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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Bologna, 1 giugno
Contro i licenziamenti alla Granarolo!
Per il Sindacato di Classe!

(31 Maggio 2013)

Il licenziamento di 40 lavoratori in appalto alla Granarolo, colpevoli di avere partecipato agli scioperi organizzati dal SI Cobas, dimostra che in questa putrida società capitalista i cosiddetti “diritti” sanciti dalla Costituzione sono carta straccia, da sempre calpestati quando mettono in pericolo gli interessi vitali – il profitto – della classe dominante, del padronato.

Così ha fatto la Commissione di garanzia sullo sciopero che, per mettere un freno alla lotta dei lavoratori della logistica, ha inserito tra i servizi pubblici essenziali la movimentazione ed il trasporto di merci deperibili con conseguente applicazione delle procedure previste dai codici di autoregolamentazione e dalla legge 146 del 1990.

Lo sciopero è un’arma della classe lavoratrice e può essere difeso solo impiegandola in modo sempre più esteso e determinato. Appellarsi al diritto di sciopero non serve, anzi svia i proletari da questa strada. I diritti che tutelano i lavoratori sono in realtà sempre conquiste della loro lotta. Se non sono difesi con la stessa forza che li ha guadagnati finiscono inevitabilmente per essere distrutti dal regime capitalista, magari in nome dei diritti dei cittadini e delle imprese. Non il diritto ma solo la loro lotta difende i lavoratori.

Le lotte degli operai della logistica sono un esempio per i proletari di tutte le altre categorie. Finché i lavoratori partecipano ai finti scioperi dei sindacati di regime (Cgil, Cisl, Uil) e seguono le liturgie elettorali, il regime capitalista può nascondersi con l’inganno della democrazia. Quando imboccano la sola strada utile a difenderli, quella della lotta di classe, la maschera democratica cade e si svela il vero volto della dittatura del capitale. La repressione delle carogne padronali e dello Stato borghese – coi licenziamenti, i fogli di via, i processi e le cariche della polizia contro gli operai in sciopero – mostra la vera natura del regime del Capitale e indica che la classe dominante riconosce nel SI Cobas un organismo di difesa dei lavoratori che cammina sulla strada per la ricostruzione di un vero SINDACATO DI CLASSE fuori e contro i sindacati di regime.

Il licenziamento degli operai alla Granarolo è un attacco contro tutti i lavoratori perché mira a non far rialzare la testa alla classe lavoratrice e ad impedire la rinascita del Sindacato di Classe!

Per questo il sindacalismo di base, superando le misere divisioni di sigla frutto delle attuali dirigenze opportuniste, devono mobilitarsi al fianco del SI Cobas e degli operai della logistica per preparare ed estendere il più possibile lo sciopero in loro difesa spezzando i confini della categoria!

La crisi storica del capitalismo è al suo inizio e continuerà inesorabilmente costringendo in ogni paese tutti i governi borghesi, di destra o di sinistra, ad affondare l’attacco alle condizioni di vita del proletariato. Presto anche i lavoratori italiani saranno condotti dal capitalismo stesso a intraprendere la strada della lotta di classe, per ora imboccata dai loro fratelli di classe immigrati.

Il futuro non sarà catastrofico, come nemici e falsi amici del proletariato prospettano, se verrà affrontato in maniera cosciente ed organizzata. La lotta sindacale è necessaria a difendere i lavoratori ma non è sufficiente. Più avanza la crisi più la minima rivendicazione salariale diverrà insopportabile per il capitalismo ed il suo regime vi si opporrà con ogni forza. Si porrà necessariamente per la classe lavoratrice la questione del potere politico. Contrariamente a quanto vuol far credere la classe dominante con l’ideologia democratica la classe dei lavoratori è priva di ogni potere politico, tutto in mano alla borghesia che lo esercita attraverso il suo Stato.

Come alla lotta economica serve il Sindacato di classe, quella politica necessita del Partito rivoluzionario che ambisca alla conquista rivoluzionaria del potere e alla instaurazione delle dittatura del proletariato. Il Partito Comunista Internazionale è l’erede storico della Sinistra Comunista italiana che fondò il Partito Comunista d’Italia a Livorno nel 1921 e combatté l’ondata opportunista dello stalinismo. È il solo che abbia saputo difendere l’originale programma comunista rivoluzionario e abbia tratto dalla sconfitta della rivoluzione, culminata dal trionfo della menzogna del capitalismo di Stato russo, cinese, ecc. spacciato per socialismo, le lezioni necessarie per la riscossa proletaria futura.

Partito Comunista Internazionale

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