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Roma - Occupazioni di case "indigeribili" per partiti, banche e costruttori

Giovani e studenti occupano un palazzo della Provincia e denunciano la connection tra le amministrazioni locali – anche targate PD – costruttori e fondi speculativi.

(7 Aprile 2013)

L’impiccio tra Gasbarra, Zingaretti e il costruttore Parnasi adesso “è nudo”. Ma è solo l'inizio.

Tra la decina di occupazioni di edifici dello Tsunami tour per il diritto all’abitare scatenatosi ieri a Roma, c’è una occupazione che appare più a rischio di tenuta. Fino a ieri sera la polizia aveva presidiato in forza l’occupazione in via Antonio Musa 10 e si era tenuto lo sgombero. Ma questa occupazione ha un nome, un obiettivo e una storia particolare.

L’occupazione si chiama “Degage” che significa sgombero ma che in Tunisia ha significato rivolta per mandare a casa la classe dominante che aveva gestito la dittatura e il post-dittatura.

L’obiettivo è quello di farne una residenza per gli studenti fuorisede e gli studenti senza reddito per i quali gli affitti sono diventati ormai impossibili e i tagli al diritto allo studio negano ogni possibilità nelle case degli studenti residue.

La storia è che il palazzo è della Provincia di Roma – un ente ormai in via di dissoluzione – e rientra nel pacchetto di immobili di pregio messi in vendita dentro un fondo speculativo della Bnl / Bnp-Paribas, destinato a diventare il tesoretto con cui la Provincia (prima con Gasbarra poi con Zingaretti) intende pagare il grattacielo del Torrino del costruttore-amico Parnasi per farne una sede unica. Una anticipazione della logica di quel “Patto della Carbonara” siglato in trattoria tra il sindaco Alemanno con i capigruppo del PdL e del PD per accontentare le richieste dei costruttori e dei pescecani dell’edilizia sul futuro di Roma. Un patto diventato ormai indigeribile da ogni punto di vista.

Su Contropiano abbiamo denunciato nelle scorse settimane e in diverse puntate della nostra inchiesta questa vicenda. Adesso è diventata una evidenza del conflitto sociale nell’area metropolitana di Roma. Il “Re è nudo” e i movimenti di lotta per l’abitare non intendono fare sconti a nessuno, anche in campagna elettorale. E’ un problema di priorità: o quelle degli abitanti e dei lavoratori o quelle dei palazzinari, Parnasi o Caltagirone che essi siano.

Federico Rucco 6 Aprile 2013

Qui di seguito l’interessante documento degli occupanti di “Degage” in via Antonio Musa.

Uno stabile che puzza di voti

Eccoci qui! Ci siamo ripresi uno stabile pubblico al centro di Roma e questo è solo l'inizio! Non è una minaccia, non è una promessa è un AVVISO PUBBLICO: siamo decisi e determinati a riprenderci quello che ci viene rubato direttamente dalle nostre tasche .

Lo stabile, grazie al quale le nostre vite riprenderanno a respirare, è un edificio di proprietà della provincia di Roma attualmente in svendita al migliore offerente. Ma quale miglior offerente se non noi? Abbiamo intenzione di trasformare queste mura in alloggi per 30 studenti e studentesse che sono stufe di elemosinare un alloggio all'università o di pagare cifre salate ai proprietari della città.

Questi mattoni, che prenderanno nuova vita e daranno nuove possibilità a chi vive nella precarietà, a chi non dovrà essere più sfruttato in lavori a costo bassissimo a chi potrà continuare gli studi senza sacrifici, nascondono i già noti affari del mattone che speriamo di intralciare con tutte le nostre forze per dire a tutti e a tutte riprendetevi ciò che è vostro! Lo stabile in via Antonio Musa 10, fa parte degli 11 stabili inseriti nel fondo Upside della Bnl / Bnp Parsap, che una volta venduti potranno essere usati per costruire il palazzone unico della Provincia che sorgerà nella zona di Torrino-Castellaccio. L'ultima creazione della giunta Zingaretti, con il bene placido dell'opposizione, è stata quella di creare un fondo speciale nel quale accumulare i soldi pervenuti dalla vendita di questi 11 immobili, già di proprietà della Provincia stessa, al pro di concentrare gli uffici amministrativi in un unico stabile. per migliorarne l'efficenza dei servizi e per risparmiare su tutti quegli stabili che sono attualmente in affitto.

Il fondo Upside è necessario perchè le banche, che hanno vinto l'opportunità di finanziare la costruzione del nuovo stabile provinciale, hanno già anticipato 260 milioni di euro che verranno recuperati dalla vendita degli immobili tra cui quello di via Antonio Musa n°10. Stiamo parlando di banche “fortunate” come la Bnp e la Finemiro e di aziende come la “fortunatissima” Parsitalia, di proprietà dei Parnasi, che hanno vinto l'appalto della costruzione! Quegli stessi costruttori che hanno avuto sempre la solita fortuna di gestire altri appalti nella zona Eur, Tor Marancia, Castellaccio e che concorrono alla costruzione dell'ambitissimo stadio della Roma a Tor di Valle. Ma perchè costruire un palazzo della provincia quando la provincia non esiste più? E perchè concentrare in un unico palazzo gli uffici di un ente, che in quanto provinciale, dovrebbe essere distribuito sul territorio? Le direttive della Spending Review sono state colte come nuova opportunità per distribuire ai poteri forti della città altri soldi in cambio di voti. Infatti, dietro la propaganda della razionalizzazione e delle campagne antispreco ci sono loschi affari, ci sono altri sprechi e ci sono i politici, i partiti e i palazzinari che giocano a carte sulle nostre teste. E che si può fare, denunciare la corruzione o peggio eleggere nuovi rappresentanti del mattone?

Abbiamo capito da tempo che, nel paese della partitocrazia, andare al voto significa cambiare la faccia di una stessa medaglia e rimanere a guardare vuol dire pagare i costi della crisi. I partiti sono il pilastro del regime democratico e questi modi di agire dietro le quinte non sono nuovi a nessuno. La nostra denuncia non è uno scandalo da prima pagina di giornale, non ci interessa buttare fango su una parte per favorire l'altra. Siamo in uno stato di completa ingovernabilità e noi vogliamo creare e soprattutto praticare una rottura con chi crea e approfitta della crisi. Non vogliamo portare avanti una rottura di testimonianza contro la corruzione vogliamo essere noi la testimonianza che una strada si può percorrere ed è quella dell' autorganizzazione autonoma in difesa dei nostri territori, per la riappropriazione delle case, per la lotta contro lo sfruttamento sul lavoro e del lavoro. Oggi studenti, famiglie, migranti, disoccupati o semplicemente uomini e donne che non credono più nelle favole dello stato che ridistribuisce, nello stato del welfare, hanno occupato decine di stabili per ottenere qui e ora una vita migliore. Il mattone che ci siamo ripresi puzza di soldi marci e dato che noi soldi non ne abbiamo e quelli che ci chiedono tramite le tasse se li rubano ce li riprendiamo.

Eccoci qui noi choosy! Noi ci riserviamo una vita migliore. E voi?

DegageCasaxtutti

http://www.contropiano.org/news-politica/item/15688-roma-occupazioni-di-case-indigeribili
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aggiornamento 6 Aprile ore 18.30:

Sotto la nuova occupazione di via Musa si sono radunati agenti della digos e diverse camionette di polizia. Rischio di sgombero per Degage che decide di resistere ed invita tutti/e ad accorrere sul posto per difendere l'occupazione.

aggiornamento 6 Aprile ore 20,00:

Buone notizie da via Musa, Degage resiste! Gli occupanti e i solidali radunatisi fuori in presidio sono riusciti a difendere l'occupazione e la polizia si è allontanata. Assemblea pubblica in corso per decidere sul proseguire dell'occupazione e delle prossime iniziative.

da :

http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/7393-roma-#riprendiamoci-la-città-occupati-13-stabili

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Roma. I tormenti nel PD

Alla vigilia delle elezioni comunali di Roma c'è molta maretta. Coniugare gli interessi dei poteri forti con quelli della società non è un impresa a costo zero. Caltagirone apre le danze contro le relazioni particolari tra Pd-Sel e il costruttore Parnasi. Prima parte della nostra inchiesta.

L'insediamento di Nicola Zingaretti alla guida della Regione Lazio e le prossime elezioni comunali per Roma, stanno “agitando” il panorama politico, imprenditoriale e morale della Capitale. Interessi economici giganteschi e poteri forti si stanno riposizionando alla luce della nuova leadership alla regione e del possibile cambiamento del sindaco di Roma.

Paradossalmente il partito che sembra più agitato è quello che ha appena riconquistato la regione e potrebbe agevolmente riprendersi il Campidoglio. Il Pd romano infatti appare diviso tra correnti e spinte diverse ed affida alle primarie del 7 aprile il ruolo catartico di decidere chi sarà il candidato sindaco per le elezioni di fine maggio.

Il costruttore figlio e nipote di costruttori ( anche se il nonno fu anche valoroso partigiano dei Gap ) Alfio Marchini , il sen. Ignazio Marino, e poi l'eurodeputato Davide Sassoli ma anche il capogruppo in Campidoglio Marroni, per un po' era circolato anche il nome di Enrico Gasbarra, ex presidente della Provincia e attuale coordinatore regionale del Pd...questi sono alcuni dei nomi in pista.

Ci sono poi i due candidati di Sel – ormai divisa a Roma da uno scontro interno che dura da tempo - Luigi Nieri, un passato da militante nei movimenti di lotta per la casa, poi assessore comunale ( persino con Carraro !) e assessore regionale, e Gemma Azuni consigliera comunale.

Un folla di candidati a sindaco che rivela i tormenti del centro-sinistra e dei suoi alleati. Un tutti contro tutti che, se non troverà una sintesi, rischia di regalare per la seconda volta la poltrona di sindaco a Gianni Alemanno, senza contare poi l'incognita grillina e la candidatura "autonoma" a sinistra di Sandro Medici.

Nelle elezioni comunali del 2008 si disse giustamente che “non aveva vinto Alemanno ma aveva perso Rutelli”, perchè la scelta del candidato di centro-sinistra fu una cambiale pagata e imposta da Veltroni su una figura – Rutelli – che nessuno rimpiangeva. Il centro-sinistra perse così delle elezioni già vinte. Sarebbe stato sufficiente candidare a sindaco anche uno sconosciuto consigliere municipale di periferia per vincere ma si scelse la strada dell'arroganza e dell'equilibrio con i poteri forti della capitale.

Il popolo della sinistra non accettò la logica: nello stesso giorno di ballottaggio alla Provincia vinceva Nicola Zingaretti anche sul solo territorio romano e, con 44.000 voti in meno, perdeva Francesco Rutelli. Un segnale chiarissimo: migliaia di persone avevano votato per Zingaretti nella stessa urna e nello stesso momento, ma non votarono per Rutelli.

La vigilia delle elezioni comunali a Roma sta alimentando di nuovo tormenti, conflitti e spinte divaricanti nel Pd romano che stentano a trovare una “camera di compensazione”.

A trovare la quadra ci aveva provato il padre-padrone del partito a Roma: Goffredo Bettini.
Il senatore (adesso ex) si è ritirato dalla politica in "prima linea" e vive soprattutto in Thailandia. A novembre, in occasione dei suoi sessanta anni ha organizzato una festa in un locale a San Lorenzo nella quale, a vedere scorrere i nomi degli invitati, ci si fa una idea di quali siano i volti e i nomi dei poteri forti nella Capitale con i quali ricomporre gli interessi.

Secondo quando riferisce il Corriere della Sera, alla festa di Bettini si sono ritrovati: il consigliere inascoltato di Berlusconi cioè Giuliano Ferrara, e i dirigenti del Pd Nicola Zingaretti, Enrico Gasbarra, Walter Veltroni, Gianni Letta (Gianni, non Enrico), Francesco Rutelli, e poi Massimiliano Smeriglio (Sel), Marco Follini, e ancora la vecchia guardia e i giovani turchi provenienti dall'ex Pci romano come Michele Meta, Giovanna Melandri, Roberto Morassut, Gianni Borgna, Maria Coscia. Ma a colpire sono anche “altre” presenze come quelle dei costruttori Francesco Gaetano Caltagirone, i fratelli Toti, il giovane e rampante Parnasi, Alfio Marchini. Tutti a cena da Goffredo dunque.

Sono passati quattro mesi, le elezioni regionali sono state vinte da Zingaretti, quelle comunali incombono... i palazzinari romani scalpitano. Il nervosismo e le aspettative dei costruttori le si evince da un articolo de Il Messaggero di giovedi 21 marzo. Il giornale del costruttore Caltagirone, è andato all'attacco di Zingaretti ed in particolare del suo vice-presidente Massimiliano Smeriglio, il rampante dirigente di Sel (un passato nei centri sociali, poi nel Prc, oggetto di polemiche e scontri per i finanziamenti dei costruttori romani proprio al Prc di Roma, presidente di municipio, assessore provinciale fondatore e padre-padrone di mezza Sel a Roma).

Il Messaggero, dunque Caltagirone, sembra non gradire la speciale relazione tra Zingaretti, Smeriglio e il costruttore Parnasi, uno che si sta pappando tutto il quadrante Est di Roma e non solo. Ultimo in ordine di tempo è l'interesse al nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere propria nella stessa zona.

Una vicenda tra tutti, quella del grattacielo costruito da Parnasi nella zona del Torrino-Castellaccio - nel quale Gasbarra prima e Zingaretti poi intendono trasferire la sede della Provincia di Roma, pagandolo 263 milioni di euro. Una scelta che sta mobilitando i lavoratori (la locazione appare del tutto irrazionale essendo praticamente fuori dal mondo), ha provocato interrogazioni parlamentari e verrà radiografata sul piano della trasparenza dell'operazione dalla Corte dei Conti.

Il solito sito ben informato – Dagospia – scrive: “Da qui una serie di articoli al vetriolo pubblicati sul Messaggero dietro i quali si intravede il malessere del Calta (Caltagirone, NdR) che si chiede come sia possibile chiudere l'operazione nel momento in cui la spending review prevede l'abolizione della Provincia e il suo accorpamento insieme al Comune nella nuova Citta' Metropolitana. Gli attacchi sembrano avere un primo successo: i sindacati parlano senza mezzi termini di speculazione e la Corte dei Conti appare intenzionata ad accendere un faro sull'acquisto dell'immobile di Parnasi”. Considerazioni, quelle de il Messaggerro, sicuramente da prendere con le pinze ma obiettivamente fondate.

Ieri alla Provincia c'è stata una prima assemblea dei lavoratori che ha discusso anche di questo e sembra decisa ad andare fino in fondo contro l'operazione Parnasi-Torrino-Provincia.

C'è da capire quale fosse l'aperitivo alla festa di Goffredo e soprattutto quale sarà il dopo cena. L'inchiesta prosegue.

Federico Rucco ( Contropiano)
da InformationGuerrilla 23 Marzo 2013

a cura di InformationGuerrilla

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