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(31 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Flessibili, precari, esternalizzati)

DIRITTO AL LAVORO, DIRITTO AL WELFARE: UNIAMO LE LOTTE

(5 Giugno 2013)

Le lotte di lavoratori e lavoratrici di coop. sociali, enti del terzo settore in diverse città italiane dimostrano che la precarietà è ormai elemento caratterizzante del welfare (minori servizi erogati tra tagli e riduzione dell'intervento sociale) e la condizione in cui opera e vive la forza lavoro del terzo settore (contratti precari, partite iva fasulle, contratti a tempo determinato, riduzione orarie e salariali). In ogni caso, in Italia, il welfare correttamente inteso non si è mai sviluppato pienamente.

Il welfare é precario perché il lavoro di coloro che erogano i servizi è precario; sono precari gli stessi servizi offerti (destinati a continui tagli), precaria é la formazione al lavoro nel sociale (al lavoratore subentra la figura del volontario nonostante le statistiche dimostrino la drastica riduzione dei volontari per la crisi economica), precaria è la condizione di vita e di lavoro degli utenti dei servizi. Nel panorama generale della privatizzazione, della sussidiarietà e della esternalizzazione dei servizi sociali, il risparmio di fondi pubblici e la garanzia dei profitti si combinano magicamente grazie alla precarizzazione di coloro che nel welfare lavorano. Professioniste di questa combinazione sono le cooperative sociali: dietro la facciata di una gestione orizzontale dei diritti e dei doveri, lavorare in una cooperativa significa spesso solo la possibilità di non essere pagati per mesi se la cooperativa stessa versa in cattive condizioni economiche o se il committente pubblico è in ritardo di mesi nei pagamenti. A ciò' si aggiungano gli appalti al ribasso, una condizione di ricattabilità delle lavoratrici nelle cooperative (la riduzione delle ore è spesso anticamera del licenziamento) con il costante ricatto imposto ai soci (chi decade da socio perde anche il lavoro).

Molti dei servizi erogati dal welfare sono resi possibili solo dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore che subiscono una condizione di sfruttamento selvaggio da parte delle committenze pubbliche e delle cooperative stesse che devono far quadrare i conti.

Le esperienze concrete degli operatori e delle operatrici sociali siano allora la base di partenza per costruire connessioni dentro e fuori il mondo del welfare; del resto mentre i rapporti di lavoro sono resi sempre più instabili e precari, vengono richiesti requisiti sempre maggiori, spesso e volentieri conseguiti a spese di lavoratori e lavoratrici. Vogliamo discutere delle condizioni di lavoro nel terzo settore e di come il welfare sia sempre più tenuto in piedi da donne, migranti, studenti \lavoratori... Allo stesso tempo, i servizi erogati non coinvolgono i soggetti che beneficiano degli stessi, o che teoricamente dovrebbero usufruirne, visto che la platea dei beneficiari è in costante riduzione tra tagli, spending review e monetizzazione dei servizi. I nostri obiettivi?

• Intervenire nel merito degli appalti e delle convenzioni salvaguardando il monte

orario, le condizioni di lavoro, i contratti a tempo indeterminato;

• parlare di come uscire dall'ambito locale per connettere esperienze di lotta fuori dal proprio ambito cooperativo;

• discutere di cosa significa scioperare nel welfare precario;

• trovare nuovi metodi per colpire i responsabili di questo scempio sociale in un momento in cui la crisi dell'azione sindacale e la sua insufficienza sono sempre più evidenti, come evidenti sono i limiti delle vertenze (poche e difficili da condurre per la ricattabilità della forza lavoro sempre più frammentata, per una legislazione in materia di lavoro che colpisce diritti collettivi e individuali)

• parlare della condizione precaria dei lavoratori e delle lavoratrici del welfare, confrontarci sulle modalità di lotta attualmente possibili, costruire una rete che vada oltre l'isolamento delle singole esperienze di lotta.

Un confronto che dovrà portare a mobilitazioni, nazionali e non, per unire contenuti e pratiche incisive per il maggior coinvolgimento possibile di lavoratori e lavoratrici, anche sulle questioni relative alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e a tutela di chi lavora nei vari servizi e progetti.

Il Coordinamento delle cooperative sociali aderente al Cobas lavoro privato e all'USI fa propria la centralità dei Servizi Sociali intesi come un Bene Comune da difendere e da preservare dai tagli della spending review e da una organizzazione del welfare e del lavoro improntati alla precarietà.

Il coordinamento delle cooperative sociali Cobas e USI vuole interagire con tutte le realtà di lotta e contribuire alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del terzo settore

Per contatti, adesioni e info usare le due e mail dei soggetti promotori del volantino e appello congiunto, grazie.

Confederazione COBAS Lavoro Privato cobascooperativeroma@gmail.com

Unione Sindacale Italiana – USI nazionale usiait1@virgilio.it

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