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(10 Giugno 2013)
Narendra Modi, controverso primo ministro dello stato nord-occidentale indiano di Gujarat, ha ottenuto dal Bharatiya Janata Party (Bjp) il mandato a guidare i candidati verso le elezioni generali del prossimo anno.
Una vittoria, che rende il 62enne Modi capolista e candidato premier, contestata anche all’interno del suo partito. In particolare da parte dei fedelissimi dell’85enne LK Advani – che non ha partecipato nel fine-settimana alla convenzione del partito a Goa – “mentore” politico di Modi ma da tempo in rotta di collisione con quello che è considerato “l’astro nascente” del Bjp.
Il Bharatiya Janata, attualmente alla guida della coalizione di opposizione al governo guidato dal Partito del Congresso, è la maggiore compagine politica che rappresenta nel parlamento di Nuova Delhi le istanze nazionaliste e filo-induiste. Anche le tentazioni xenofobe e discriminatorie, però, sebbene sfumate dalla sua immagine istituzionale e dall’aspirazione a ritrovare un ruolo di governo del paese come già fu negli anni dal 1998 al 2004.
Le “fortune” di Narendra Modi coincidono con lo sviluppo nell’ultimo decennio del Gujarat – lo stato che ha dato i natali al Mahatma Gandhi – che è diventato sotto la sua guida tra i più prosperi e i meno toccati dalla corruzione, ma anche con i timori delle minoranze religiose. Nella memoria c’è soprattutto quel migliaio di vittime della persecuzione che colpì i musulmani nel 2002, dopo il rogo di un treno di pellegrini indù che scatenò massacri e devastazioni indiscriminati accesi dagli estremisti con la sostanziale connivenza delle autorità dello stato di cui Modi era diventato premier l’anno precedente.
[CO]
Misna
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