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Il regime del Bahrain cancella la visita del Relatore Onu sulla tortura

(2 Maggio 2013)

La visita del Relatore Speciale dell’Onu sulla tortura, tanto attesa in Bahrain, è stata cancellata dal regime Al-Khalifa. Dopo essere già stata rinviata due volte, ora sembra che non avrà proprio luogo. Le persone che conoscono il regime hanno sempre detto che è impossibile consentire a un individuo o a un gruppo internazionali di visitare il paese con lo scopo di indagare sui crimini contro l’umanità.

Nel periodo immediatamente successivo alla protesta internazionale a seguito degli attacchi sanguinosi al Pearl Roundabout nel 2011, gli alleati di Al-Khalifa hanno consigliato di formare una commissione per esaminare le accuse. Il 23 novembre 2011 la Commissione, presieduta da Cherif Bissioni ha rilasciato i risultati a conferma che il regime aveva usato la “tortura sistematica” contro i detenuti e che delle “esecuzioni extragiudiziali” avevano avuto luogo. Un investigatore indipendente come Juan Mendez, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, avrebbe certamente trovato prove che il sovrano e la sua cerchia stanno gestendo un regime la cui politica ha sempre autorizzato tortura. Al-Khalifa non rinuncerebbe mai a questo crimine contro l’umanità. La cancellazione della visita è la prova evidente e schiacciante che non si sono astenuti dalla tortura. Basterebbe anche solo una persona che andasse in giro per i villaggi e le città per raccogliere testimonianze di centinaia di vittime della tortura. Il dittatore, Hamad bin Isa Al-Khalifa sarebbe rimasto coinvolto in questi crimini contro l’umanità.

Svariati organismi internazionali per i diritti umani, hanno condannato la decisione senza riserve. Human Rights First ha criticato la decisione del governo di rinviare la visita di Juan Mendez. “Si tratta di un duro colpo per la credibilità del processo di riforma del Bahrain”, ha dichiarato Brian Dooley di Human Rights First. E ha aggiunto: “Nonostante le ripetute promesse che avrebbe avuto accesso il mese successivo, è successa di nuovo la stessa cosa.

Il governo statunitense dovrebbe richiedere pubblicamente il suo accesso immediato nel Bahrain. Questi ritardi alimentano solo il sospetto che il regime abbia molto da nascondere”. “Sembra che il regime del Bahrain tema ciò che un controllo più internazionale potrebbe rivelare. Il fatto che abbiano nuovamente impedito l’accesso a Mendez è molto significativo”, ha detto Dooley.

Anche Amnesty International ha condannato l’annullamento del viaggio di Mendez. “Quest’ultima cancellazione dimostra chiaramente che il Bahrain non prende sul serio l’attuazione delle riforme sui diritti umani. Le autorità hanno usato il termine ‘riforma’ come una cortina di fumo, quando in realtà non stanno riformando”, ha detto Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettore di Amnesty International Middle East e Nord Africa. Ha aggiunto: “Non ci sono riforme in Bahrain, ma gli abusi dei diritti umani continuano senza sosta”. “Il governo del Bahrain deve rilasciare immediatamente tutti i prigionieri di coscienza e fare indagini indipendenti, efficaci e trasparenti sulle accuse di tortura”, ha detto Hassiba Hadj Sahraoui. “Bisogna inoltre assicurare alla giustizia chiunque, a qualsiasi livello della gerarchia, abbia commesso o dato l’ordine di commettere abusi; bisogna inoltre astenersi da ogni ulteriore uso di forza eccessiva o non necessaria contro i manifestanti.

Il Relatore Speciale stesso, Juan Mendez, ha affermato: “Sia chiaro, questa è stata una decisione unilaterale da parte delle autorità. Purtroppo non è la prima volta che il governo cerca di evitare la responsabilità per il rinvio della mia visita, che inizialmente doveva avvenire più di un anno fa”. Mendez ha aggiunto: “Desidero esprimere la mia compassione per il popolo del Bahrain che si aspettava la mia visita, la società civile e, in particolare, le vittime della tortura e di maltrattamenti e le loro famiglie”.

Il regime ha aspettato il 22 aprile, il giorno dopo la fine del Gran Premio, per consegnare la lettera di disdetta al fine di non compromettere la gara. Gli alti funzionari sono irritati dal fatto che la Formula 1 abbia esposto la realtà del paese al tutto il mondo. A infastidire il regime, sono stati i giornalisti che si sono precipitati nelle città e nei villaggi per seguire la rivoluzione in corso. Così il risultato è stato l’opposto di quello che avevano previsto e sperato. In futuro le gare potrebbero diventare più distruttive per il regime, poiché la gente conosce i metodi per informare i giornalisti stranieri. Al-Khalifa ha già iniziato a vendicarsi contro i cittadini del Bahrain che sono stati fonte per loro di tanto imbarazzo. Arresti arbitrari, tortura, condanne pesanti e punizioni collettive stanno dilagando dalla fine del Gran Premio.

Bahrain Freedom Movement 25 apr 2013

Traduzione per InfoPal a cura di Viola Migliori

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