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(5 Maggio 2013)
Bologna, 6-7 luglio 2013
Cari compagni, care compagne,
L’accelerazione della crisi politica, la paralisi delle principali forze politiche, il rilancio dell’unità nazionale, lo stallo generatosi in parlamento, le divisioni apertesi nel centrosinistra e nel Pd, sono tutti fattori che preannunciano una fase di instabilità e di rilancio del conflitto sociale. La nuova unità nazionale non passerà senza suscitare un’opposizione crescente fra i lavoratori, i giovani, gli strati popolari che saranno una volta di più bersaglio delle politiche di austerità.
Colpisce la paralisi del gruppo dirigente di Rifondazione comunista e la sua incapacità di dare alcuna risposta coerente a questa nuova fase.
Il dibattito interno al Prc si va divaricando sempre di più, la crisi politica del gruppo dirigente ha prodotto nella scorsa direzione (10 aprile) una divisione aperta con la presentazione di un documento distinto da parte dell’area Essere Comunisti.
Da una parte il segretario Ferrero e la maggioranza della segreteria propongono l’ennesimo appello per costituire la “sinistra di alternativa” alla quale il partito ceda “sovranità”; dall’altra il documento a firma Bregola, Caporusso e Grassi abbandona nei fatti ogni discriminante politica e depone tutte le sue speranze su una possibile divisione nel Pd e nella nascita di un soggetto di sinistra composto da Sel e dalla sinistra del Pd.
È una contrapposizione tutta inserita nella logica di rimescolamento di correnti e aree politiche, senza alcuna chiara connessione con il conflitto sociale, incapace di fare i conti con la profondità della crisi capitalistica e di offrire una alternativa credibile a milioni di lavoratori e di giovani che ne vivono le conseguenze sempre più drammatiche e che, come dimostra anche l’esito delle elezioni, sono alla ricerca di una alternativa.
Il problema che abbiamo di fronte non è come rimescolare per l’ennesima volta le carte dello stesso mazzo; si tratta di costruire una adeguata direzione politica per il movimento operaio nel nostro paese.
La nostra iniziativa guarda innanzitutto alle migliaia di compagni/e che tutt’ora sono organizzati nel Prc e che vengono lasciati privi di qualsiasi indicazione politica, ma si rivolge a tutti quei lavoratori, giovani, militanti sindacali e della sinistra che capiscono la necessità di una forza politica di classe, espressione coerente degli interessi dei lavoratori.
Tale problema era al centro della nostra mozione congressuale che recava precisamente il titolo “Per il partito di classe”, ed è oggi più che mai attuale.
Non lo si risolve oggi dichiarando nuovi partiti che si autoproclamino direzione della classe, ma lavorando in tutti gli ambiti politici e sindacali affinché si affermi una chiara linea anticapitalista, un programma adeguato allo scontro in atto, e con un sistematico lavoro di costruzione sul campo, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei movimenti di lotta.
Una battaglia che possa aprire una prospettiva reale, che non guardi a ristrette conventicole “radicali”, ma parta dalle esigenze reali di milioni di persone e che sappia misurarsi con la sfida centrale della nostra epoca: aprire una prospettiva per la transizione, ossia per la rottura con il capitalismo nel momento in cui questo sistema si dimostra incapace di garantire il minimo progresso sociale ed anzi impone un arretramento senza precedenti nelle condizioni di lavoro e di vita della gran maggioranza della popolazione.
La rottura in corso nel centrosinistra e l’inizio di un processo di aggregazione di un’area “socialdemocratica” tra settori della Cgil, del Pd e con l’apporto di Sel è un sintomo indiretto di processi ben più profondi che maturano fra le masse. È il pallido riflesso burocratico e parlamentare di un fatto decisivo: i lavoratori non saranno in condizioni di tollerare in silenzio una nuova stagione di unità nazionale. Si apre quindi un terreno nel quale condurre una decisa battaglia egemonica, lavorando ad approfondire la rottura che si è aperta nel centrosinistra combinando la chiarezza programmatica con una classica tattica di fronte unico, in particolare verso la Fiom e quei settori della Cgil che dovranno assumere una linea di opposizione, o di semi-opposizione, all’appoggio che Susanna Camusso ha manifestato verso Napolitano e l’unità nazionale.
Tutto questo in Rifondazione comunista avrebbe dovuto essere l’oggetto di un dibattito congressuale vero, a tutto campo, che affrontasse apertamente il bilancio di questi anni, fino al disastro di Rivoluzione Civile, e che gettasse le basi politiche e organizzative della nostra battaglia. Tale dibattito è stato negato ai militanti, con la scelta di rinviare il congresso a fine anno, mentre esplode nel gruppo dirigente. La scelta di rinviare il congresso del partito, l’ostinato aggrapparsi a una proposta politica fallimentare e la paralisi che ne derivano ci impongono di avanzare la nostra proposta. Rifiutiamo di lasciarci trascinare nella palude nella quale il gruppo dirigente è ormai immerso fino al collo.
Per queste ragioni è convocata a Bologna il 6-7 luglio 2013 una assemblea nazionale promossa dai rappresentanti della mozione 2 “Per il partito di classe” e aperta a tutti i compagni/e interessati, interni ed esterni al Prc. In tale assemblea intendiamo proporre alla discussione una piattaforma programmatica per la prossima fase e discutere lo sviluppo del lavoro di costruzione sul terreno giovanile e operaio.
Claudio Bellotti, Alessandro Giardiello, Donatella Bilardi, Lidia Luzzaro, Sonia Previato, Jacopo Renda (Direzione nazionale Prc)
Per ricevere le informazioni e i materiali preparatori che verranno approntati nelle prossime settimane:
0266107298 - perilpartitodiclasse@marxismo.net
www.marxismo.net
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