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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
La pagina originale è all'indirizzo: http://www.pane-rose.it/index.php?c3:o38661

 

UN CONTRIBUTO CRITICO.

(10 Maggio 2013)

testo del volantino che verrà diffuso alla iniziativa di Bologna dell' 11 Maggio

La crisi verticale e autodistruttiva del PRC sta sospingendo diverse iniziative e proposte “unitarie” di rilancio della sinistra. Talvolta concorrenziali tra loro. Talvolta sovrapposte. Spesso provenienti in tutto o in parte da gruppi dirigenti che, in forme diverse, hanno contribuito alla disfatta di Rifondazione o non l'hanno contrastata. In ogni caso proposte segnate dalla rimozione del punto decisivo: la prospettiva rivoluzionaria del governo dei lavoratori, quale unica reale alternativa alla catastrofe sociale del capitalismo; e dunque la costruzione di un partito comunista rivoluzionario che si batta in ogni lotta per questa prospettiva.

L'appello avanzato per “un movimento politico anticapitalista e libertario”, ci pare rientri in questo quadro.


RISPETTO E CONFRONTO

Guardiamo con rispetto all'iniziativa, e ai compagni e alle compagne che vi concorrono. Il fatto che siano suoi copromotori gruppi dirigenti del PRC e di Sinistra Critica da cui ci ha diviso il sostegno, totale o parziale, al governo anti operaio di Romano Prodi non costituisce per noi fattore d'impedimento all'unità d'azione e al confronto più largo. Tanto più oggi il governo di unità nazionale, e l'aggressione di tutte le forze padronali contro il lavoro , richiamano l'esigenza del più ampio fronte unitario di lotta di tutte le sinistre- politiche, sindacali, associative, di movimento- in contrapposizione all'avversario comune.

Ma il “movimento politico anticapitalista e libertario” va al di là del fronte unico d'azione, e richiama un nuovo “soggetto politico”. Su questo terreno si ripropongono intatte le distinzioni di fondo. Su cui vogliamo dire qualcosa, perchè la sincerità è una forma del rispetto.


CONTRADDIZIONI IRRISOLTE

Una osservazione, per così dire, preliminare: un appello che giustamente rivendica l'autonomia dal centrosinistra è copromosso da settori della maggioranza dirigente del PRC (legati all'ex ministro Paolo Ferrero) che continua a governare col PD importanti regioni e città, votando tagli sociali in cambio di assessori. Non è un po' singolare? Oppure: un lungo appello che si vuole “anticapitalista e libertario” rimuove totalmente ogni caratterizzazione del M5S, ossia di un movimento populista reazionario che rivendica l'abolizione del sindacato in quanto tale, disegna una Repubblica plebiscitaria, e là dove governa(Parma) colpisce frontalmente lavoratori e diritti. Si può oggi sviluppare coerentemente anche solo una politica di indipendenza di classe, senza un aperto contrasto del grillismo tra i lavoratori?
Temiamo non si si tratti solo di una divergenza d'analisi. Si tratta di un impostazione politica che ripropone, al fondo, il primato del movimento sul fine. E che quindi tende a salutare positivamente un fenomeno che riflette la crisi di consenso del potere, indipendentemente dal suo segno di classe e dalla sua contrapposizione alla prospettiva socialista ( e persino in questo caso alla battaglia democratica).


LA DIVERGENZA DI FONDO: ANTAGONISMO SENZA RIVOLUZIONE

Si riaffaccia, a noi pare, la vecchia cultura dell'”antagonismo senza rivoluzione”. Che anche quando parla di “cambiamento rivoluzionario” lo dissolve nel movimentismo. Contrapponendo l'apologia dei movimenti alla costruzione del partito rivoluzionario (v. il movimento non global di Genova raffigurato come esempio potenziale del “soggetto politico anticapitalista di massa”); rimpiazzando la centralità strategica della classe operaia, e della costruzione attorno ad essa del blocco sociale alternativo, con la sommatoria orizzontale di tutte le istanze di movimento ( dove le sacrosante rivendicazioni “ambientaliste, femministe, antirazziste..” restano prive di quel polo sociale di ricomposizione che è condizione necessaria per la loro stessa realizzazione) ; ignorando la ragione di un programma di rivendicazioni che faccia da ponte tra gli obiettivi immediati e la necessità della rivoluzione ( cosicchè ad es. la stessa rivendicazione dell'abolizione del debito pubblico verso le banche viene sostituita dal “rifiuto del vincolo del debito”, aprendo la porta alle teorie riformiste sulla sua “negoziazione” , sulla distinzione tra debito “legittimo e “illegittimo”..). Il risultato paradossale è che in un appello che si vuole fondato su una “proposta di lotta” manca una proposta generale di svolta, unitaria e radicale, proprio sul terreno delle forme di lotta ( occupazione delle aziende che licenziano, vertenza generale, sciopero generale prolungato..): perchè la stessa proposta di lotta è inseparabile dal fine che si persegue.

Insomma: nel nome del “nuovo” si ripropone la vecchia soluzione politica “centrista”- “nè riformismo, né rivoluzione”, “nè carne, né pesce”- che ha finito col dissolvere in tempi recenti “Sinistra Critica”, come già negli anni 80 Democrazia Proletaria. Ogni volta con l'inevitabile dispersione di militanti e disgregazione di forze.


UNIFICARE LE AVANGUARDIE ATTORNO AL PROGRAMMA DI RIVOLUZIONE

Naturalmente manterremo e svilupperemo una politica di unità d'azione, su obiettivi comuni, con l'eventuale “movimento politico” che qui viene annunciato come con altri soggetti della sinistra, dentro la costruzione comune dell'opposizione sociale.

Ma lo faremo a partire da un programma di rivoluzione. Lavorando a sviluppare in ogni lotta la consapevolezza che solo un governo dei lavoratori, su un programma anticapitalista, può segnare una svolta vera per gli sfruttati. Costruendo un partito militante, socialmente radicato e organizzato, unito nell'azione e libero nella discussione, quale strumento insostituibile di questa politica rivoluzionaria.

Attorno a questo partito lavoriamo ad unificare tutti i militanti d'avanguardia, ovunque oggi collocati, che ne condividano il programma e siano disposti a sostenerlo. Anche in risposta a quei segnali di avvicinamento ed ingresso nel PCL che si vanno moltiplicando, da versanti diversi, in varie parti d'Italia.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Fonte

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