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    L’allargamento dell’UE: conseguenze nazionali e internazionali della rappresentanza ceca nell’Unione Europea

    Discorso del capo Dipartimento di Relazioni Estere del PC BM, H. Charfo alla Conferenza Internazionale dei Partiti della Sinistra Europea - Roma, 24 Ottobre 2004.

    (10 Novembre 2004)

    L’accordo tra l’Associazione della Repubblica Ceca e la Comunità Europea ha aperto il mercato ceco ad una competizione ineguale e le ha tolto gli strumenti necessari a proteggere le proprie industrie e l’agricoltura. Ciò è successo quando, con la dissoluzione del Comecon, la RC ha perso i propri mercati negli ex paesi socialisti e, in seguito a politiche mirate dei governi di destra, i suoi partner tradizionali nei paesi in via di sviluppo.

    La privatizzazione e la restituzione delle proprietà statali ai precedenti proprietari ha portato al fallimento di grandi imprese agricole e industriali. Inevitabilmente essi erano stati sostituiti in alcuni casi da unità produttive no profit. La privatizzazione si è anche basata sul credito; tutto ciò ha portato al collasso delle nostre tradizionali grandi imprese, e conseguentemente ha portato alla crescita della disoccupazione, che oggi è all’11% e in alcune regioni al 20%. Il culto miope dello strumento del mercato che i governi di destra hanno fatto passare, hanno solo reso l’economia ceca più arretrata e destrutturata.

    Unirsi all’UE in un momento di così grande debolezza, porterà ulteriori deformazioni alla nostra economia, distruggendo quanto è rimasto dell’industria Ceca, trasformando i nostri impianti manifatturieri in impianti di assemblaggio e incrementando disoccupazione, povertà, e arretratezza. I nuovi membri dell’UE non possono beneficiare dei fondi agricoli e di ristrutturazione allo stesso modo dei vecchi membri.

    La continuazione della privatizzazione, con la vendita delle società alle corporation transnazionali porterà ad una perdita totale di ogni controllo dello stato sui prezzi. Oggi in effetti assistiamo ad un aumento del costo di molti servizi e prodotti, che era già cresciuto e ora cresce ancora, come risultato delle basse ‘quote’ imposte da Bruxelles e dall’aumento delle importazioni da paesi esterni all’Europa. Con la crescita della disoccupazione e l’aumento dei prezzi, i redditi della popolazione non possono certo migliorare, e la povertà e lo scontento si approfondiscono.

    La posizione del 5° congresso, del PC BM, Dicembre 1999, era che il partito non rifiutava l’integrazione ma ora rifiuta l’attuale forma burocratica e non democratica dell’UE. La forma dell’UE è peggiorata dal 1999. Anche il presidente Klaus ha ammesso pubblicamente l’ingiustizia degli accordi associativi dell’UE e degli stessi responsabili di questa; invece di portare la nostra economia allo stesso piano di quella dell’UE, gli accordi hanno contribuito a far diventare la RC economicamente e socialmente arretrata. Al summit di Nizza, tenuto l’8-10 dicembre 2000, il sistema di voto venne cambiato, gli stati più grandi guadagnarono maggior potere di voto nel decisivo Consiglio dei Ministri. In seguito a questo cambiamento, la Germania e altri degli stati più grandi, UK, Francia, Italia, possono bloccare ogni decisione del Consiglio. Con questo sistema di votazione la RC non ha più alcuna possibilità di influenzare o cambiare nulla. E la nuova Costituzione UE conferma solo questa tendenza.

    I termini dell’accesso all’UE firmati a Copenhagen dalla coalizione di governo non garantiscono che la RC si svilupperà in linea con gli altri membri europei. Se noi non ci fossimo uniti all’Europa nel 2004, il fattore tempo sarebbe stato dalla nostra parte, dal momento che per la contingenza di debolezza economica che viviamo, non avremmo dovuto osservare le quote ristrette nell’agricoltura, nell’industria e nel commercio estero che sono state fissate dall’UE. Se non ci fossimo uniti all’UE nel 2004, noi avremmo almeno conservato la possibilità di salvare un po’ del nostro mercato interno. Mentre l’atteso aiuto finanziario UE non compenserà le perdite economiche e sociali che sono emerse come risultato dell’aperta competizione e dall’osservanza delle quote ristrette.

    Se il nostro partito avesse accettato di unirsi nel 2004 all’UE in questi termini, avremmo potuto correre irresponsabilmente un rischio politico che ci avrebbe potato a perdere la fiducia degli elettori nel partito. Nessuno può manovrare così lontano e mostrare che la situazione economica e sociale della repubblica Ceca si svilupperà dopo l’entrata nell’UE; quasi all’opposto, gli sviluppi in questo breve periodo hanno mostrato che gli standard di vita della grande maggioranza della nazione diminuiranno. Il risultato del referendum per l’entrata della R Ceca nell’UE è una responsabilità politica di quei partiti che hanno votato a favore dall’accesso accelerato all’UE; il fatto che il PC BM abbia raccomandato al popolo di votare contro l’ingresso nell’UE significa che non ha fatto questo incorreggibile errore.

    Se non ci fossimo uniti all’UE nel 2004, non avrebbe voluto dire che ci saremmo trovati isolati ma che avremmo potuto continuare la nostra cooperazione economica con l’UE e anche con gli altri stati, e che saremmo andati a preparare un’integrazione europea basata sull’eguaglianza e il mutuo beneficio. Tutta la nostra strategia di accesso in UE è stata errata, perché era basata sulla priorità della corsa della RC nell’UE. Una simile strategia non poteva portare a giusti accordi per una partecipazione in termini soddisfacenti dei cechi nell’Unione.

    I membri dell’UE hanno dato alle compagnie transnazionali le maggiori opportunità di muovere i bene i loro capitali e di gestirli. Possiamo anche vedere come queste compagnie transnazionali minaccino i lavoratori in Francia, Germania, Spagna e ovunque siano richiesti salari più alti: “tu vuoi scioperare, così noi ti chiudiamo gli impianti e li riapriamo da qualche altra parte”. Nei paesi avanzati le maggiori opportunità sono state create per intensificare lo sfruttamento e il ricatto dei lavoratori. I lavoratori dell’Ovest, al tempo del mondo bipolare, spuntarono un miglior standard di vita e diritti sindacali grazie a un movimento sindacale di alta qualità e ben organizzato e anche all’esistenza di una comunità socialista europea; non per merito dell’UE .

    Molto dipende da come, con quali accordi, noi entriamo nell’UE. Con eque opportunità la Sinistra avrebbe la possibilità di rafforzare la sua posizione; entrare alle attuali condizioni esporrebbe la Sinistra a rischi. Le conseguenze dell’accesso del Partito Comunista di Slovacchia, che ha votato per l’adesione all’UE, sono un chiaro esempio.

    La questione è se, nella data situazione, per la Sinistra sia possibile cambiare il carattere dell’UE dall’interno a favore dei lavoratori. La risposta è chiara. L’idea che il carattere dell’UE possa essere cambiato dall’interno dato l’attuale bilanciamento di forze a vantaggio dei lavoratori è un’illusione irrealizzabile. Cito i fatti. Ci sono 732 membri nel Parlamento Europeo, ma i parlamentari che appartengono alla Sinistra Unita Europea/ Verdi Nordici di Sinistra sono solo 41. La Repubblica Ceca ha in Parlamento 24 membri; nelle elezioni europee il PC BM ha conquistato il 25% degli stati della RC. Anche se il PC BM ha aggiunto i suoi 6 parlamentari al gruppo della Sinistra europea, i rappresentanti dei gruppi di Destra e Socialdemocratici nel Parlamento Europeo sono cresciuti di 18 con l’apporto della RC. E’ un’illusione pensare che la Sinistra sarebbe più forte e più influente in conseguenza dell’entrata nell’UE. Nell’UE il quadro delle forze politiche dei nuovi stati membri, esclusa Cipro, è sbilanciato in favore della Destra. Nessun Partito Comunista dei nuovi paesi membri è rappresentato nel Parlamento Europeo.

    I primi paesi membri dell’UE stanno considerando di introdurre cambiamenti amministrativi per prevenire un influsso laburista dai nuovi stati. Queste misure devono essere percepite non solo dai partiti fratelli dei paesi che hanno aderito per primi all’UE ma anche dai loro sindacalisti, che certamente vogliono difendere gli interessi dei loro stessi lavoratori. E’ difficile sollevarsi quando il periodo di preparazione dei rappresentanti UE non è usato per assicurare che il livello sociale e economico dei nuovi membri sia sollevato a quello dei vecchi membri.

    Un’altra illusione è pensare che l’Europa possa essere un contrappeso all’egemonia US, se la Nato è controllata dagli USA e dai membri dell’UE che sono membri della Nato. E’ necessario notare l’approfondimento del processo di militarizzazione dell’UE: si stanno creando forze di rapido intervento europee, capaci di intervenite dove, per motivi tattici o politici, la Nato non può esporsi direttamente. Solana ha sottolineato più volte la compatibilità politica e operativa di queste unità con la Nato. L’indipendenza dell’Europa dalla politica egemonica US può essere assicurata solo se si archivia questo patto militare come un residuato del mondo bipolare, o se i membri europei si ritirano dalle strutture militari Nato. Questo è il requisito prioritario per l’indipendenza e la sicurezza europea e anche una fondamentale necessità per assicurare la pace nel mondo.

    29 Ottobre 2004

    PC Boemia e Moravia
    http://www.kscm.cz, leftnews@kscm.cz

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