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Capitale e lavoro:: Altre notizie

Lavoro. In Cambogia polizia reprime protesta in fabbrica Nike

(29 Maggio 2013)

nikecambog

Almeno 23 operai cambogiani di una fabbrica che produce abbigliamento per la Nike sono stati feriti nella giornata di ieri durante scontri con la polizia, intervenuta con manganelli elettrici per interrompere proteste in corso da quasi una settimana all'esterno dello stabilimento di Kampong Seu, a ovest della capitale Phnom Penh.

Lo ha riferito un leader sindacale.

Il 21 maggio, circa 3000 lavoratori - in gran parte donne - avevano bloccato una strada che conduceva alla fabbrica della Sabrina Garment Manufacturing, chiedendo un aumento di retribuzione di 14 dollari mensili per compensare le spese di trasporto e alloggio.

Al momento i 5000 operai dello stabilimento vengono pagati secondo la retribuzione minima nazionale di 74 dollari al mese.

Tra i feriti, secondo il rappresentante sindacale Sun Vanny, c'é anche una donna incinta, che ha sofferto un aborto spontaneo dopo essere stata colpita. Dal letto di ospedale, un altro operaio ha spiegato alla Reuters di essere stato colpito alla testa con un manganello elettrico, col quale era armata la polizia in assetto antisommossa inviata per disperdere i manifestanti.

Ricordiamo come nell'ultimo decennio, grazie soprattutto alle basse retribuzioni, diversi grandi marchi stranieri hanno intensificato la loro produzione in Cambogia, dove nel 2011 l'abbigliamento ha contribuito per il 75 per cento agli oltre 5 miliardi di dollari dell'export nazionale.

Nell'ultimo anno i circa 500 mila lavoratori impiegati nel settore hanno organizzato un'ondata di scioperi per maggiori diritti, ottenendo con grande fatica un aumento della retribuzione minima, rappresentata dai precedenti 61 dollari.

Nonostante qualche miglioramento, gli incidenti sul lavoro rimangono frequenti; solo lo scorso 16 maggio, due operai sono morti nel crollo di un soppalco in una fabbrica che produce scarpe Asics.

La battaglia per i diritti e le tutele dei lavoratori è solo agli inizi e ci auguriamo che attraverso una adeguata informazione sulle condizioni di lavoro attuali, si possa contribuire a tale battaglia.


28-5-2013

DirittiDistorti

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