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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Bertinotti, il nazionalismo e le due Simone

(27 Ottobre 2004)

C’è voluto poco, due ostaggi nelle mani degli iracheni e il terribile scontro governo opposizione è stato momentaneamente, dicono momentaneamente messo da parte.

Bertinotti, il rappresentante più radicale dell’opposizione parlamentare, ha messo da parte il suo ruolo preferito per correre alla riunione plenaria per “salvare le due Simone”. Lui è stato direttamente convocato, assieme ai capi dell’opposizione più moderata, dallo stesso governo. Non si poteva declinare l’invito.

Il governo non andava disturbato mentre agiva per liberare gli ostaggi, la più volte “ribadita” richiesta del ritiro dei soldati italiani dall’Iraq andava accantonata per facilitare, così hanno detto , il rilascio. Gli ostaggi sono stati rilasciati e tutto il parlamento in piedi a battere le mani per gli uomini del governo ed anche per il suo capo, Berlusconi in persona. Poi saluti e baci, sono ricominciate le scaramucce, ognuno al proprio posto a recitare la parte che gli spetta, ora si parla di finanziaria.

Si è trattato di una scelta politica unitaria del governo e di una responsabile risposta dell’opposizione? Così sono state presentate le cose, in realtà si è trattato di una strumentalizzazione del rapimento delle due Simone per dimostrare ai borghesi dei due schieramenti “l’alto senso nazionale” delle forze politiche che li rappresentano. Il governo aveva paura che il rapimento delle due, con un epilogo alla Baldoni, potesse compromettere ulteriormente la sua azione in Iraq agli occhi dell’opinione pubblica.

Un’opposizione seria avrebbe potuto rilanciare la denuncia delle truppe italiane come truppe di occupazione, la responsabilità morale del rapimento come prezzo che si paga quando si opprime, armi alla mano, un altro popolo. La liberazione non si deve certo del lavoro di Frattini, ma è la conseguenza del fatto che nulla esse avevano a che fare con gli occupanti, che non erano al loro servizio, anzi, come le stesse hanno fatto capire, erano contro la guerra e contro l’intervento militare straniero, compreso quello delle truppe italiane. Anche se, prendendole per il collo, hanno imposto loro di ringraziare anche il governo.

Ma l’opposizione ha avuto tutt’altro interesse, ha tenuto a presentarsi come una forza di governo del paese nel suo insieme, ragionevole, calma e lo ha fatto non con Rutelli figlioccio di buona famiglia borghese ma attraverso le dichiarazioni e le azioni del cattivo, di Bertinotti che esprimendosi come un cauto borghese ha messo in luce, per le due ragazze, oltre al fatto che fossero pacifiste anche e soprattutto il fatto che fossero italiane.

L’italianità serviva per arrivare a sostenere la necessità di una risposta unitaria, di tutta la nazione, per riportarle a casa : così si è data al governo ed al suo capo, l’odiato Berlusconi, una bella carta da giocare. Un abbraccio corale fra i responsabili del massacro iracheno e chi onestamente lo ha denunciato e combattuto. Questo miracolo ha realizzato l’opposizione con Bertinotti in testa, prendendo in giro i secondi e rafforzando i primi nella loro posizione imperialista.

In quanto si sono proposti come difensori degli interessi nazionali, qui la differenza fra interessi degli operai e quelli dei padroni è stata cancellata, entrambi gli schieramenti volevano dimostrare la propria capacità di fare fronte comune e il metodo migliore che hanno trovato è stato quello di usare per le prove di unità nazionale il rapimento delle due Simone usandolo per i propri fini. Senza lasciare traccia, hanno presentato questa unità come il solo modo di salvare le due rapite nascondendo un fatto chiaro per chi voglia ragionare: se esse sono state liberate ciò si deve proprio alla differenza, di cui si sono convinti i rapitori, e ripetuta da tutte le organizzazioni religiose musulmane, fra le due cooperanti e l’esercito occupante di cui gli italiani fanno parte. La scoperta di un qualunque legame reale fra esse e le truppe alleate sarebbe stato fatale. Certo che con questo abbraccio fra governo e opposizione il movimento pacifista ha sbandato ampiamente, la confusione mentale si è fatta spessa .

Le truppe italiane che hanno collaborato e collaborano con americani ed inglesi a tenere sotto il terrore il popolo iracheno sono sparite dall’orizzonte. Bisognava dimenticarsene anche se per un breve periodo, giusto il tempo per far recitare al governo la parte di chi non partecipa all’occupazione dell’Iraq e così è stato. La lotta per il ritiro dei soldati italiani è stata rinviata a tempi migliori, intanto dichiaravano senza vergogna, che ciò sarebbe servito per salvare due vite umane. In una guerra che fa decine di morti al giorno in un rapporto di uno a dieci a sfavore degli iracheni isolare il problema della vita delle due cooperanti è veramente una strumentalizzazione volgare. Le loro vite sono state salvate proprio perchè si è potuto dimostrare che le due erano da anni in Iraq ed a loro modo tentavano di salvare dalla morte altri iracheni. A Bertinotti è servito agitare il problema delle due vite da salvare come impellente e p rimo obiettivo per dimostrare a tutti che pur definendosi comunista è nello stesso tempo un bravo benpensante e che di fronte alle tragedie nazionali sa prendersi la responsabilità da buon ministro della repubblica. Chissà a chi va questo messaggio, non certo agli antagonisti che si sono illusi di usare Bertinotti come sponda politica e si accorgono oggi che si sono appoggiati ad un fratello maggiore del tutto integrato nel sistema. L’esercito di questo bel paese, mentre il parlamento registrava la grande unità, era impegnato, armi alla mano, a controllare un territorio per gli interessi dei petrolieri e degli industriali, non solo americani ed inglesi ma anche italiani.

Rimane un problema, un’opposizione così ragionevole, comprensiva e di spirito unitario come farà a vincere o solo a contrastare un governo che si regge su un patto fra sottoproletariato arricchito e media borghesia al limite della legalità? Come farà l’opposizione dai guanti bianchi ad impedire al signor Berlusconi di usare i soldi delle casse dello Stato per foraggiare le classi medio alte? Hanno omaggiato un capo di governo che persegue la classica antica idea: se lo schiavo vuol migliorare la sua condizione deve far migliorare gli affari del suo padrone, peccato che nel capitalismo gli affari del padrone vanno bene alla sola condizione che i suoi operai diventino sempre più poveri. Gli oppositori gli hanno regalato gli applausi in parlamento ed hanno ricevuto, in cambio, il giorno dopo i calci della modifica della costituzione, della finanziaria e siamo solo agli inizi. Ora che Bertinotti, senza se e senza ma ha dimostrato di essere in fondo un uomo di unità nazionale a chi si dovrà rivolgere quell’esercito di operai, di poveri, prodotto dal capitalismo? Quale forza politica potrà rappresentare coloro che non hanno patria e vogliono rovesciare il sistema del loro sfruttamento e non hanno intenzione di relegare la loro azione politica alla semplice sostituzione di un governo di borghesi con un altro governo di altri borghesi? A questo quesito bisogna dare una risposta.


Milano, 0ttobre 2004

Operai Contro-aslo giornale operaio

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