">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

4 teppisti

4 teppisti

(17 Ottobre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

Memoria e progetto:: Altre notizie

AZIONE E TEORIA, CLASSE E PARTITO NELLA CONCEZIONE MARXISTA
E NELLA RIVOLUZIONE

(19 Giugno 2013)

Cosa mai hanno avuto da obiettarci i nostri nemici opportunisti quando ci hanno accusato con parola difficile agli orecchi dei comuni proletari, di essere “deterministi”? Risaputamente, di essere fermi, rassegnatamente bloccati su posizioni dottrinarie incapaci di seguire il movimento, la trasformazione continua delle circostanze storiche. Che cosa hanno da dire ora, proprio quelli che, rincorrendo le cambiate circostanze, hanno decretato non solo la fine del comunismo, ma la credibilità stessa dell’idea di comunismo?

Il nostro “nullismo” rivoluzionario ha permesso di assistere al salto mortale dei traditori, confermando le nostre previsioni, con un certo ritardo, questo sì, ma in modo inequivocabile e definitivo. Ora noi siamo certi, documenti e fatti alla mano, che nessuno, tranne degli irriducibili come noi, sostiene non solo la possibilità, ma la necessità storica del comunismo.

A proposito di determinismo, naturalmente dialettico, noi opponiamo ai sofisticati e imbelli teorici della causalità statistica ed aleatoria, la verità “dell’azione a distanza”. Ciò significa che rimaniamo in pochi a sostenere la validità dei classici concetti di causalità, non soltanto nell’ambito dei fenomeni “fisici”, ma anche in quello certo più complesso, dei fenomeni sociali. A molti, diciamo alla grande maggioranza degli “infedeli”, l’esistenza dell’azione a distanza sembra problematica: ma non capiremo completamente la struttura causale fino a quando non comprenderemo questo meccanismo.

Nel paradigma scientifico sperimentale che rivendica il requisito della “verifica”, si può accettare l’azione a distanza, non dimostrabile? Lo statuto scientifico richiede la controllabilità e la ripetibilità come criteri di prova della sua validità, perché non si cada nella magia, nell’esoterismo o nella “visione”. Oppure è necessario spostare il discorso sulle cosiddette “cause seconde”, fino al punto di rischiare di cadere nel modello meccanicistico.

Nella scienza che meriti questo nome è necessario conoscere le leggi dei processi e delle interazioni, oltre che le più generiche regolarità statistiche. Ripiegando invece nella causalità statistica come riferimento generico per ogni tipo di causalità indeterministica, si mettono in evidenza le “congiunzioni costanti” e le relazioni di regolarità statistica.

Nella causalità statistica non si fa menzione dei meccanismi di causalità.

Nell’azione a distanza diventa sempre più difficile individuare “conjunctive forks” e così la necessità del cosiddetto “screening off” aumenta indefinitamente. In parole più semplici molti nessi “causali” vengono “schermati” da altri processi.

Il mondo nel suo insieme finisce così per assumere l’immagine opaca dietro a cui si nasconde il «deus absconditus» della Verità “vera”. Questo accade quando per scienza si intende non il processo reale delle nude cose, ma una realtà intima che solo la teologia dei “sacerdoti impostori” sarebbe in grado di intuire e di amministrare.
È quello che il materialismo storico ha appunto smentito con la critica alla ideologia borghese, da sempre…

Nel determinismo si crede che ogni evento è legato al tutto. La libertà coincide con la necessità (determinatio est negatio), si pensa cioè che la catena delle connessioni è coerente e razionale.
Nell’indeterminismo si sostiene che l’evento non è sempre il prodotto d’un nesso causale, ma un’espressione non spiegabile in rapporto ad una causa. Per esempio: una persona po’ subire un attacco cardiaco senza una causa esterna. Un neutrone può disintegrarsi spontaneamente liberando un elettrone o un protone. Insomma nel modello indeterministico l’evento è gratuito.
Nella concezione deterministica ogni evento è prodotto da un’interazione col tutto, anche quando non siamo in grado di conoscerlo in forma analitica. La risposta a questa difficoltà è: “non sappiamo, ma sapremo”.

Due sono i tipi di assiomi causali: 1) la produzione dell’evento, 2) la sua propagazione. Le interazioni causali sono gli agenti della produzione che determinano cambiamenti nei processi che si intersecano.

I processi causali sono gli schemi della propagazione. Essi trasmettono le influenze causali attraverso l’universo.

Un nesso casuale forte e visibile rimane talvolta “schermato” in rapporto al mondo, ma si rende visibile attraverso una sua manifestazione. Classico il caso, nella teologia, la triade Dio Padre, Figlio, Spirito, oppure l’immanentizzazione di essa operata da Hegel nella triade Idea-Natura-Spirito che il materialismo dialettico ha riconosciuto valida dal punto di vista della logica dialettica, ma da depurare dai residui travestimenti teologici, da rovesciare, come noi diciamo. Il tenersi “schermato” in rapporto al mondo lascia al Dio o all’Idea quell’alone di mistero, di causa incausata trascendente che non può essere risolta in qualche “conjunctive forks”… I diversi modi d’intendere i nessi causali, o in forma dialettica o secondo altre congiunzioni, fa parte della logica formale, che il materialismo storico non sottovaluta, senza mai però cadere nell’idolatria delle forme e perdere di vista la potenza della esperienza sensorial-concreta. Se ce ne occupiamo con molto interesse è perché non abbiamo abbandonato la possibilità di trasformare la realtà in senso rivoluzionario, nell’impresa storica di emancipare le classi subalterne. In rapporto a questo impegno non ogni o qualsiasi modello logico è riducibile ad un altro: per questo non negammo a suo tempo la nostra preferenza per la logica dialettica. Né ci sembra il caso di pentirsene, tenuto conto del suo valore strumentale, e della sua utilità come guida per l’azione.

Mentre i presunti “potenti della terra” non hanno pudore ad ammettere di “navigare a vista” e di non escludere che la nave potrebbe infrangersi sugli scogli, noi comunisti siamo dell’opinione che senza una visione generale del futuro non sia possibile non solo vivere il presente, ma neppure capire la storia ed il passato.

La specie umana ha scritto nei suoi geni un programma non solo biologico, ma anche culturale, secondo un’interazione che nel nostro tempo postula senza mezzi termini la necessità della Rivoluzione proletaria.

È così che la domanda sul significato della vita sulla quale si interrogano ipocritamente i pensatori borghesi, non può avere una risposta particolaristica e miope, cioè propria e consona alle ragioni di classe della borghesia, ma generale e di specie, che solo la classe rivoluzionaria è capace di concepire tramite il suo organo politico, il Partito. Solo il Partito della classe operaia, che interpreta i suoi bisogni e le sue necessità, e di conseguenza gli interi interessi e ragioni di vita della specie umana, è in grado di progettare un disegno che non si fermi agli impulsi biologici ed economici, ma, partendo da essi, senza misconoscerli, anzi facendo realisticamente leva su di essi, sia capace di visione storica generale.
Il Partito della classe operaia è consapevole del sistema di relazioni che lega l’essere umano alla natura, secondo un legame che le religioni hanno chiamato Dio, fino al punto di personalizzarlo proprio perché l’uomo rifiuta di vivere senza proiettare intorno a sé e oltre sé la sua somiglianza e il suo desiderio di plasmare il mondo secondo le sue necessità.

La funzione del Partito è essenzialmente quella di mantenere intatto il Programma che nessuno ha inventato con la sua testa, né capo né profeta, ma è scritto in lettere di fuoco nella storia della liberazione della classe degli sfruttati di oggi e di tutti i tempi. Il Partito, nella sua funzione essenziale di oggi, è chiamato a restaurare l’organo rivoluzionario: non si tratta dunque semplicemente di prevedere e tener vivo il senso dell’avvenire, ma di operare, nell’ambito delle concrete possibilità storiche, perché nessuna lotta, nella direzione del comunismo, anche se limitata, venga dispersa.

Contro ogni facile esasperazione volontaristica, esso è consapevole che il transito verso il regime sociale della libertà umana non è segnato soltanto dalle grandi tappe e dai grandi momenti, ma anche dagli oscuri movimenti che li preparano. È questo un compito al quale non può sottrarsi, pena la compromissione del risultato. Tale impegno può essere assolto non tanto attraverso la ripetizione di stanchi rituali, ma con l’adesione pratica alle necessità che maturano, senza cedimenti, senza compromessi sui principi, senza scorciatoie di comodo. La morale del militante sta in questo, nella accettazione del compito storico che la realtà gli consegna, sia essa esaltante e costellata di vittorie, oppure oscura e disseminata di scarsi risultati, quale è il contingente momento.

Dopo i rovesci ed i tradimenti, è sufficiente che ci siano dei RIMANENTI FEDELI al programma perché l’avvenire abbia ancora un senso? Noi sosteniamo da sempre che questa è la condizione minima, senza la quale saranno senza esito le lotte che inevitabilmente riprenderanno, a causa dell’anarchia del modo di produzione capitalistico.

Se ci si illudesse che le forze della storia agiscano per moto proprio e siano in grado di perseguire automaticamente l’obiettivo, cadremmo nel più imbelle economicismo. Noi sosteniamo che la Storia non può svolgersi senza un piano cosciente, che esso rimane valido e continua ad agire in virtù di chi rimane fedele al programma, nonostante i bassi e gli alti dell’andamento storico. Il Partito, anche quando ridotto al minimo storico, è il solo lievito che continua ad agire nella massa, contro ogni incredulità ed idolatria che imperversa nella classe.

È noto che il Partito non trae origine dalle lotte statistiche della classe, e che è invece parallelo ed esterno ad esse. I militanti sono coloro che restano ancorati al programma, e misurano il compito storico non sulla breve vita d’ognuno, ma sulla impersonalità del progetto.

Partito Comunista Internazionale

4667