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(29 Luglio 2012) Enzo Apicella

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Padova: sulla variante urbanistica Riccoboni-Mariani

Appello al consiglio comunale

(19 Ottobre 2004)

Legambiente, WWF, Amissi del Piovego, Ass. La Brentella e Aprile per la Sinistra registrano la decisione della Giunta Comunale di operare una modesta riduzione della cubatura prevista dalla Variante urbanistica Riccoboni voluta dalla precedente amministrazione in spregio ad ogni idea di sostenibilità ambientale della città. Un segnale di sensibilità ambientale, ma troppo limitato se si considera che in campagna elettorale il centro sinistra aveva promesso una “riduzione drastica dell’edificabilità” e aveva accolto la richiesta di revocare la Variante proveniente da moltissimi comitati e associazioni del terzo settore.

E infatti si deve soprattutto all’azione di queste ultime, comunque, se almeno è stata decisa questa sforbiciata alla cubatura. Tuttavia i grandi volumi edificabili che l’Assessore all’urbanistica Luigi Mariani ancora consente e che in gran parte si collocheranno nei residui “cunei verdi” interni alla città, impedirebbero di realizzare un organico sistema del verde cittadino.

I cunei verdi sono quanto rimane della idea originale di forma della città di Luigi Piccinato, grande urbanista degli anni ‘50. Separano gli uni dagli altri i quartieri della prima periferia, portando il verde fino a ridosso della mura cinquecentesche e mettendo in comunicazione la città con le aree agricole vaste. Sono (sarebbero stati?) la base per un articolato sistema di verde urbano che circondi Padova con due grandi anelli.

Quel sistema del verde di cui abbiamo bisogno anche per difenderci dall’inquinamento urbano. Senza contare che, se Padova vuole far prosperare di pari passo qualità della vita ed economia, non può diventare ancora più densa di quanto già è.

Quanto al Parco del Basso Isonzo, Mariani, non modificando gli indici previsti dalla variante Riccoboni, riduce la realizzabilità dello stesso a meno di un terzo di quella progettata.

Perciò Legambiente, WWF, Amissi del Piovego, Ass. La Brentella e Aprile per la Sinistra insistono per il ripensamento dell’Amministrazione che può ancora cambiare idea fino alla definitiva approvazione della “variante alla variante” prevista per il consiglio Comunale del 20 ottobre. Altrimenti – concludono – saremmo troppo lontani dal nuovo modello urbanistico ambientalmente sostenibile di cui abbiamo bisagno: un disegno unitario per la “Padova diffusa”, con la concentrazione degli eventuali interventi edilizi in alcuni poli esterni al capoluogo, in grado di costituire un’alternativa concreta al nucleo centrale e di porre le premesse per la formazione di un esteso anello verde le cui propaggini si connettano al sistema del verde urbano.

Se domani martedì 19 ottobre il Consiglio Regionale deciderà di far slittare di 6 mesi l'entrata in vigore della nuova legge urbanistica regionale, viene meno la ragione di intervenire con fretta sulla variante di Riccoboni.

Chiediamo pertanto che si sospenda la deliberazione in consiglio comunale della Variante alla Variante e si riveda il tutto aprendo finalmente i tavoli partecipativi nei quartieri, coinvolgendo i comitati, le associazioni, le commissioni urbanistiche comunali e di quartiere.

Se invece non ci fosse proroga dell'entrata in vigore della nuova legge urbanistica - e a Padova assistessimo alla approvazione della variante alla variante - chiediamo per il futuro prossimo l’avvio di un percorso di progettazione partecipata (utilizzando le metodologie e gli strumenti operativi di Agenda 21 Locale) per l'elaborazione di un Piano d’Area Vasta, in collaborazione con la Provincia, e di un PATI (Piano di assetto territoriale intercomunale) fondati sui principi dell’ecologia e della sostenibilità sociale e finalizzati ad una sempre più organica integrazione della città con i Comuni contermini, che favorisca la nascita di un modello di città metropolitana policentrica basata sull’urbanistica democratica.

I NUMERI

Rispetto alla Variante Riccoboni (“Variante Parziale al Piano Regolatore Generale denominata “per la ridefinizione del sistema dei servizi e delle norme”, delibera del C.C. n. 103 approvata il 24 settembre 2003) il nuovo strumento urbanistico adottato dalla Giunta lascia sostanzialmente invariate le superfici e gli indici di quasi tutte le varie tipologie di perequazione e le zone di espansione edilizia.

L’unica riduzione consistente riguarda le sole zone di perequazione integrata che da un indice di 0,50 viene diminuita a 0,20 + 25% volumetria PEEP per un totale di 232.967 mc di edificabilità consentita, che risulta essere di - 500.000 mc rispetto a quanto permesso da Riccoboni e non di 700.000 mc come affermato dall’Assessore Mariani. Questi si otterrebbero solamente se confrontassimo con la prima versione della variante Riccoboni (che aveva un indice di 0,65) e non con quella definitivamente adottata dal C.C. il 24 settembre 2003 e mandata in regione (con un indice di 0,50). In definitiva la sforbiciata della Giunta di centro sinistra è di soli 500 mila metri cubi in meno rispetto ai 2.500.000 previsti dalla variante Riccoboni. Insomma vengono lasciati 2 milioni di metri cubi di nuova edificabilità sostanzialmente inutile per la città.

Se non si intendeva ritirare la variante tout court, cosa a detta di molti esperti possibile, si poteva percorrere la strada di un abbassamento drastico degli indici di edificabilità, che metteva l’Amministrazione al sicuro da eventuali ricorsi al TAR e contemporaneamente salvaguardava le aree di pregio ambientale rendendo per niente o poco remunerativo per i privati procedere nelle perequazioni, reintroducendo di fatto delle destinazioni a verde senza vincoli da espropriare.

I cunei verdi da tutelare

Avevamo chiesto la salvaguardia di 8 cunei verdi residui (o aree importanti da un punto di vista socio-ambientale): Brentelle, Guizza, IV Martiri, Comino, Forcellini, Terranegra, Mortise 1 e 2.

Queste 8 richieste rimangono pressochè inascoltate, sia in termini di indici (per noi troppo elevati) che per superfici (troppo scarse).

Brentelle: viene spezzettata in tre: la parte centrale a verde attrezzato (di fronte al parco della brentelle), due aree a perequazione integrata di tipo B con lo 0,20 + PEEP; non viene aumentata la superficie comprendendo altre aree attigue di egual valore per completare l'unitarietà della zona come avevamo richiesto;

Guizza: rimane ambientale, noi chiedevamo l’ampliamento dell'area;

IV Martiri: viene trasformata in perequazione integrata di tipo B con lo 0,20 + PEEP;

Comino: rimane a perequazione strutturale, con l'eccezione dell'inserimento di una piccolissima area a verde attrezzato che significa nuova palestra o simili in via Vlacovich dietro quella già esistente;

Terranegra: viene trasformata in perequazione integrata di tipo B con lo 0,20 + PEEP, mentre l’area di Isola di Terranegra, pur rimanendo in perequazione ambientale, viene suddivisa in 3 sottoaree anziché prevalga il progetto unitario;

Forcellini: spezzata in due aree di perequazione integrata di tipo B con lo 0,20 + PEEP; non viene ampliata l’area verso via Canestrini come da noi richiesto;

Mortise 2: modificata ad ambientale. E’ l'unica area per la quale accettano la nostra richiesta "tutti i cunei dovevano diventare perequazioni ambientali";

Mortise 1: 2/3 diventa perequazione integrata di tipo B con lo 0,20 + PEEP, 1/3 area a verde attrezzato che consentirà di fatto l'ampliamento del complesso del Plebiscito confinante.

Ma Mortise freni i suoi entusiasmi perchè un'area grande, prima a perequazione ambientale (quella compresa tra via Mortise e la ferrovia) viene ora trasformata in perequazione integrata di tipo A con lo 0,25 + PEEP.

Le uniche sorprese in positivo riguardano:

Armistizio: un'area a sud del Bachiglione prima di Voltabrusegana viene portata da perequazione strutturale ad ambientale.

Argini del San Gregorio: nel tratto compreso tra via Canestrini e via Forcellini viene trasformata la fascia di rispetto della Galasso in area verde di interesse generale.

Per altro noi avevamo chiesto che tutte le fascie protette dalla Galasso fossero scorporate dal calcolo delle superfici, invece tale principio viene applicato solo su questi argini.

Capitolo a parte per il Basso Isonzo

Qui viene confermato esattamente quanto previsto da Riccoboni, perequazione ambientale con indice dello 0,15, quello che noi critichiamo da anni perchè troppo elevato, che consente l'edificazione di 90.000 mc corrispondenti a 240-280 alloggi.

Inoltre, anzichè accogliere la nostra richiesta che venisse reintrodotto il disegno complessivo ed unitario del parco, nella norma deliberata viene introdotta la possibilità (senza esplicitare su quali criteri) di suddividere le aree a perequazione ambientale in sottoaree.

Infatti sulla carta prodotta in delibera, l'area dei 600.000 mq del basso isonzo viene divisa in due, proprio a sancire la differenza fra l'area est suddivisa fra 3 grandi proprietari e quella ovest, a vocazione agricola, più frazionata.

Corrisponde al disegno di Mariani di concludere con la perequazione con i grandi proprietari in un area da 300.000 mq, avere 45.000 mc di edificato e realizzare servizi (strade, parcheggi, verde) sui rimanenti 240.000 mq. Ci chiediamo quanto dei 240.000 mq sarà effettivamente messo a verde (quante strade e parcheggi serviranno per servire i circa 140 nuovi appartamenti?) rispetto ad una potenzialità iniziale di 1.000.000 mq.

Ma spezzando in questo modo in due il disegno unitario si rischia che se un domani, pur con più difficoltà, anche i piccoli proprietari vanno a perequazione costruendo i loro 45.000 mc, avremmo uno spezzettamento delle aree verdi e non un disegno unitario, con aumento dei servizi necessari: strade, parcheggi.

Purtroppo Mariani non ha mai preso in considerazione di ritornare sulla decisione di Riccoboni di destinare la zona nord a verde attrezzato, operazione che avrebbe fatto tornare l’area disponibile del Basso Isonzo vicono ai 1.000.000 mq degli anni 90.


Padova, 18/10/04

LEGAMBIENTE, WWF, AMISSI DEL PIOVEGO, ASS. LA BRENTELLA, APRILE PER LA SINISTRA

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