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I lavoratori Whirlpool in corteo contro chiusura ed esuberi

(18 Luglio 2013)

Mercoledì 17 Luglio 2013 17:20

Combattività, rabbia, unità di classe. Il corteo nazionale dei lavoratori Whirlpool si riassume in queste tre parole.

Unità di Classe: infatti il 9 luglio più di 600 lavoratori, lombardi e trentini, si sono radunati nella provincia di Varese per protestare contro la chiusura dello stabilimento di Trento e di un reparto nella sede centrale della Whirlpool, a Cassinetta di Biandronno. Per un'oretta siamo rimasti nel punto del concentramento mentre man mano arrivavano i pullmann dagli stambilimenti, salutati dalla piazza, soprattutto all'arrivo dei primi pullmann da Trento. I lavoratori non facevano distinzione su chi lavorasse a Trento o a Cassinetta, marciavano uniti contrastando il tentativo del padrone di metterli uno contro l'altro in una lotta a chi vive e chi muore.

Rabbia: perché l’azienda sostiene da due anni di essere in crisi, ma noi sappiamo bene quanto queste parole siano solo una maschera indossata dal padrone che per mantenere e aumentare il proprio profitto non esita a chiudere degli stabilimenti. Anche i lavoratori della Whirlpool se ne sono resi conto, tanto che una delle frasi più ripetute dagli operai durante il corteo è stata “la Whirlpool dice di essere in crisi e ha chiuso il bilancio 2012 con un utile di più di 300 milioni di euro”. E con queste cifre, si lascia a casa un'intero stabilimento e l'indotto; e a Trento “non c'è altro”, si sentiva ripetere nel corteo.

Combattività: perché abbiamo visto in marcia centinaia di lavoratori pronti a rigettare sia le ipotesi di mobilità, sia la chiusura degli stabilimenti. Fino a poche settimane prima erano stabilimenti in cui si pensava non ci sarebbe stata una risposta, invece la risposta c'è stata. Lo slogan che è andato avanti per tutto il corteo era molto semplice: “Lavoro, lavoro!”

Dopo aver già cominciato nelle scorse settimane a confrontarci con i lavoratori fuori dai cancelli di Cassinetta e Trento, ci siamo organizzati da Milano, Varese e Trento per essere presenti a sostegno della manifestazione e per diffondere il nuovo numero di RadioFabbrica. Abbiamo ricevuto una caldissima accoglienza e abbiamo diffuso un centinaio di RadioFabbrica. Nella manifestazione, non c’è stato un singolo lavoratore che non abbia in qualche modo letto il nostro volantino (http://www.radiofabbrica.it/images/materiali/whirlpool_7luglio.pdf).

Il corteo dopo un'ora e mezza di cammino sulla statale è arrivato agli uffici Whirlpool di Comerio. Lì la sicurezza dell'azienda dopo un po' di pressione ha fatto entrare nel cortile interno il corteo (anche se man mano cercava di non far rientrare chi non poteva dimostrare di essere un dipendente). Dopo altre pressioni è stata accettata una delegazione nazionale Fim-Fiom-Uilm più i delegati dello stabilimento di Trento.

L'appuntamento è stato dato però da lì a 40 minuti, e nel frattempo l'azienda ha invitato i lavoratori ad andare “ordinatamente” in mensa. Grande magnanimità di un'azienda che ti chiude uno stabilimento ma ti offre addirittura un panino! La mossa sembrava più che altro mirata a smobilitare il presidio che stava aumentando la pressione con cori e slogan sotto gli uffici. Che questo invito sia stato raccolto dai funzionari sindacali presenti, che invitavano alla tranquillità e all'ordine mentre già si avvicinavano i pullmann per riportare indietro i lavoratori di Trento era anticipatore di una gestione della trattativa per strappare qualche ammortizzatore ma non per bloccare il disegno del padrone e salvare i posti di lavoro.

Gli ultimi sviluppi della vertenza hanno mostrato sinora come la grande combattività dei lavoratori abbia pagato sul breve periodo, ma come la trattativa sia stata invece al ribasso: infatti se la mobilità è stata in generale rigettata, la chiusura dello stabilimento di Trento è stata solo posposta al 2014. Inoltre la chiusura del reparto di Cassinetta di Biandronno sembra confermata e il riassorbimento di circa duecento lavoratori non coprirà mai i quattrocento posti a rischio. La scadenza per questa operazione è a Novembre di quest'anno, fra pochi mesi, e neanche il 2014 trentino è molto lontano.

Durante tutto il periodo della vertenza, sia a Trento che a Cassinetta, Radio Fabbrica sarà presente davanti ai cancelli degli stabilimenti per rilanciare le nostre parole d’ordine: nessuna chiusura, nessun licenziamento. Se l’azienda è in crisi, il lavoro va ridistribuito tra tutti i lavoratori a parità di salario; se Whirpool conferma di voler chiudere lo stabilimento, deve essere nazionalizzato sotto il controllo dei lavoratori.

Davide Longo - FalceMartello

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