">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Mezzogiorno di fuoco

Mezzogiorno di fuoco

(2 Marzo 2011) Enzo Apicella
Gli USA preparano l'invasione della Libia

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Dove và la CGIL?)

"Sulla Rappresentanza la Fiom non ha risolto niente. Perché appoggia la Cgil?". Intervista a Guglielmi

(9 Giugno 2013)

landrappre

Carlo Guglielmi, avvocato del lavoro e animatore del "Forum diritti lavoro" ha partecipato ieri ai lavori del congresso Usb portando il suo contributo.


Nella tua critica all’accordo sulla Rappresentanza hai scelto di mandare una lettera aperta al segretario della Fiom Maurizio Landini, per quale motivo?
La verità su Landini è che si trova nella duplice condizione di segretario di un sindacato non firmatario di un contratto collettivo nazionale, non solo in Fiat ma in tutta la categoria, e sindacalista con responsabilità primarie nella Cgil.

Vuoi spiegarti meglio…
Non è assolutamente vero quello che Landini ha detto sul nodo della Fiat. La questione Fiat non è non risolta, come sostiene, perché Fiat è fuori da Confindustria. Vorrei far notare che se Fiat, magari provocatoriamente, rientrasse in Confindustria il problema rimarrebbe. Landini si troverebbe esattamente nella posizione in cui è oggi: da una parte non potrebbe costituire rappresentanze sindacali perché non è firmatario del contratto collettivo nazionale dall’altra parte non potrebbe fare le votazioni delle Rsu perché lo stesso accordo del 31 maggio dice che si possono fare solo su decisione unanime. E qui decisione unanime vuol dire con il consenso di Fim e Cisl, le quali a quanto sembra di veder e non hanno nesuna intenzione di abbonargli questi anni di divisioni, di polemiche e di scontri molto aspri. Allo stato, se questo accordo fosse applicato si troverebbe a non poter essere conteggiato ai fini della rappresentanza nazionale perché in teoria le aziende non gli fanno nemmeno la ritenuta. E, a prescindere da questo, anche non essere richiamato al tavolo e a dover accetare il non porre in essere azioni di contrasto, chce non è solo lo scipoero. E’ una pazzia. Che evidentemente si può spiegare solo sulla scommessa, utile a fare una batatglia di potere interna alla Cgil.

Questo accordo si espone a molti ricorsi, un gigante dai piedi di argilla, come è stato detto. Condividi il giudizio?
La regola del giurista militante è quella di parlare il peggio possibile prima che un accordo entri in vigore e benissimo dopo per provare a convincere i magistrati che non è così brutto come sembrava. Detto questo, le cause ci saranno, ma il dato che sfugge è che quello che non si può fare per legge, cioè vietare lo sciopero, per esempio, si può fare per accordo pattizio. L’unico limite alla libertà delle parti è l’ordine pubblico. Se una delle due parti viola le regole, il magistrato si eprimerà non in virtù della Costituzione ma della violazione a un contratto stabilito tra le parti. Il testo del 31 maggio contiene un meccanismo raffinato che, contrariamente a quello che faceva l’accordo del 28 giugno, che consentiva l’accesso alla contrattazione alle organizzazioni sindacali sopra il 5%, dice che che potranno accedere a queste e quelle firmatarie del presente accordo. Bene, ma detta così si può dire che questa formula non estende il contenuto del testo ad altri…

E invece?
E invece no, perché l’accordo dice che solo i voti dei firmatari vengono contati. C’è scritto. Vorrei vedere se si introducesse una condizione del genere magari connotandola conn il colore della pelle cosa direbbero i benpensanti. Non solo si dice che il Cnel conterà i voti. Al capitolo 5 possono partecipare i firmatari o gli aderenti alla presente intesa. Viene introdotta una distinzione. Tra aderenti e firmatari. E gli aderenti hanno minori diritti dei firmatari.

Può essere prodotto un ricorso alla Corte Costituzionale?
La costituzionalità, lo ripeto, è un limite dell’agire del legislatore. Il legislatore non può fare una legge per esempio che dica che in un determinato locale possono entrare solo gli amanti della pipa perché non c’è un argine a un regolamento interno al locale. Per carità faremo ricorsi, ma il punto è che la censura che deve arrivare non è quella della Corte Costizuionale ma quella del mondo politico. Ed è quella che non è arrivata.

L’intesa del 31 maggio sembra ispirarsi molto a Fabbrica Italia. Tutte e due, infatti, agiscono sul limite dell’articolo 19 del dopo-referendum…
Qui secondo me più che esserci un richiamo a Marchionne c’è il richiamo da subito a quello che hanno detto Fim e Uilm: “Non sarà l’accordo migliore del mondo però noi l’abbiamo firmato e abbiamo il 51% delle tessere nel gruppo Fiat. Basta, cara Fiom non puoi rompere le scatole”. Questo è ciò che viene scritto nell’accordo del 31 maggio. E da qui non si possono mettere in campo iniziative di contrasto. Attenzione non si parla di clausola di tregua ma di una azione di contrasto senza limiti temporali. E’ addirittura legittimo presumere che l’azienda può chiedere direttamente i danni al singolo lavoratore. E’ questo il meccanismo messo in atto dagli imprenditori.

fabio sebastiani - controlacrisi.org

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Dove và la CGIL?»

Ultime notizie dell'autore «controlacrisi.org»

6685