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(27 Agosto 2013) Enzo Apicella
Obama ha deciso di attaccare la Siria, in ogni caso.

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La nostra missione nella Siria dilaniata dalla guerra civile

(18 Luglio 2013)

siriacartina

Mercoledì 17 Luglio 2013 12:52

Intervista a Mirelle Fanon-Mendès France*

D. Lei ha recentemente visitato la Siria che è scossa da eventi gravi che sembrano prolungarsi nel tempo! Quali sono le tue impressioni?

R. Proprio così, una delegazione internazionale è stata organizzata principalmente per iniziativa dei membri del Forum sociale Austriaco. Un appello ha preceduto questa delegazione. [1] Mentre inizialmente le rivendicazioni si basavano sugli aspetti economici, sociali e politici, ben presto sono passate ad un altro piano, si esigeva la partenza di Bashar al-Assad ed è sempre richiesta da una larga parte della popolazione. Per gli oppositori del regime, la partenza può essere raggiunta solo con l’uso delle armi. I vari gruppi di opposizione incontrati, che sono, data la natura del regime, legali/autorizzati o solo tollerati ma non legali, non hanno tutti gli stessi obiettivi, qualcuno richiede la partenza di Bashar al-Assad, altri esigono le elezioni e sono preparati, per il periodo di transizione, al fatto che Assad rimanga. Tutti, comunque, richiedono la fine del regime di Assad.

Il regime per mantenere la situazione, ha preferito neutralizzare rapidamente le velleità dell'opposizione facendo leva sulla divisione tra i diversi gruppi religiosi. Pertanto, è sempre più difficile dire con precisione che cosa è in gioco in Siria e chi sono in realtà gli attori. Senza contare che alcuni paesi, a diversi livelli, come il Qatar e l'Arabia Saudita, ma anche la Russia e l'Iran, sono coinvolti, in qualche modo, in questa guerra con la fornitura di armi e combattenti ad una parte o all'altra. Non possiamo inoltre ignorare il fatto che, alcuni paesi occidentali, tra cui la Francia e il Regno Unito, sostengono alcuni gruppi di opposizione!

La lettura della situazione è sempre meno leggibile! Quel che è certo è che il sistema è pronto ad andare fino in fondo, poco gli importa del numero dei morti siriani! Anche l'opposizione lascia che si uccidano tra siriani. Emerge l’impressione di una situazione precedente al caos, ci sono tutti gli ingredienti di un crimine contro l'umanità.

E’ certo che la popolazione non ne può più, è esaurita .... E chiede la fine della guerra, con o senza Assad a capo dello Stato.


Pensa che una tale situazione è dovuta agli indugi del regime, dell'opposizione, o è piuttosto il peso geostrategico della Siria che porta a questa situazione?

E' una guerra tra siriani, con circa 300 morti al giorno. Non dobbiamo chiudere gli occhi, si tratta di una guerra civile con il suo carico di crimini di guerra che la comunità internazionale lascia commettere sebbene abbia tutto l'arsenale per impedirla. Bisogna sottolineare che la maggior parte di queste morti è dovuta principalmente al regime di Bashar Al Assad che sembra essere poco interessato alla protezione della sua popolazione. L'opposizione resiste agli attacchi ed esercita con ciò, il diritto a resistere. La sua resistenza deve essere considerata come una legittima difesa, la sovranità popolare dei siriani, nel suo insieme, non è né compresa né rispettata. La popolazione siriana ridotta al silenzio, agisce per la realizzazione del suo diritto di sovranità.

Ma sono i civili che pagano il prezzo più alto! La complessità di lettura è dovuta alle forze coinvolte all'interno del paese e alle alleanze che alcuni di esse hanno con determinati paesi o gruppi; senza dimenticare la diaspora siriana molto attiva e l’arrivo sul suolo siriano di mercenari estranei al conflitto. Alcuni membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, soggetti a norme vincolanti regolate da trattati e accordi che hanno valore di regole erga omnes, hanno un ruolo pericoloso: la Russia, membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, arma il regime, Francia e Regno Unito, anch’essi membri dello stesso Consiglio, hanno fatto sapere che stanno considerando di armare alcune parti dell’opposizione, mentre gli Stati Uniti forniscono assistenza ad altre. Questi paesi dimenticano che sono soggetti all'articolo 2, § 4 della Carta delle Nazioni Unite, all’interdizione dell'uso della forza e della minaccia di uso della forza e che la stessa Carta li obbliga a trovare una soluzione al conflitto che sia pacifica.

Se siamo in grado di capire perché la comunità internazionale, che ha dato prova di cinismo come al solito, non interviene, non avendo la Siria risorse essenziali per i bisogni dei paesi occidentali, resta il fatto che se questo paese cade è tutto l'equilibrio geopolitiche che crolla. L'area può incendiarsi ben oltre. Naturalmente sullo sfondo, c'è l'Iran, sostenitore del regime sciita; la Turchia teme che le armi inviate all'opposizione o prese al regime cadano nelle mani dei Curdi; lo Stato di Israele sembra preferire i salafiti a capo della Siria, piuttosto che avere a che fare con un'entità democratica che gli possa ricordare i suoi obblighi verso i diritti inalienabili del popolo palestinese; la Russia, che, al di là del suo accesso al mare, svolge un ruolo di opposizione nel Consiglio di Sicurezza, ruolo che non aveva più assunto dalla fine della guerra fredda, e questo può aprire occhi degli Stato non-allineati; il Libano di cui una componente religiosa, Hezbollah, sostiene attivamente il regime; alcuni paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti che faticano per prendere una decisione; la Francia e la Gran Bretagna che hanno rapidamente espresso il loro sostegno all'opposizione, ma sono oggi in grado di specificare quale gruppo sosterranno?

Oltre ad una difficile lettura del conflitto a causa in parte del gran numero di gruppi coinvolti, e del regime, bisogna aggiungere le forze esterne e i loro obiettivi specifici che rafforzano questa mancanza di chiarezza e che in parte spiega la mancanza di una decisione da parte della Comunità Internazionale e il silenzio della Lega Araba.


Così possiamo capire che la Siria è teatro di una guerra che non poteva aver luogo in Iran?

La Siria gioca un effetto di spostamento. La rivolta dei giovani di Derra sembra essere stata il punto di partenza di questo movimento per giungere a questa grave crisi che minaccia duramente la Siria. Tutti i tentativi di attaccare l'Iran proposti da parte dello Stato di Israele sono stati respinti; gli Stati Uniti non hanno ratificato il progetto di attacco israeliano rifiutandosi di sostenerli finanziariamente. Servirsi della Siria e di ciò che il regime siriano ha inflitto alla popolazione per decenni per decidere la sorte di stati identificati dai leader occidentali come “terroristi” appartenenti all’”asse del male” è segno di assoluto cinismo e degrado dei rapporti di potere e segna anche l'incoscienza degli stati occidentali che sono disposti a portare la guerra ovunque, credendo di mantenere il loro sistema capitalista liberale.

In questo contesto, l'utilizzo dell’astensione al Consiglio di Sicurezza - comunemente chiamata veto – da parte dello Stato russo può essere un segno di un cambiamento dei rapporti di forza nel quadro delle relazioni internazionali, che, dopo l'istituzione delle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale, si manifestano in maniera particolarmente irregolare; questa osservazione non significa adesione alla politica russa attuale sia sul piano interno che esterno. Ciò che i popoli continuano a pagare dopo la fine della decolonizzazione, è l'incapacità dei paesi occidentali, che hanno portato alla creazione delle Nazioni Unite, di sfidare l'esercizio del potere e la natura dei rapporti di forza nelle relazioni internazionali. Ad una Onu progettata da e tra i bianchi, di cultura giudaico-cristiana, limata da una storia comune basata sulla tratta dei negri, la schiavitù e la colonizzazione.

Per la loro inerzia, le grandi potenze sono colpevoli da una parte nei confronti del popolo siriano, che essi portano al massacro, e in secondo luogo nei confronti dei popoli delle Nazioni per la loro manipolazione delle relazioni internazionali e per la loro insaziabile sete di colonizzare il mondo con tutti i mezzi e qualunque sia il prezzo!


* Mirelle Fanon-Mendès France ha fatto parte della delegazione internazionale recatasi in Siria dal 2 all’8 giugno scorsi. Mirelle è proprio la figlia del filosofo rivoluzionario Frantz Fanon (1925-1961)

Traduzione a cura della redazione - www.antimperialista.it

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