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Cultura contro odio

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(14 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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03/07 - FARC RIBADISCONO PROPOSTA DI POSTICIPO ELETTORALE E ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE

(4 Luglio 2013)

farcriba

In risposta alla notevole bagarre scatenatasi sui media colombiani in merito alla pubblicazione delle 10 proposte minime sul secondo punto dell' “Accordo Generale” in discussione al tavolo dei dialoghi dell'Avana, lo scorso 1 luglio le FARC-EP hanno emesso un comunicato nel quale “oltre ad invitare ad una lettura integrale e rigorosa del predetto accordo, mettono a disposizione dell'opinione pubblica una ‘guida metodologica’, con la quale si evidenzia che ciascuna delle proposte formulate si adatta allo spirito e alla lettera di quanto pattuito per dare inizio ai dialoghi dell'Avana.”

All'apertura di questo nuovo ciclo di conversazioni, la delegazione di Pace della guerriglia reitera la proposta di posticipare il calendario elettorale e la necessità di una Costituente per la Pace, “che dirima i dissensi, stabilisca i cambiamenti istituzionali che il proposito superiore della pace richiede [..] e garantisca la sicurezza giuridica del trattato di pace al di sopra di qualunque pretesa di ingerenza internazionale o di élites nemiche della pace.”
A conclusione del comunicato le FARC, in riferimento alla drammatica situazione del Catatumbo, chiedono che i contadini vengano ascoltati: “non li reprimete, non li assassinate, non li perseguitate con la montatura di sempre accusandoli di essere guerriglieri”.
Puntualmente, si scatena la borghesia e l'oligarchia non appena vengono pubblicate proposte dell'insorgenza che mettono in discussione i loro privilegi; così l'ultradestra militarista, paramilitare e narcotrafficante capeggiata da Uribe vomita scomuniche nei confronti del tavolo dei Dialoghi. E quando si è discusso del tema agrario, è stato il turno della FEDEGAN, la Federazione Colombiana dei Grandi Allevatori, di diffamare guerriglia e Dialoghi; e non sorprende che oggi si scateni l'oligarchia nel leggere che “lo Stato sopprimerà le pratiche paramilitari, criminali e mafiose, che impediscono l'esercizio dell'opposizione politica e la partecipazione politica e sociale dei settori sociali e popolari”, piuttosto che la proposta di imporre “norme speciali per impedire il monopolio dei mezzi di comunicazione di massa, rendere democratica la loro proprietà e rinforzare la proprietà pubblica”. Cosa, questa, che deve aver infastidito parecchio quel settore di oligarchia che trova il proprio rappresentante politico nel presidente “Jena" Santos, la cui famiglia ad esempio è storicamente proprietaria della maggior parte dei più grandi media colombiani.
Ma nonostante gli strepitii e le manipolazioni mediatiche, l'oligarchia deve mettersi in testa che senza la disarticolazione dello Stato fascista colombiano, che impedisce un reale esercizio dell'opposizione, e senza la soluzione delle gravi contraddizioni economiche alla base dei suoi scandalosi squilibri (che pongono la Colombia in testa in tutte le classifiche relative al grado di diseguaglianza sociale), non è possibile in alcun modo porre fine al conflitto sociale ed armato che insanguina il paese e raggiungere la tanto agognata Pace.

Associazione Nazionale Nuova Colombia

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