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‘DESAPARECIDOS’: MIGLIAIA IN PIAZZA A MONTEVIDEO

(22 Maggio 2013)

“Nella mia patria non c’è giustizia, chi sono i responsabili?”: è lo slogan scandito da migliaia di uruguayani scesi in piazza a Montevideo in memoria dei ‘desaparecidos’ dell’ultima dittatura (1973-1985). Una marcia che si tiene ogni anno dal 1996, ma che quest’anno ha assunto un significato particolare: a febbraio la Suprema corte di giustizia ha infatti dichiarato incostituzionale una legge del 2011 che definiva imprescrittibili i crimini del regime militare, sollevando lo sdegno e le critiche dei parenti delle vittime.

Senza bandiere né simboli di partito, portando solo le fotografie dei cari scomparsi durante la dittatura, un corteo ha sfilato in silenzio fino alla centrale Plaza Libertad, dove è risuonato l’inno nazionale. “Siamo a 40 anni dal golpe e sono molto pochi i compagni ‘desaparecidos’ ritrovati. Abbiamo molte cause giudiziarie pendenti, circa 400 fra militari e civili denunciati e pochissimi detenuti” ha detto l’ex prigioniera politica Martha Passeggi.

“Esiste una responsabilità dello Stato. Anche se cambiano le circostanze politiche lo Stato continua ad essere responsabile” ha aggiunto.

Gli ha fatto eco Óscar Urtasún, dell’associazione dei familiari di ‘detenidos’-‘desaparecidos’: “Ci sono stati alcuni successi – ha detto – ma questa non è giustizia. Ci sono almeno 80 processi bloccati, continuano a porci ostacoli dalla sfera politica e giudiziaria. Ogni volta che un pubblico ministero vuole prendere sul serio un caso, lo mettono da parte o lo trasferiscono”.

Il massimo tribunale uruguayano ha dichiarato incostituzionale la legge che era stata approvata nell’ottobre 2011 dal Frente Amplio (governo di sinistra) con l’obiettivo di derogare di fatto una norma vigente dal 1986 che per anni ha frenato i processi contro i militari accusati di violazioni dei diritti umani e applicare un verdetto della Corte interamericana dei diritti umani (Cidh) che ha ordinato all’Uruguay di indagare e portare in tribunale i gerarchi del regime.

Nel marzo 2012, lo Stato si è assunto formalmente la responsabilità dei crimini commessi durante la dittatura, nel rispetto di un pronunciamento della Cidh per il “caso Gelman”. Riguarda la scomparsa della nipote del poeta argentino Juan Gelman, strappata nel 1976 ai genitori Marcelo Ariel Maria Claudia García Iruretagoyena e affidata illegalmente alla famiglia di un poliziotto uruguayano. Macarena Gelman è stata ritrovata nel 1999; i resti di suo padre erano stati rinvenuti e identificati 10 anni prima, mentre continua la ricerca della madre.

[FB]

Misna

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