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La manovra

Manovra

(5 Settembre 2011) Enzo Apicella
Domani in aula al Senato il testo della manovra "anti-crisi"

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    Demolizione dello stato sociale!

    (23 Aprile 2013)

    In diversi paesi, dalla Spagna alla Grecia, dal Portogallo all’Irlanda dal Regno Unito all’Italia, indipendentemente dal colore del governo, i provvedimenti adottati sono analoghi: demolizione dello Stato sociale, BLOCCO o RIDUZIONE dei SALARI, aumento delle tasse che colpiscono inevitabilmente sempre in primo luogo i LAVORATORI. L'obiettivo finale è sempre il SALARIO sia esso diretto, indiretto (servizi sociali), differito (liquidazione, pensione).
    Più si aggrava la crisi più diviene evidente che non esiste una politica “di destra” che si differenzia sostanzialmente da una politica “di sinistra”, ma un’unica politica borghese che, per tenere in piedi il capitalismo, ha a disposizione un solo strumento: aumentare lo sfruttamento del proletariato.
    Essendo la crisi economica del capitalismo insanabile e destinata ad aggravarsi, la borghesia e il suo regime richiederanno al proletariato sacrifici sempre più duri, fino a minacciare la vita stessa dei lavoratori. Questo è esattamente quanto accade ormai da decenni, dall’abolizione della scala mobile (1984-1992), alla demolizione del sistema previdenziale (1995), all’introduzione e allargamento dei contratti precari (1997-2003), tant’è che ormai da anni vi è la consapevolezza generale che le nuove generazioni di proletari vivranno peggio – e di molto – rispetto alle vecchie.
    La vera alternativa per la classe lavoratrice non è fra “destra” e “sinistra”, ma fra il programma politico borghese, che mira alla difesa del sistema capitalistico, e quello proletario che ha per obiettivo il suo abbattimento e superamento.
    Questo programma non è da inventare ma da riscoprire: è l’originale programma comunista rivoluzionario. I suoi cardini economici sono l’abolizione del lavoro salariato, la drastica riduzione dell’orario di lavoro, l’obbligo al lavoro, il regolamento della produzione non più sui parametri economici del capitale – che con l’abolizione del salario andrà estinguendosi – ma su quelli dei bisogni umani. I cardini politici sono la rivoluzione della classe lavoratrice e la sua dittatura sulla borghesia privata di ogni potere.
    L’attuazione del programma rivoluzionario, liberando la produzione dalle leggi del capitalismo, restituendo al lavoro il carattere di naturale elemento di realizzazione di ogni uomo, condurrà alla scomparsa delle classi sociali. Andrà così ad estinguersi anche l’ultima macchina statale, quella della classe lavoratrice, in quanto verrà meno la ragione della sua esistenza, la repressione del tentativo della borghesia di riportare indietro la storia.
    Il ritorno della parte più avanzata della classe proletaria all’originale programma rivoluzionario comunista è possibile solo nelle file di quel partito – il Partito Comunista Internazionale – che ne ha difeso l’integrità in quasi un secolo di controrivoluzione e contro tutte le forme dell’opportunismo: ieri contro il falso socialismo di marca prima staliniana, poi maoista, cubana, ecc., oggi contro i sempre più deteriori epigoni di quelle ideologie, ridotti a “moralizzare” la politica borghese, negando ogni prospettiva sociale e politica autonoma della classe lavoratrice, che vogliono inchiodata per sempre in economia al lavoro salariato e in politica alla democrazia, quella che è la più efficace mascheratura della dittatura del Capitale.

    P A R T I T O C O M U N I S T A I N T E R N A Z I O N A L E

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