei voti. E solamente il 9-10% degli italiani si è detto apertamente disposto a votare per una lista comunista (2).

“Rivoluzione civile” non era una lista a carattere chiaramente comunista. Il suo programma si presentava radicalmente democratico, favorevole al ritorno ai valori della Costituzione italiana. Ingroia, il suo leader, ha insistito in particolare sulla questione della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Il progresso sociale si affermerebbe in primo luogo con il rispetto rigoroso delle leggi. E' questo programma che offre una griglia di analisi della situazione attuale e delle soluzioni alla crisi in Italia e in Europa? “Rivoluzione civile” risponde veramente alle inquietudini dei lavoratori italiani offrendo una politica alternativa che metta le persone, e non il profitto, al centro delle politiche sociali ed economiche? Il risultato elettorale suggerisce una risposta negativa a tali domande. Già prima delle elezioni, Giorgio Cremaschi, dirigente del sindacato metallurgico FIOM, aveva fatto notare che l'approccio legalista proposto da Ingroia non era in sé stesso incompatibile con le politiche europee di austerità.

Questa nuova sconfitta dei comunisti italiani permetterà senza dubbio l'approfondimento di un dibattito che non si è mai arrestato. Prima delle elezioni, Domenico Moro, del PdCI, aveva insistito sulla necessità per i comunisti di ricostruire un ancoraggio sociale. Il sito della rivista Marx21 nota che occorrerà fare di tutto per non disperdere tutte le forze disposte a ricostruire un partito comunista capace di condurre la lotta contro le politiche antisociali di Bersani e Berlusconi. E' in questa volontà di trasformare una sconfitta elettorale in una risorsa che è riposta oggi la speranza di numerosi lavoratori italiani.

(1) http://www.rtbf.be/info/chroniques/detail_l-austerite-a-l-italienne?id=7935406

(2) http://solidarite-internationale-pcf.over-blog.net/article-elections-en-italie-la-degenerescence-de-la-vie-politique-continue-les-communistes-au-plus-bas-de-115689948.html

Traduzione di Marx21.it

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