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Roma: ancora una fumata nera

(15 Luglio 2002)

Nemmeno il Comitato Politico Federale del 12 luglio è riuscito a sbrogliare la matassa della crisi del PRC romano, che rimane a tutt'oggi privo di organismi dirigenti. La consultazione per l'elezione del Segretario - condotta da Francesco Ferrara, della Direzione Nazionale, e Rosangela Mura, del Collegio di Garanzia - aveva fornito indicazioni contrastanti: il nome più gettonato è risultato quello di Walter De Cesaris, con una quarantina di "preferenze", seguito da Flavia D'Angeli, indicata da 35 esponenti del CPF; altri nomi hanno raccolto una manciata di indicazioni.

Di fronte a questa situazione, Ferrara ha preso atto dell'assenza di un orientamento determinato e ha proposto di riconvocare il CPF entro la fine del mese, previa comunicazione alla Segreteria Nazionale della situazione romana. Gli interventi che hanno seguito l'introduzione di Ferrara hanno confermato lo scontro fra due impostazioni che si era già manifestato in precedenza: da una parte chi vuole gestire la Federazione con le sole forze della "maggioranza della maggioranza" (in sintesi, senza l'area delle "tesi alternative"), dall'altra chi propone una gestione unitaria a partire dall'individuazione di alcune priorità programmatiche.

A conti fatti, l'impostazione di chi vuole gestire la Federazione con la sola "maggioranza della maggioranza" è già fallita, per due ottimi motivi: il primo è che l'articolazione interna di questa area è tale da rendere estremamente ardua l'individuazione di un nome che accontenti tutti; il secondo è che si tratta di un controsenso, perché il documento finale della Federazione è stato approvato a larghissima maggioranza, con i soli voti contrari della minoranza che fa riferimento a Marco Ferrando, per cui non si comprende quale sia il criterio con cui si vorrebbero definire una maggioranza ed una minoranza della maggioranza, tantopiù che questo problema non esiste sul livello nazionale, visto che la Segreteria Nazionale vede la presenza a pieno titolo di Claudio Grassi, esponente delle "tesi alternative".

A sostenere la singolare tesi della "maggioranza della maggioranza" sono stati principalmente gli esponenti di Bandiera Rossa, cui appartiene Flavia D'Angeli, che hanno enfatizzato la situazione usando termini quali "disastro" e "catastrofe", provocando più di qualche sorriso in platea; altri interventi - fra cui, in particolare, quello di Bianca Bracci Torsi - hanno puntato l'indice contro la pretesa di autodefinirsi "maggioranza della maggioranza" escludendo a priori compagne e compagni che hanno votato lo stesso documento, nascondendo dietro questo sofisma quella che si configura come una corrente.

In questo contesto, la scelta di rinviare l'elezione del Segretario e degli organismi dirigenti è apparsa dunque un passaggio obbligato. La soluzione del problema appare ancora difficile, perché procedere a colpi di maggioranza sarebbe estremamente rischioso, sia per la ristrettezza dei numeri, sia per l'ulteriore inasprimento di una tensione già molto alta; d'altra parte, le resistenze ad una soluzione unitaria sono molto forti, poiché determinerebbero il ridimensionamento di componenti (Bandiera Rossa, ma non solo) abbondantemente sovradimensionate rispetto alla consistenza reale.

La prospettiva dovrebbe essere, quindi, quella del commissariamento della Federazione, con la convocazione di un Congresso straordinario a tempi brevi, ma è assai dubbio che questo possa portare ad una situazione più definita. Nel frattempo, la vita di partito continua come se niente fosse: si tengono le Feste di Liberazione, si prepara la Festa Nazionale (che si terrà anche quest'anno nello spazio di Castel Sant'Angelo) e si raccolgono le firme per i referendum.