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Usciamo di casa

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(28 Settembre 2012) Enzo Apicella
Sciopero generale del Pubblico Impiego

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(Lotte operaie nella crisi)

Terni. Sciopero generale e corteo [volantini]

(17 Giugno 2013)

Domani sarà sciopero generale e ci sarà una manifestazione che partirà dai cancelli delle acciaierie. Quelli che seguono sono due volantini scritti per l'occasione

CONTRO LA VIOLENZA DELLA POLIZIA

RISPONDIAMO COME IN TURCHIA


Lo scorso 5 giugno la polizia attaccava brutalmente un pacifico corteo degli operai delle acciaierie che intendeva occupare i binari della stazione di Terni. Diversi contusi e un operaio con la testa rotta. Un salto di livello nella repressione in Umbria: dopo la caccia ai piccoli gruppi di antagonisti e anarchici, sperimentate in Umbria dal 2007 con tre grandissime operazioni repressive e con decine di denunce, processi, intimidazioni, il braccio armato dello Stato ha deciso di attaccare apertamente anche in questa regione – dove non accadeva da anni – una manifestazione di lavoratori. L’ennesima brutalità della polizia italiana contro i lavoratori, se non fosse che negli scontri anche il sindaco di Terni ne è uscito con la testa rotta. Solo questo ha dato alla notizia una visibilità nazionale.

Il 18 giugno a Terni ci sarà lo sciopero generale provinciale e una manifestazione che dai cancelli delle acciaierie raggiungerà le piazze del centro. Noi siamo dei lavoratori, degli studenti, dei disoccupati, degli sfruttati; per questo decidiamo di stare insieme ai lavorati di Terni che sceglieranno di scioperare. Lo faremo con uno spezzone autonomo e irriducibile alle dinamiche concertative e istituzionali. Lo faremo senza aderire ufficialmente alla manifestazione di CGIL-CISL-UIL, ma sfilando con i nostri fratelli della grande famiglia degli sfruttati. Lo faremo senza alleggerire nemmeno di un grammo il peso delle responsabilità dei sindacati di regime. Responsabilità generali: le riforme vergognose accettate supinamente e quelle ancor più vergognose accettate con gridolini di protesta, gli accordi con i padroni, la relazione incestuosa della CGIL col PD e la silenziosa sottomissione di CISL e UIL di fronte agli anni peggiori del governo Berlusconi. Ma anche le responsabilità specifiche nel nostro territorio: dall’IMS di Spoleto, dove il padrone non paga mesi di stipendi e gli unici scioperi sono stati proclamati dal Comitato di Fabbrica scavalcando le rsu (che addirittura aprivano i cancelli durante gli scioperi per far uscire le merci) , alle acciaierie di Terni, dove era evidente a tutti tranne a chi avrebbe dovuto difendere i lavoratori, che l’operazione di compra-vendita era esclusivamente finanziaria e speculativa.

Le stesse cariche della polizia contro gli operai di Terni nascono da questo contesto, e infatti hanno destato stupore in tanti benpensanti a Montecitorio e nei Palazzi del potere di Perugia. Per noi invece è la dimostrazione che lo Stato e le sue forze armate giocano con le “forze sociali” come il gatto col topo: contrattano quando gli serve far passare la controriforma di turno, picchiano duro coi bastoni quando non vogliono essere infastiditi.

Noi saremo in piazza proprio per infastidirli. Riteniamo che questo rapporto di sottomissione verso i padroni e i loro sgherri debba essere rovesciato. Perché in Grecia, in Tunisia, in Egitto, in Turchia, in Spagna, quando la polizia carica un corteo ed abusa contro i dimostranti nascono rivolte epocali, mentre da noi non succede mai un cazzo! E’ giunta l’ora di reagire!

Anche nel nostro piccolo, con proposte rivoluzionarie: a partire dall’esproprio della fabbrica dalle mani dei padroni.

MARTEDI’ 18 GIUGNO, A TERNI CONTRO I PADRONI



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TERNI: IL CONFLITTO IN ATTO RICHIEDE L’ESPROPRIO, ALTRIMENTI SARA’ CHIUSURA E CI SARANNO I LICENZIAMENTI.

A Terni come tutti sanno, pochi giorni fa, un corteo di operai diretto ad occupare i binari della stazione è stato preso a manganellate dalla Polizia. Insieme agli operai, la violenta azione delle Forze dell’Ordine, ha portato al ferimento del Sindaco, intervenuto a mediare. Questo ferimento ha fatto emergere mediaticamente quello che tante altre volte è stato nascosto o camuffato, la repressione di ogni forma di protesta. Per la verità, anche stavolta si è tentato di nascondere i fatti, per l’esattezza dietro un ombrello, ma i danni di immagine per la vittima “illustre” (il Sindaco) degli effetti collaterali dell’operazione, sono rimasti.

Quella parte di città e di territorio che in questi anni ha cercato di difendere e creare il conflitto per non arretrare sui diritti sociali e del lavoro, scende in piazza oggi a fianco degli operai di Terni, pur consapevole che il sindacalismo confederale che ha indetto questa manifestazione è corresponsabile della devastazione sociale. E’ complice firmando contratti che rispecchiano il modello -Marchionne Pomigliano- che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei lavoratori. Ultimo atto scellerato ormai del -non sindacato- è l’accordo con la Confindustria sulla rappresentanza che espellerà dai posti di lavoro ogni forma di sindacalismo conflittuale e di base.

Noi siamo qui, perché vogliamo essere dove stanno i lavoratori, per dire loro che non ci arrendiamo, per indicare l’unica strada possibile che può salvaguardare il posto di lavoro: espropriare subito gli (im)prenditori che comprano le fabbriche per chiuderle. Quindi non aderiamo alla manifestazione della triplice, alle sue parole d’ordine, ma come lavoratori che si stanno organizzando per resistere ci uniamo a coloro che lottano per difendere il posto di lavoro e la sua dignità, con noi ci sono studenti e giovani disoccupati che vedono quotidianamente negato il diritto al lavoro, allo studio, alla casa, alla mobilità, alla socialità, al futuro, prime vittime delle politiche antisociali del governo Letta, Berlusconi, Napolitano sotto i dettami della BCE.

Espropriare sotto gestione pubblica è l’unica proposta efficace per impedire il licenziamento di migliaia di operai che rischiano di essere messi in strada da chi come è stato dichiarato a Strasburgo “non modificherà l’Europa e le regole del mercato, che valgono anche per imprese sane” (costruite su misura per agevolare le operazioni dei grandi gruppi industriali, bancari e finanziari) che utilizza, per realizzare l’idea che sta dietro al progetto che ha portato all’acquisto dell’ex Thyssen: comprare una fetta di mercato per i suoi stabilimenti chiudendo gli impianti di Terni.

Mentre in Turchia la difesa di un giardino pubblico ha incendiato il paese, perché l’attentato alla vita di migliaia di operai all’AST di Terni come alla INDESIT di Fabriano e Caserta, all’ILVA di Taranto, all’ALCOA nel Sulcis, alla ex POZZI a Spoleto, alla MERLONI a Nocera, ai lavoratori di Umbria Mobilità (1.800 km tagliati e intere località isolate) a Terni, uno sfratto ogni 50 famiglie e 5 attività produttive che chiudono ogni giorno in Umbria… non può dar luogo ad un grande movimento di lotta contro i licenziamenti e il massacro sociale che ne consegue?

Riflettiamo sulla forza che abbiamo, mettiamola in campo, non lasciamola dispersa, in balia di chi governa i rapporti sociali, con i licenziamenti, la disoccupazione e le forze di polizia.

LA SOLA FORZA CHE ABBIAMO E’ LA NOSTRA LOTTA

www.anarchaos.org

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