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Treviso: lettera aperta alla Cisl

dal Gazzettino del 14 luglio 2002

(15 Luglio 2002)

«Cari amici della Cisl,
chi di voi mi conosce sa che sono stato tra i "fondatori" della Cisl (provenendo dalla corrente sindacale cristiana nella Cgil unitaria); che ho tenuto prima la Segreteria Prov.le e poi quella Regionale, della Cisl stessa, essendo nel contempo negli organi decisionali ed esecutivi della Confederazione, in sede nazionale; perciò mi permetto di richiamare la vostra attenzione: badate bene, avete nelle vostre mani la sorte non solo della nostra Cisl, ma del futuro del movimento sindacale in Italia!

Ho seguito con estremo interesse le discussioni intorno al famoso art. 18 della legge Brodolini-Donat-Cattin, ed intorno alle svariate proposte del Governo sulle altre disposizioni, tutte condizionate, però, allo "scavalcamento" di tale articolo.

Ed è con piena e convinta coscienza che vi avverto, amici della Cisl: non piegatevi!

È in gioco la conquista di un diritto civile nei luoghi di lavoro, e, con esso, la libertà del sindacato, che è il primo organismo sociale che "patirebbe" se diminuissero i suoi spazi di libertà.

Tutte le ragioni campate dalla Confindustria per l'aumento dei posti di lavoro, non trovano conforto nella realtà occupazionale; vero è, invece, il pericolo che l'attuale Governo possa servirsi della pressione Confindustriale esercitata su di lui, per coinvolgere il Sindacato nel suo "menage" politico, uscendone strumentalizzato.

Quanti, come me, hanno vissuto sotto il fascismo ben ricordano come, tra le conquiste che quel "regime" vantava, ci fosse la deprecata "Carta del Lavoro", in base alla quale il Sindacato divenne un mero strumento di rappresentanza "corporativa".

Non vogliamo tornare, spero, su simili sentieri!

Perciò vi esorto, cari amici della Cisl, "non firmate"!

O volete costringermi, dopo ben 52 anni di fedeltà alla Cisl di restituirvi la tessera?»

Agostino Pavan

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