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Sul Comitato Politico Regionale del PRC Veneto di sabato 23 ottobre

(24 Ottobre 2004)

Il Comitato Politico Regionale svoltosi sabato 23 ottobre si è fondamentalmente caratterizzato per una discussione attorno alle prossime elezioni regionali.

Non essendo stato raggiunto il numero legale non era possibile votare ordini del giorno con valenza programmatica.

Nella sua relazione il segretario regionale Sperandio, della maggioranza bertinottiana, ha riferito sui tempi del congresso, che in sintesi sono:
1. Inizio fase congressuale gennaio 2005
2. riferimento il tesseramento del 2004
3. conclusione del congresso fine febbraio/inizio marzo 2005

Quindi ha riferito che il candidato presidente proposto dal centrosinistra alle elezioni regionali del Veneto nel 2005 è l’industriale Massimo Carraro.

Dopo aver accennato alla crisi che attraversa l’economia regionale ha esposto i seguenti punti programmatici:
- Contro i processi di delocalizzazione industriale il Prc proporrà:
1. Una tassa alle aziende che delocalizzano
2. la richiesta dell’abolizione degli incentivi economici della regione alle aziende che delocalizzano
- l’opposizione alla politica delle grandi opere, per la protezione dell’ambiente
- l’opposizione ai processi di privatizzazione di beni e servizi:
1. cercando alleati negli enti locali
2. ponendo una questione democratica

Attorno a questi assi propone una conferenza programmatica del centrosinistra e su queste basi presenterà un documento per il congresso regionale.

Come AMR Progetto Comunista abbiamo sostenuto:

- Che la crisi economica del Veneto deve essere analizzata nel più ampio quadro di crisi economica capitalistica internazionale,

- Che i processi di delocalizzazione esprimono:

1. il tentativo delle imprese di recuperare profitti attraverso la ricerca di forza lavoro a basso costo nei paesi dell’est

2. la ripresa degli storici interessi imperialisti nei paesi dell’est (Slovenia, Croazia, Romania, ecc) da parte della borghesia del Veneto e del Friuli Venezia Giulia dopo la distruzione della Yugoslavia e la restaurazione capitalistica

3. che i processi di delocalizzazione non possono essere bloccati da una tassa ma vanno contrastati con le lotte e la mobilitazione dei lavoratori

- Che è necessario costruire in Veneto un polo autonomo di classe e anticapitalistico sulla base di una piattaforma programmatica unificante dei diversi settori colpiti dalla crisi capitalistica e della privatizzazione dei servizi, dai lavoratori licenziati dalle aziende che delocalizzano a quelli colpiti dai processi di privatizzazione dei servizi (trasporti, scuola, sanità, aziende ex municipali, ecc), e su questa base sostenere con la lotta una vertenza generale contro i governi nazionali e regionali.

- Sulla base di un polo autonomo di classe chiamare all’unità e alla lotta tutte le forze del movimento operaio, politiche e sindacali. Chiedendo alle forze socialdemocratiche di rompere con la borghesia e i liberali (maggioranza DS, Margherita, ecc) e sostenere le rivendicazioni immediate dei lavoratori.

- l’alleanza con il centro liberale e significativamente la candidatura di Massimo Carraio non aiuta in questo processo di mobilitazione e resistenza dei lavoratori e delle masse popolari, ma rende questi subalterni agli interessi della borghesia veneta.

- Per quanto riguarda gli Enti locali, significativamente anche quelli gestiti dal centrosinistra con il sostegno del Prc, sono stati campioni dei processi di privatizzazione dei servizi, fra tutti emerge il Comune di Venezia, campione di privatizzazioni, basti pensare all’ultima vicenda della NES.

Antonino Marceca

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