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Peccatucci di Golan

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(6 Giugno 2011) Enzo Apicella
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La povertà costringe i bambini di Gaza a cercare lavoro

(19 Aprile 2013)

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Gaza – Ma’an. La povertà nella Striscia di Gaza sta costringendo un numero crescente di bambini palestinesi ad abbandonare la scuola per entrare nel mercato del lavoro.

L’assedio di Israele ai territori costieri, l’alto costo della vita e la perdita dei familiari che portavano a casa il pane hanno costretto i bambini a cercare lavoro nell’economia informale per provvedere alle proprie famiglie.

“Vendo sigarette da un anno e mezzo”, ha detto a Ma’an il dodicenne Mustafa al-Assar.

“Mio padre mi ha costretto a lasciare la scuola in terza elementare. Lavoro dalla mattina presto; vendo sigarette agli automobilisti, ai passanti e ai passeggeri sulla via principale del campo profughi di al-Nuseirat”.

Anche il padre di Mustafa è un venditore ambulante: vende sigarette per otto ore al giorno da un veicolo in movimento, per paura di essere arrestato dalla polizia doganale.

Racconta a Ma’an che tre dei suoi figli lavorano nelle strade, vendendo sigarette e altre cose.

“Mio padre mi dà dai 5 ($1,3) agli 8 shekel ($2,2) ogni giorno. Dipende da quanto vendo. Tiene il resto dei soldi per la famiglia. È un buon lavoro, dato che mio padre e io non ne abbiamo un altro”, afferma Mustafa.

Anche Muhammad al-Hour, 15 anni, è un venditore ambulante a Gaza. Vende tè e caffè in un parcheggio accanto al campo profughi di al-Nuseirat.

“Ogni giorno mi alzo alle 6. Prendo una teiera e una caffettiera, e mi dirigo al parcheggio del campo profughi di al-Nuseirat. Molti studenti e automobilisti comprano tè e caffè da me”.

Muhammad afferma che suo padre è vecchio e non può più lavorare, e i suoi fratelli e sorelle sono troppo piccoli per portare i soldi a casa.

È anche sorpreso, dice, da quanti bambini lavorano nel parcheggio vendendo tè e caffè. La concorrenza tra venditori li costringe a lavorare in condizioni di freddo e caldo estremi per poter guadagnare abbastanza.

Secondo l’assistente sociale Muhammad Abu Ameira, la povertà e l’analfabetismo sono due tra i fattori principali dietro l’aumento nel lavoro minorile.

Il lavoro minorile è un problema umanitario che si moltiplicherà, in quanto sempre più bambini lasciano la scuola prima di aver raggiunto un livello d’istruzione di base, ha riferito Ameira.

Questi bambini, aggiunge, non saranno preparati a lavorare in altri settori in futuro e saranno costretti a continuare a lavorare nelle strade per mantenere le proprie famiglie.

Traduzione per InfoPal a cura di Roberta Toppetta

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