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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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    2014: PER I COMUNISTI UN PROGRAMMA ANTICAPITALISTA PER UN’EUROPA ANTIFASCISTA, COSTITUZIONALE, PARLAMENTARE

    (22 Marzo 2013)

    E’ possibile, anzi probabile, che in precedenza alla scadenza elettorale europea, prevista per la primavera del 2014, si svolgano nuovamente in Italia le elezioni legislative generali anticipate: questa previsione però non può rappresentare un ostacolo perché non si avvii tra i soggetti della sinistra comunista e d’alternativa e i tanti (i più) che se ne trovano al di fuori un dibattito volto a concretizzare alcune ipotesi, in vista di quella scadenza.

    E’ evidente l’importanza della politica europea in questa fase di gestione della crisi che continua a essere sviluppata, da parte dell’’UE, in chiave liberista e in nome degli interessi delle grandi banche.

    E’ in corso un dibattito sul tema dell’euro che è stato ben riassunto da Alfonso Gianni in un suo articolo apparso sulle colonne del “Manifesto” in questo mondo, che riprendo testualmente: “ la scelta chiama in campo questioni complesse…la sinistra radicale si divide tra chi vorrebbe un piano per l’uscita dall’euro e chi sostiene la ridiscussione dei trattati senza passare dalla fuga della moneta unica”. E più avanti considera che “ i due piani almeno per un considerevole percorso, potrebbero nella pratica, se non coincidere, almeno tenersi per mano senza divisioni così aspre tra l’uno e altro. In altre parole lo spazio oggettivo per un europeismo di sinistra si è allargato e non ristretto..”.

    Nel testo di un altro articolo, apparso sull’almanacco di economia di Micromega e ripreso in parte dallo stesso “Manifesto”, Mario Pianta invece fornisce le cifre esatte di un fenomeno che mi è già capitato di segnalare come di grande importanza: quello della massiccia operazione di vera e propria “ricollocazione di classe” che proprio la gestione liberista della crisi sta provocando. Scrive Pianta: “ ciascuno dei 10 individui più ricchi d’Italia ha una ricchezza pari a quella di 300.000 italiani poveri. Oggi 9 italiani su 10 stanno peggio, ma reagiscono individualmente, allentando la percezione della propria condizione e tollerando di più la differenza con i vertici della piramide sociale”.

    Mi sono permesso di prendere spunto da questi due importanti interventi al fine di analizzare una prima possibilità: quella che la saldatura, a livello politico, tra questo tipo di tematiche e quella – altrettanto decisiva- del “deficit democratico dell’Europa” possa avvenire, nell’occasione delle prossime elezioni europee, attraverso la presentazione di un programma chiaramente anticapitalistico (senza confusione con riduttivi antiliberismi) che chiaramente abbia al suo interno elementi di proposta posti sul piano della transizione (nazionalizzazioni, intervento pubblico in economia, welfare state, ecc..): un programma sulla base del quale si dovrebbe dar vita a una lista comunista e di sinistra d’alternativa collegata sul piano internazionale a tutti i soggetti omologhi proponendo ad essi la formulazione di alcuni punti specifici comuni caratterizzati marcatamente dalla “dimensione di classe” .

    Una lista comunista e della sinistra d’alternativa proposta nell’ambito di quel processo di costruzione di nuova soggettività che mi pare indispensabile sia messo in moto al più presto.

    Per realizzare al meglio questa possibilità il tema del “deficit democratico” dell’Europa diventa, quindi, decisivo quale elemento di vera e propria saldatura nella dialettica esistente tra posizioni diverse.

    Un tema da affrontare attorno a tre punti:

    1) L’antifascismo: i germi del fenomeno fascista sono ben presenti in molti paesi e- addirittura – in Ungheria siamo ben oltre le semplici prove di governo. Non si deve trattare di una semplice dichiarazione d’intenti, ma di un elemento fondativo di una battaglia politica che i comunisti e la sinistra d’alternativa debbono saper portare avanti con grande forza;

    2) La costituzione: in passato abbiamo avuto diversi tentativi tutti falliti. E’ necessario, dal nostro punto di vista, che si riprenda il cammino europeo in quella direzione. Certamente si tratta di un punto di proposta politica in questo momento assolutamente minoritaria all’interno del quadro politico dell’Unione ma proprio per questo motivo è necessario sia valorizzata quale peculiarità di uno schieramento che si propone una radicale trasformazione degli equilibri;

    3) Il Parlamento: sul ruolo del Parlamento europeo, sulla necessità di assegnare a questo consesso compiti pienamente legislativi su determinate materie, va sviluppata un’altra azione politica di grande respiro e altrettanta forza.

    Naturalmente non ho approfondito aspetti di dettaglio che pure dovranno essere elaborati con attenzione: ripeto, nel quadro dell’ipotesi di costruzione di un’adeguata soggettività politica rappresentativa dei comunisti e della sinistra d’alternativa, l’obiettivo delle elezioni Europee 2014, significandone l’importanza da subito e avviando un lavoro di tipo programmatico ed anche d’identificazione politica, deve essere indicato con assoluta precisione.

    Franco Astengo

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