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(22 Giugno 2013)
22/06/2013 07:44
Un “grande piano in tre punti per migliorare” i servizi pubblici (educazione, sanità, mobilità). Il presidente Dilma Rousseff fa il suo annuncio in Tv durante il discorso, a reti unificate, alla nazione, mentre le proteste che in questi giorni hanno infiammato il Brasile al grido “soldi per l’educazione e i servizi sociali e non per i mondiali” non sembrano placarsi.
A due settimane dall’inizio delle mobilitazioni, il Governo ha deciso di destinare il 6% delle entrate pertrolifere all'istruzione, ed in più elaborerà un piano nazionale per la mobilità. Per quanto riguarda la sanità, poi, farà arrivare medici dall’estero per coprire le carenze. Nella parte più politica del suo intervento Rousseff ha promesso di “fare di piu'” contro la corruzione: “E il modo migliore per farlo – ha detto - e' la trasparenza. Voglio ossigenare il nostro sistema politico – ha aggiunto - e renderlo piu' vicino alla società”, dove le proteste sono “il segno di vitalità della nostra democrazia” . Ma dai partiti politici, però, “non si puo' prescindere” dai partiti politici in una democrazia, e per la democrazia “la mia generazione ha dovuto lottare: alcuni sono stati arrestati e torturati, altri sono morti”. ''Ascolto tutte le persone che sono scese in strada per manifestare pacificamente – ha detto infine Rousseff - ma il mio governo non puo' tollererare la violenza, che sta dando una cattiva immagine del Brasile''.
Che le mobilitazioni in alcuni casi stiano prendendo una piega poco chiara lo sottolineano anche alcuni settori del movimento. Movimenti sociali e di sinistra denunciano aggressioni da parte di spezzoni ‘nazionalisti’ e ‘apolitici’ della piazza e si dicono preoccupati per le possibili strumentalizzazioni della destra e dei media nelle mani delle oligarchie. Il Movimento Passe Livre, il coordinamento che ha svolto un ruolo di raccordo tra le recenti manifestazioni di piazza in Brasile contro alcune politiche delle amministrazioni locali, ha annunciato che si asterrà dal convocare nuove iniziative nelle prossime ore in segno di protesta per l'aggressione avvenuta ieri di alcuni esponenti del Partito dei lavoratori da parte della folla in alcune città. Il Pt, infatti, nonostante sia l'organizzazione politica al governo ha deciso di appoggiare le lotte sociali.
Intanto, le proteste antigovernative in Brasile non accennano a placarsi, rischiano di causare riflessi sulla visita del Papa in programma dal 22 al 28 luglio, mentre le vittime sono salite a due. Secondo quanto riferito dalle autorita' locali, una netturbina e' deceduta per un arresto cardiaco a Belem, capitale dello Stato nord-orientale del Parà, dopo aver inalato i gas lacrimogeni lanciati dalla polizia in assetto anti-sommossa contro i manifestanti. La donna, che soffriva di ipo-tensione, e' stata identificata come Cleonice Vieira de Moraes, 54 anni. In precedenza a Ribeirao Preto, nello Stato di San Paolo, la notte scorsa aveva perso la vita il diciottenne Marcos Delefrate, travolto da un veicolo il cui conducente intendeva aprirsi la strada a forza attraverso una barricata.
La Fifa ha smentito di aver pensato di interrompere la Confederations Cup, che in questi giorni ha visto parecchi presidi negli stadi dove si disputano i match. La notizia di una presunta interruzione della Coppa era stata diffusa dai media brasiliani, secondo i quali una squadra in particolare aveva espresso l'intenzione di non giocare piu'. Complessivamente, un milione di persone si sono riversate nelle piazze di un centinaio di citta' del Paese. Il presidente del gigante latinoamericano, Dilma Rousseff, ha convocato d'urgenza un vertice del governo e ha rinviato la visita in Giappone in programma da mercoledi' a venerdi' prossimi. Le proteste di giovedi', le piu' imponenti degli ultimi 20 anni in Brasile, hanno coinvolto San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, ma anche tante altre città. A Rio e' stato dato alle fiamme un pullmino della tv Sbt e cinque tra giornalisti e operatori sono rimasti leggermente feriti. A Brasilia decine di migliaia di persone si sono accampate davanti al Parlamento nazionale mentre bombe molotov sono state lanciate contro la sede del ministero degli Esteri. Alcuni sassi contro due vetrate della cattedrale di Brasilia, secondo l'edizione on line del quotidiano Folha de Sao Paulo. Undici persone sono rimaste ferite e ricoverate negli scontri con la polizia, tre delle quali sono in gravi condizioni.
fabio sebastiani - controlacrisi.org
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