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Padova: lettera aperta di iscritti ed ex iscritti alla CISL

dal Gazzettino di venerdì, 12 Luglio 2002

(15 Luglio 2002)

Siamo un gruppo di iscritti ed ex iscritti alla CISL della provincia di Padova, alcuni attivi in questa confederazione fin dall'inizio degli anni '70, nei consigli di zona di Piazzola Sul Brenta e di Cittadella: organismi sindacali unitari, costituiti dai rappresentanti delle fabbriche, della scuola e della terra e aventi come riferimento constante, per i loro programmi e per le loro battaglie, i bisogni e gli interessi dei lavoratori e dei ceti sociali meno abbienti.

Quanto siamo lontani da quella stagione di lotte, che ebbe inizio nell'"autunno caldo" del '69! Ma quanto è necessario richiamarsi a quel tempo per attingervi forza, senso di responsabilità, fedeltà ai propri impegni e ideali.

E', infatti, con grande amarezza e preoccupazione che ci vediamo costretti ad esprimere il nostro profondo dissenso sulla posizione assunta dalla nostra Confederazione riguardo l'art. 18. Da subito abbiamo rilevato l'incertezza del segretario generale Pezzotta nell'affrontare la delicata materia delle deleghe al Governo sul lavoro e ci siamo rincuorati quando la Confederazione ha deciso di partecipare allo sciopero generale del 16 aprile 2002 in difesa dei diritti dei lavoratori: finalmente la CISL aveva scelto da che parte stare!

Poi di nuovo le ambiguità, l'arretramento e la decisione sciagurata di trattare con il governo. Denunciamo con forza la profonda incoerenza tra la partecipazione allo sciopero generale e la posizione assunta in questi giorni dai vertici CISL che sa di subalternità al governo e di nuovo collateralismo. Pezzotta afferma di avere accettato di sedere al tavolo del governo sul lavoro perché si sarebbe verificata la condizione posta dal sindacato (stralcio dell'art.18 dalla delega).

Ma è una penosa bugia: Berlusconi non ha affatto stralciato ma trasferito l'848 dalla delega al testo di legge chiamato 848 bis, dove l'art. 18 viene "sospeso" per tutti i nuovi assunti di aziende che "crescono" oltre i 15 dipendenti, come recita il "patto per il lavoro", vergognosamente firmato ieri anche da CISL e UIL. Riteniamo molto grave che la CISL si sia resa disponibile a questa manovra che, nella sostanza, porta il segno pesante dei licenziamenti illegittimi consentiti ai padroni tramite il governo di destra.

I primi a farne le spese saranno i giovani, i neoassunti, poi via via tutti gli altri: la falla, una volta aperta, non potrà che ingrandirsi sotto la pressione di Confindustria e del padronato. Riteniamo altrettanto grave il fatto che il governo sia riuscito nel suo intento primario di rompere il sindacato proprio sul tema dei diritti e delle tutele dei lavoratori: che cosa diremo ai giovani, ai nostri figli che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro? Il governo di destra fa strame dell'informazione pubblica, del sistema di garanzie proprie di uno stato di diritto, ora anche allo Statuto dei lavoratori.

Non è tempo di esprimere un'opposizione seria, responsabile, unitaria che utilizzi e non mortifichi il potenziale di lotta presente nel Paese? Da parte nostra, assicuriamo che "continueremo ad esserci", insieme con quanti credono in un'alternativa politica e sociale, anche nell'ipotesi che maturassimo la scelta di revocare l'iscrizione al sindacato in cui abbiamo creduto ed operato per tanti anni.

Paolo Alibardi, Amelio Anzeliero, Piergiorgio Anzeliero, Leda Favero, Gianbattista Pandocchi, Franca Pieretti, Bruno Pilotto, Isidoro Rossetto, Chiara Salvato, Lucia Zanarella, Luigi Zan

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