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Pomigliano, la notte bianca di Fiom e Slai Cobas. Landini: "La Fiat si può bloccare"

(22 Giugno 2013)

landifiat

“La notte bianca per la democrazia a il lavoro” ha colpito nel segno. Il secondo sabato lavorativo alla Fiat di Pomiglianno è partito in ritardo e la mobilitazione della Fiom che fino a questa mattina, insieme allo Slai-Cobas, ha protestato contro la decisione di Marchionne di far lavorare solo metà organico mentre l’altra metà viene tenuta in cassa integrazione, ha raccolto il consenso di almeno un migliaio tra lavoratori e militanti sindacali. ''Abbiamo dimostrato che e' ancora possibile bloccare la Fiat; bisogna smetterla di contrapporre i lavoratori tra loro'', ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, al termine dei presidi “L'importante e' aver dato un segnale alla Fiat - ha proseguito Landini - il nostro intento non era contrapporci ai lavoratori, era contro la Fiat e la contrapposizione degli operai. Abbiamo dimostrato che non bisogna avere paura, che bisogna avere coraggio e dignita', e che questa e' la strada da percorrere''. Landini, infine, non ha perso l’occasione per richiamare il Governo Letta alle sue responsabilità e invitandolo ad aprire un tavolo di confronto tra sindacati e impresa.
Concerti, incontri e momenti di festa, a cui sono intervenuti anche rappresentanti di altre aziende e di varie organizzazioni del movimento e di alcuni partiti.
All'alba, intorno all'orario previsto per l'ingresso degli operai in fabbrica, un gruppetto di manifestanti del comitato di lotta cassaintegrati e licenziati fiat e terziarizzate, e' arrivato nei pressi dell'ingresso 1 dello stabilimento indossando caschi gialli da sicurezza sul lavoro e tenendo tra le mani scudi di cartone con una foto di Marchionne e la scritta 'ora picchiate anche lui'. Gli esponenti del comitato si sono sistemati sullo stradone laterale al varco, fermi di fronte a Polizia e Carabinieri in assetto antissommossa. C'è stato qualche tentativo di forza il blocco. E qualche lavoratore alla fine non è entrato. Gli esponenti della Fiom, all'arrivo dei cassaintegrati del comitato, si sono allontanati di alcune decine di metri. Code di auto con i lavoratori si sono formate sulle strade che portano ai varchi della fabbrica. Il gruppo di manifestanti si e' poi spostato consentendo il transito delle auto e l'ingresso dei lavoratori che, intanto, sono entrati in fabbrica anche da altri varchi dello stabilimento. Tra i manifestanti, che hanno esposto numerosi striscioni e bandiere, c'e' anche il senatore di Sel Giovanni Barozzino, oltre a numerosi lavoratori provenienti da stabilimenti del Nord Italia, alle donne del comitato mogli operai, militanti di partiti politici del centrosinistra, artisti, il parroco della chiesa San Felice in Pincis di Pomigliano, ed esponenti di associazioni locali. Il leader della Fiom, infine, e' stato invitato ad affettare una mega mortadella di 58 chili, portata da lavoratori di Bologna iscritti alla Fiom.

fabio sebastiani - controlacrisi.org

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