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Addio compagne

Addio compagne

(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

Tutte le vignette di Enzo Apicella

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    (Memoria e progetto)

    Osservazioni su Rifondazione

    la politica del predicar bene e razzolar male?

    (21 Ottobre 2004)

    Passandomi in rassegna i vari siti web in qualche modo inerenti all’area radicale del PRC e leggendo quanto in essi pubblicato non posso esimermi dal dire modestamente la mia.
    Senza dubbio alcuno Bertinotti sta inserendo il Partito in una coalizione dove alberga il peggio che la sinistra possa esprimere: i DS. Non cito i partiti centristi perché sono quel che sono e personalmente non sono degni di nota da parte mia. Quando queste forze politiche “sociali” erano al governo hanno pensato bene di iniziare il massacro della classe operaia dando il via alle privatizzazioni e ai “pacchetti” e gettando le basi per l’emanazione di quelle leggi e leggine che colpivano inesorabilmente i lavoratori, il tutto condito dalla complicità di un sindacato confederale che ben si guardava dal dispiacere ai “padroni politici”, la CGIL di Cofferati in primo luogo. Accadimenti che agli occhi del buon Fausto erano quantomeno aberranti. Oggi, consapevole di quelle passate vicissitudini, il buon Fausto, forse pensa di far adeguare buona parte della futura compagine di governo alle sue idee pur consapevole che avverrà esattamente l’opposto è, a quel punto, o si esce dalla compagine o si rimane facendo buon viso a cattiva sorte. In tutti e due i casi Rifondazione ne uscirebbe con le ossa rotte e con un futuro politico in buona parte tutto da ricostruire. Ritengo che il nostro Segretario sia in buona fede quando pensa di fare questo, pur tuttavia non può non tener conto dei malumori più o meno marcati che provengono dall’interno e dall’esterno del Partito dove non tutti seguono il ragionamento del “ dissento ma mi adatto”.
    Trovo giusta la scelta dei movimenti di abbandonare, o almeno non condividere, la via intrapresa dal nostro Segretario e penso che se si voterebbe oggi Rifondazione sarebbe relegata ai margini politici. La manifestazione di Roma, oltre a darne inequivocabilmente la misura, era una manifestazione monca perché mancava quell’onda d’urto che solo le componenti radicali apportano, componenti tradite che difficilmente dimenticano. I compagni di Progetto Comunista chiedono di scegliere “ o con gli operai di Melfi o con la Confindustria”, personalmente scelgo gli operai di Melfi essendo figlio di un metalmeccanico Fiat che visse tutte le lotte operaie dell’epoca dal 1964 in poi. Non nascondo che non mi riconosco nel Bertinotti attuale e penso sempre più di non tesserarmi per il prossimo anno. Non è una fuga o un rinnegamento delle mie radici (ero in Democrazia Proletaria) perché cercherò di aggregarmi in quei contesti, che se pur piccoli, hanno ancora viva la voglia di portare avanti i valori e gli ideali che il vero popolo della vera sinistra si sente di condividere ed attuare. Qualcuno esternava “ Bertinotti not in my name”, vero, verissimo e da me pienamente condiviso così come non condivido pienamente le diatribe all’interno delle varie anime del Partito. Non le condivido non perché sono contrario, per carità, è che le ritengo potenzialmente dannose perché in un Partito come il nostro dove gli ideali sono fortemente radicalizzati difficilmente si raggiungerebbe un qualche accordo o condivisione che ne eviterebbe la spaccatura. Questo può avvenire all’interno dei DS dove la bramosia del potere e dell’arrivismo alla fine mettono d’accordo tutti. Penso ci rimangano due sole alternative. O seguiamo il Capitano come bravi marinai o non saltiamo sulla nave con lui, ma adesso. Mai abbandonare la nave o ammutinarsi. L’ammutinamento in questo caso sarebbe l’atto più spregevole che si possa compiere. Per chiarire il mio concetto: o si esce ora, anche se molto doloroso, o si rimane con tutto quello che ne segue. Dimenticavo, in Sicilia tutto tace.

    Ragonesi Vincenzo

    Fonte

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