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Vecchie illusioni

Considerazioni sul programma del Movimento 5 Stelle

(15 Marzo 2013)

Il Movimento 5 Stelle ha un aspetto esteriore rivoluzionario. Respingendo ogni dietrologia, dalla semplice lettura del programma possiamo svelare il suo carattere borghese. Ritroviamo una serie di vecchie illusioni o banalità presentate come nuovissime scoperte rivoluzionarie. Qui ci limitiamo ad esaminare pochi punti.

“L’organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito. La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.”
Ciò non avviene per caso. Ad ogni stadio di sviluppo della produzione corrisponde una particolare società civile e le condizioni politiche sono l'espressione ufficiale della società civile. In altre parole, la progressiva degenerazione dello stato e la trasformazione della democrazia in una finzione completa riflettono, anche se non in modo meccanico, la crisi storica della società borghese. Un capitalismo vecchio, in cui la discesa del saggio di profitto spinge gli imprenditori a trovare altre vie, dall'esportazione dei capitali all'avventura finanziaria, è la serra ideale per la corruzione, per il proliferare delle sinecure e del parassitismo. Spiegare la disastrosa condizione dello stato con l'azione dei partiti e della cosiddetta casta vuol dire fermarsi alle apparenze.
Solo una società nuova può dare uno stato nuovo, efficiente, “a buon mercato”, sano. Una rivoluzione è dunque necessaria.
Un sistema economico-sociale sviluppa fino ai limiti possibili le forze produttive, poi entra in crisi, e allora tutte le conquiste ottenute rischiano di andare perdute, se non sopravviene una rivoluzione. All'ombra delle gilde e delle corporazioni, scrive Marx ad Annenkov, “si accumulava il capitale, si sviluppava il commercio transoceanico, si fondavano colonie. Ma i frutti di tutto ciò sarebbero stati in pericolo se gli uomini avessero tentato di conservare le stesse forme all'ombra delle quali questi frutti erano maturati. Di qui scoppiarono due tempeste: le rivoluzioni del 1640 e del 1688.”
Inutili i tentativi di ottenere risultati riformando ciò che è irriformabile:”...nel XVIII secolo alcune menti mediocri si davano da fare per trovare la vera formula che avrebbe portato l'equilibrio tra gli ordini sociali: re, nobiltà, parlamento, ecc. e un bel mattino si svegliarono per trovare che in realtà non esistevano più né re, né nobiltà, né parlamento. Il vero equilibrio in questo antagonismo fu il rovesciamento di tutti i rapporti sociali che servivano come base per queste esistenze feudali e i loro antagonismi”.(1)
Anche quando ci fu la restaurazione, non fu possibile, neppure ai più gretti reazionari, riportare in vita le vecchie condizioni.
Da tempo anche il sistema capitalistico ha esaurito ogni funzione progressiva, e diventa un peso crescente, non solo per i lavoratori salariati, i disoccupati, i diseredati, ma anche per il ceto medio, un tempo tanto coccolato, e persino per i piccoli e medi industriali, che sempre più frequentemente sono espulsi dal mercato. Si pensi, inoltre, al crescente peso fiscale. La società capitalistica ha esaurito il suo compito storico, almeno in occidente. La sua sopravvivenza porta solo a crescente sfruttamento, guerre, distruzione dell'ambiente, fame e miseria, mentre si riduce il numero dei pochi straricchi, gli unici ad averne vantaggi.
Ma il M5S non pensa di farla finita con la società capitalistica, non si propone di gettare questo stato tra le anticaglie; vuole riformarlo, e vuole rimettere sul piedistallo la costituzione borghese. Questo basta per classificarlo tra i movimenti conservatori.

“Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico”.
All'insegnamento della costituzione viene attribuita una funzione taumaturgica. La sua conoscenza avrebbe un effetto risanatore. Deputati e senatori, di destra e di “sinistra”, che votarono il finanziamento delle spedizioni militari, forse non conoscevano l'art 11 della costituzione? E Cossiga, che tanto spinse per far bombardare la Jugoslavia, o re Giorgio, che costrinse il nicchiante Berlusconi a far guerra alla Libia, forse avevano lacune nella loro formazione giuridica? Con un analogo criterio, insegnando il codice penale ai gangster, chissà che non si riesca a farne dei perfetti cittadini (o dei perfetti parlamentari)!

“Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum”.
In genere si considera il referendum lo strumento principe della democrazia diretta. Eppure in Svizzera, il paese dove questo istituto va per la maggiore, le donne hanno avuto il voto con enorme ritardo. Sempre in Svizzera, un referendum xenofobo ha visto una grande affermazione dell’estrema destra. Il 53% dei cittadini elvetici è risultato favorevole all'espulsione automatica degli stranieri che commettono reati gravi o truffano le mutue. Vengono messi sullo stesso piano il peggior criminale e la donna delle pulizie immigrata che non ha dichiarato alcune ore del suo lavoro e non ha pagato i contributi. E' possibile espellere esponenti della seconda generazione di immigrati, nati in Svizzera e che in molti casi non parlano neppure la lingua del paese d'origine dei genitori. Non è escluso l'invio verso paesi che praticano tortura e pena di morte.(2)
Se in Italia si introducessero i referendum propositivi senza quorum, cosa impedirebbe alla Lega di proporre norme xenofobe sull'esempio svizzero e di farle approvare approfittando del disinteresse e della disinformazione dei più?
Abbiamo già esempi di risultati assai negativi, col solo referendum abrogativo: quello del 1985, riguardante i tagli alla scala mobile. A decidere una questione riguardante essenzialmente i lavoratori furono chiamati celerini e suore, droghieri e proprietari terrieri, industriali e carabinieri. Fu il trionfo di Craxi e la sconfitta dei lavoratori.

“Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici”.
Eppure si sa che canali pubblici e privati fanno a gara di disinformazione.
L'azionariato diffuso è uno dei cavalli di battaglia più logori di tanti pretesi riformatori sociali. Esisteva già nell'Inghilterra dell'ottocento, quando fu introdotta l'azione da una sterlina, e contribuì a rinsaldare il capitalismo. Una variante è l'azionariato operaio, che non ha mai reso meno feroce il sistema di sfruttamento. Ha solo diffuso l'illusione di poter diventare tutti borghesi. L'operaio evita gli scioperi per non danneggiare se stesso in quanto azionista e rinforza le catene del proprio sfruttamento.
Quanto alla proprietà massima del 10%, non impedisce affatto il controllo di un'impresa: “Nel 1921 (John Davison Rockefeller junior) ricevette da suo padre il 10% della Equitable Trust Company, in seguito alla fusione di questa con la Chase National Bank (oggi JPMorgan Chase) il colosso originato era senza dubbio la più grande banca del mondo. Come conseguenza della fusione J.D. Jr. vide la propria quota scendere al 4%, rimanendo tuttavia l'azionista di maggioranza.”(3)

“Abolizione delle scatole cinesi in Borsa”.
“Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate”.
“Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale”.

Non è servita a nulla l'esperienza della legislazione antimonopolistica americana?
La Scherman Antitrust Act, la prima legge antitrust, votata dal Congresso americano nel 1890, fu applicata solo nel 1911 contro l'impero petrolifero creato dal magnate Johan Davison Rockefeller e contro l'American Tobacco Company. Nel 1911, infatti, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò illegale il monopolio di Rockefeller (che controllava il 64% del mercato) e ordinò la divisione della compagnia. Sorsero 34 compagnie separate. Questo non ha mai impedito gli accordi segreti, l'uso di uomini di paglia, la fissazione dei prezzi di oligopolio, la lotta con tutti i mezzi, anche quelli gangsteristici, contro i concorrenti, nonché un'influenza determinante sulla politica interna ed estera americana. Ed è buffo che i grillini prendano ancora sul serio la mitologia della lotta contro i monopoli, che in Italia era uno dei cavalli di battaglia di Togliatti e dei suoi successori. Contrapporre in modo assoluto monopolio e concorrenza significa ignorare che proprio la concorrenza, eliminando i concorrenti più deboli, genera il monopolio, che a sua volta riproduce la concorrenza su un piano più vasto. Parafrasando Marx, potremmo dire: Il vero equilibrio in questo antagonismo sarà il rovesciamento di tutti i rapporti sociali che servono come base per queste esistenze capitalistiche e i loro antagonismi”. Il superamento del capitalismo porterà quindi alla fine di concorrenza e monopolio.

Il programma dimostra una forte propensione verso le nuove tecniche e per il risparmio energetico. Ma in ciò non c'è nessuna garanzia. Abbiamo già parlato in altri articoli della speculazione per accaparrarsi terreni agricoli, che vengono dichiarati incolti al fine di costruire centrali eoliche o solari. E anche del forte incremento dei prezzi del mais da quando è stato utilizzato per la produzione di carburanti. La tecnica è un'arma a doppio taglio, può migliorare o peggiorare la nostra vita, e finché è guidata dalle esigenze del profitto non può avere alcuna funzione liberatoria. La liberazione può essere solo sociale, e presuppone la conquista del potere da parte dei lavoratori. Solo allora la tecnica, oggi usata per opprimere e terrorizzare (armi sempre più distruttive), per creare nuovi disoccupati, o per affamare (si pensi ai ricatti della Monsanto e consoci nei confronti dei contadini), potrà essere impiegata per eliminare le fame, lo sfruttamento, la penuria, l'oppressione.


8 marzo 2013

Note
1) Karl Marx, “Lettera ad Annenkov”, 28 -12-1846.
2) Alessandro Verani, “Svizzera, il referendum xenofobo segna il trionfo dell’estrema destra”/www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/29.
3) John Davison Rockefeller jr, Wikipedia.

Il programma del M5S si trova: http://www.beppegrillo.it/movimento/

Michele Basso

Fonte

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