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Solidarietà con i manifestanti in Turchia

(4 Giugno 2013)

Quella che era iniziata come una piccola protesta contro la distruzione di Gezi Park vicino Piazza Taksim a Istanbul, è diventata un movimento nazionale per le dimissioni del primo ministro Erdogan. Il 28 maggio, poche decine di persone hanno deciso di impedire fisicamente i lavori per costruire un centro commerciale: sono stati circondati e poi sottoposti a un fuoco di fila di gas lacrimogeni. Il loro piccolo campo è stato distrutto e le loro tende bruciate.
La polizia turca è nota per la sua brutalità (scontri violenti ci sono stati quando hanno impedito al corteo del I maggio di entrare a piazza Taksim). Tuttavia, c’è qualcosa di diverso questa volta. Forse era il fatto che i manifestanti continuavano a tornare notte dopo notte. O forse il fatto che il pubblico li ha visti come semplici cittadini e non come “estremisti incalliti” o attivisti sindacali. Qualunque sia la ragione, le proteste e la repressione brutale della polizia hanno scatenato un’ondata di simpatia che ben presto è diventata un movimento di massa contro il governo diffuso in tutto il paese.
Per 10 anni l'AKP ha governato col pugno di ferro ed è riuscito ad aumentare i suoi consensi perché l’economia cresceva, dai 2.800 dollari di reddito medio nel 2001 ai 10.000 del 2011. Questa crescita però sta finendo e scoppiano tutte le contraddizioni di un sistema molto iniquo, dove la tassazione indiretta (che colpisce i più poveri) rappresenta i 2/3 della fiscalità. I disoccupati sono il 9% e il tasso di povertà è al 16%.
La lotta di Gezi Park è stata la miccia che ha fatto esplodere la rabbia contro l'AKP e la sua politica di speculazione edilizia, attacco alla laicità dello stato, provocazioni contro la minoranza alevita, attacco delle organizzazioni dei lavoratori. In questo movimento ci sono fianco a fianco ragazzi turchi, curdi, aleviti e anche ultrà di squadre fra loro rivali. Il movimento cresce giorno dopo giorno e con la manifestazione oceanica del 1 giugno (dove la polizia è stata costretta a ritirarsi) si è già ottenuta la prima vittoria parziale con il blocco del progetto per Gezi Park. Ma questo al movimento non basta che assume sempre di più un carattere di contestazione generale contro il governo e le sue politiche.
Oggi, 4 giugno, il sindacato dei dipendenti pubblici KESK ha cominciato uno sciopero di 2 giorni. Il sindacato dell’industria DISK ha convocato assemblee di 2 ore per discutere delle lotte e dello sciopero generale.
La Turchia ha una forte classe operaia e le sue tradizioni rivoluzionarie non sono seconde a nessuno. L’entrata in scena con lo sciopero generale dei lavoratori organizzati è quello che ci vuole per fare cadere Erdogan!

Solidarietà con chi lotta in Turchia
Stop al terrore poliziesco
Viva la solidarietà internazionalista

FalceMartello

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