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Sul Forum Sociale Europeo di Londra: il patatrac

La Resistenza irachena irrompe mel Social Forum Europeo

(23 Ottobre 2004)

Abbiamo letto la dichiarazione intitolata “ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL FORUM SOCIALE EUROPEO DI LONDRA” a firma di di Piero Bernocchi, Franco Russo, Marco Bersani, Raffaella Bolini, Salvatore Cannavò, Roberto Giudici, Maurizio Gubbiotti, Piero Maestri, Alessandra Mecozzi, Felice Mometti, Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Anna Pizzo. Questa dichiarazione ha un merito indiscutibile: non ha alcuna sostanza e non chiarisce le ragioni del patatrac del Forum di Londra, le cui responsabilita’ fa ricadere esclusivamente sulle spalle degli inglesi. Troppo comodo.

Ma cos’e’ successo a Londra? E’ successo che ci sono state durissime contestazioni alla burocrazia socialforumista, fino al punto che dibattiti e plenarie sono saltati, con autentici tafferugli. Alcuni hanno protestato per i costi (30 sterline per il biglietto d’ingrsso ai lavori del Forum, 10 sterline per dormire in sacco a pelo); altri per le esclusioni di alcuni gruppi antagonisti (alcuni compagni antimperialisti che volevano partecipare alla manifestazione di domenica sono stati diffidati dal farlo dalla polizia londinese la quale avrebbe affermato che per avrebbero potuto partecipare al corteo solo se glielo avesse confermato la direzione del Social forum (e questa avrebbe detto no). Gira un volantino dei contestatori: «Come i governanti europei si incontrano in fortezze isolate, così protette da forze private e statali, così i delegati del social forum europeo a Londra si incontrano in palazzi lontani dove guardie private decidono chi può entrare e chi no, chi ha pagato e chi no». Succede anche che alcuni disobbedienti che avevano preso parte alle contestazioni di venerdi e sabato sono stati arrestati a latere del corteo di domenica. Volano accuse gravissime: «L'impressione che il Social forum abbia chiesto alla polizia di intervenire e arrestare chi li aveva contestati - circolata già domenica pomeriggio - rimane. Tanto più che nessuno tra gli organizzatori dell'Esf ha speso parole di solidarietà in favore dei fermati o lanciato appelli per la loro liberazione. «C'è un problema politico più generale - dice il disobbediente bolognese Gianmarco De Pieri - il Social forum europeo sta diventando un palcoscenico ad uso e consumo delle social democrazie europee». (il manifesto del 19 ottobre). Sabato 16 ottobre la situazione è incandescente: «Un gruppo di manifestanti butta via sedie e tavoli, srotola uno striscione su cui è scritto «another world is for sale», «un altro mondo è in vendita», e prende il microfono. Altri salgono sulle transenne attorno al palco per srotolare striscioni, uno in particolare contro Livingstone, accusato di far parte del partito laburista, il «partito della guerra». (il manifesto del 17 ottobre).

Ma il casus belli che ha fatto scoppiare il Social Forum c’e’ stato il venerdi, quando e’ andata all’aria la plenaria sull’Iraq.

Indovinate chi erano gli iracheni invitati dal Social Forum? Partigiani? Esponenti della Resistenza? Guerriglier? Macche’! Fanno parlare Subhi Meshadani della Federazione Sindacale Irachena (Iraqi Federation of Trade Unions – IFTU), ovvero il solo sindacato riconosciuto, prima dal Consiglio di Governo di Bremer e oggi da Quisling-Allawi. Poco prima che la plenaria inziasse l’infame ha raggiunto il palco scortato da due gorilla vestiti di nero. A quel punto e’ partita la contestazione degli antimperialisti, tra cui alcuni delegati dei Comitati Iraq Libero. I compagni si sono alzati in piedi gridando “Fuori i collaborazionisti!”, “Vergogna!”. Il parapiglia e’ aumentato quando le facce di bronzo degli organizzatori del Social Forum hanno insistito affinché Meshadani parlasse per primo invitando poi i contestatori uscissero dalla sala. Apriti cielo! Stessa storia la mattina, ad un dibattito sulla globalizzazione. Una donna irachena che sosteneva di essere la presidentessa dei lavoratori dell´elettricitá e dell´energia di Bassora ha letto una dichiarazione. All´incontro è giunta accompagnata da un noto membro del cosiddetto Partito Comunista Iracheno notoriamente facente parte  del governo provvisorio designato dagli Stati Uniti.

A quel punto Professore Kamal Majeed, ingegnere accademico in pensione e veterano della campagna contro la guerra americana in Irak, si è recato al palco dove ha espresso la sua convinzione che la donna non fosse affatto una rappresentante dei lavoratori iracheni piuttoso del governo fantoccio e che probabilmente il suo discorso era stato scritto dai collaboratori di Allawi. Ha anche contestato la presenza di gruppi sionisti al Social Forum. La denuncia di Majeed degli impostori che cercano di ottenere legittimità dal movimento contro la guerra soltanto per servire gli scopi di Blair e di George Bush è stata salutata da applausi entusiastici. Ma la cosa non e’ finita li: un sacco di compagni ha improvvisato una protesta, obbligando i collaborazionisti pro-USA a lasciare la sala.

Insomma la Resistenza irachena ha fatto irruzione nel Social Forum, mettendo a nudo le ambiguita’ del pacifismo che non osa sostenere la lotta di liberazione, dando cosi la stura alla rabbia dei settori piu’ radicali i quali non accettano la normalizzazione socialdemocratica del’ESF. Ci chiediamo: cosa accadra’ a Porto Alegre?

Davanti ad un simile patatrac dei portavoce che si rispettino dovrebbero fare dei ragionamenti seri, dare delle spiegazioni politiche, invece che chiamarsi fuori come Ponzio Pilato. Dovrebbero spiegare il perche’ della burocratizzazione del Social Forum, il suo verticismo e leaderismo, invece tacciono, illudendosi di cavarsela a buon mercato. Se la prendono con I trotskysti inglesi del SWP ma non dicono una parola sulle responsabilita’ nefaste dell’amministrazione laburista e del sindaco Livingstone (detto “Ken il rosso” ma dirigente del partito laburista della guerra) dato che il Forum di Londra si e’ svolto sotto il ferreo patrocinio laburista. I portavoce italiani dovrebbero prendere atto della fine di un modus vivendi e operandi, della chiusura di un intero ciclo, invece niente, giocano a nascondino con la verita’. Cosi facendo, pero’, non fanno che rafforzare la sensazione che essi siano ormai al tramonto.

Notiziario del Campo Antimperialista .... 22 ottobre 2004

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