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(13 Novembre 2004)
Baghdad, 12 novembre - La statistica delle perdite americane a Falluja è stata rivista dalle fonti militari Usa. I morti dichiarati sono sempre 18, oltre a 5 militari collaborazionisti iracheni, ma i feriti da circa 100 sono saliti a oltre 200 fra statunitensi e fiancheggiatori iracheni. Intanto, si è saputo che a Baghdad soldati americani hanno perquisito le abitazioni del segretario generale dell'Associazione degli ulema Suleiman Harith al Dhari e di un notabile dell'Associazione Abdul Salam al Kubayssi, portandosi via documenti e oggetti.
Militari statunitensi e Guardia nazionale irachena hanno fatto irruzione anche nella moschea di Ibn Taymiya a Baghdad, arrestando diverse persone, tra cui il religioso Sheikh Mehdi al Sumaidi, il quale ha condannato l'assalto a Falluja, ha invitato i soldati iracheni a non combattere a fianco degli americani, ha accusato il premier Allawi di aver lanciato una guerra contro i sunniti, sospettando di complicità il grande ayatollah sciita Ali al Sistani, il quale non ha aperto bocca da quando è iniziato il massacro a Falluja.
Intanto, la commissione irachena per i media, una sorta di Corte istituita dalle autorità di occupazione statunitensi per censurare la stampa, ha ammonito i media a fare molta attenzione nel distinguere a Falluja tra la popolazione civile, "che non è bersaglio delle operazioni militari", e i "gruppi di terroristi" che si sono infiltrati in città. La Commissione ha poi invitato le testate a dare spazio alle posizioni del governo ad interim iracheno "che esprime le aspirazioni della maggioranza degli iracheni". In caso contrario, la Commissione sarà costretta ad adottare dei provvedimenti per garantire gli interessi nazionali. Più chiaro di così. Uomo avvertito, mezzo salvato.
Arab Monitor
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