">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

L'ombra nera

L'ombra nera

(20 Agosto 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri il disoccupato Angelo di Carlo, che si era dato fuoco per protesta 8 giorni fa davanti a Montecitorio

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

CI STANNO LICENZIANDO E FANNO FINTA DI TAGLIARE GLI SPRECHI

(27 Luglio 2013)

Il n. 8 di Diari di Cineclub pubblica un drammatico intervento di una operatrice culturale della UICC, una delle nove associazioni di cultura cinematografica riconosciute dal MIBAC, sui tagli alla cultura perpetrati dalla politica al governo.

diaricinec

Cultura: l’ennesimo taglio non lo meritiamo
CI STANNO LICENZIANDO E FANNO FINTA DI TAGLIARE GLI SPRECHI
La politica conservi i posti di lavoro della cultura e ne crei altri: “Con la cultura si mangia”

Sono una lavoratrice della cultura, una delle tante persone che dipendono, in massima parte, dalle decisioni dei Ministri per i Beni Culturali e dalla Direzione Generale nell’amministrare i vari riparti di quella sezione del Fus destinata annualmente dallo Stato al cinema. Lavoro, da oltre 20 anni, in una delle 9 Associazioni Nazionali di cultura cinematografica riconosciute dall’art. 18 della vigente legge cinema (Dlgs n. 28/22.1.2004 ex L. 1213/65). A questi 9 soggetti nazionali, fanno capo, circa, un migliaio di strutture associative di base, i Circoli del cinema, tramite i quali, per legge, le Associazioni nazionali, svolgono “attività di cultura cinematografica attraverso proiezioni, dibattiti, conferenze, corsi e pubblicazioni” e alle quali, sempre per legge “viene concesso un contributo annuo, da prelevare sulle risorse di cui all'articolo 19, commisurato alla struttura organizzativa dell'associazione, nonché all'attività svolta dalla stessa nell'anno precedente”. Stiamo parlando del settore Promozione Cinema. Il medesimo settore che, dal 2008 ad oggi è stato oggetto di tagli continui e progressivi, anche in anni, come il 2011, in cui il Fus non è stato, di fatto, tagliato (anche se si dovette “scomodare” Riccardo Muti, in una memorabile e commovente performance, fuori programma, del Va Pensiero, alla Scala di Milano, per avere un reintegro del Fus in extremis). Per limitarci al nostro articolo di legge di riferimento, nel 2008 lo stanziamento ministeriale ammontava complessivamente a 1 milione e 250 mila euro per l’insieme dei 9 soggetti nazionali riconosciuti, grazie ad un aumento del Fus da parte dell’ultimo governo di Centrosinistra. Nel 2009, lo stanziamento per l’art. 18 è stato ridotto ad un milione complessivo e, nel 2011 a soli 700.000,00 euro. “Struttura organizzativa”, dice la legge. Io sono una di quelle persone che si occupano della struttura organizzativa di un’Associazione Nazionale di cultura cinematografica. Sono colei che, all’interno, in particolare, della Uicc – Unione Italiana Circoli del Cinema, si occupa materialmente del lavoro degli operatori culturali sul territorio italiano (circa un centinaio, nel nostro caso). Sono anche colei che tiene, personalmente, i rapporti con il Ministero, attraverso la preparazione di relazioni, bilanci, dichiarazioni e quant’altro viene richiesto. E sono anche la stessa persona che si occupa dei contenuti del sito internet e di curare le pubblicazioni online dell’Associazione, che segue le attività in collaborazione con i Circoli stessi e cura le iniziative di formazione nelle scuole, che segue gli accordi con le distribuzioni con le Cineteche e con le agenzie Siae. Sono laureata in filosofia. Mi sono occupata e mi occupo di tutto, dalle spedizioni postali sino a preparare personalmente i bilanci della Uicc e a tenere i rapporti con le altre Associazioni nazionali e gli altri soggetti operanti nel settore. Sono un dirigente dell’Associazione, ma anche il più “manuale” dei lavoratori. E ciò non mi preoccupa affatto, né mi fa sentire meno riconosciuta, sotto il profilo lavorativo. Dopo 24 anni di lavoro, guadagno circa 26 mila euro lordi (il che significa 19 mila euro netti annui), con un costo totale per l’Associazione di circa 34 mila euro annui (considerati gli oneri, come i contributi, di diretta competenza del datore di lavoro). Non ritengo che il mio lavoro sia uno spreco da tagliare. Senza il mio lavoro, è piuttosto evidente, gli operatori di base non potrebbero accedere al contributo statale previsto. Come, peraltro, senza l’operato dei Circoli la Uicc e la mia figura lavorativa non avrebbero ragione di esistere secondo la normativa vigente. Noi avremmo il compito, non così irrilevante (né “inutile”, Tremonti dixit), di portare la cultura cinematografica, attraverso i nostri operatori, nelle località sprovviste di offerta cinematografica, di fare formazione cinematografica nelle scuole, di promuovere, prevalentemente, il cinema italiano ed europeo, contemporaneo e retrospettivo, ed in particolare di dare visibilità a quello stesso cinema che lo Stato produce e che ha difficoltà, per ragioni di natura commerciale, ad avere visibilità nelle sale. Abbiamo il compito, anche, di fare “aggregazione” intorno al cinema ed alla sua storia. Ed è proprio ciò che, ogni anno, ci sforziamo di perseguire e che io personalmente scrivo in pagine e pagine di relazioni sull’attività svolta e su quella programmata per l’anno successivo. Ogni anno evidenziando il rispetto, da parte della nostra Associazione, di quanto richiesto dal Ministero stesso, confidando che “il merito” prevalga sulle assegnazioni lineari e, soprattutto, sui tagli lineari. Invece, sono anni che i nostri programmi vengono tagliati in base alla sola, esatta percentuale del taglio cumulativo ricevuto dal nostro articolo. E arrivo al punto. Ho appreso, ormai qualche mese fa, che un ministro pro-tempore, che ha brillato per la sua assenza anche quando era in carica, dopo che il governo tecnico aveva già consegnato le proprie dimissioni, ha nuovamente tagliato il Fus, di ben 20 milioni di euro. Ho anche appreso che è già stato ripartito il Fus, e che al Cinema sono destinati, per il 2013, 72,4 milioni, 4 milioni in meno rispetto al già drammatico 2012. Negli ultimi giorni prima delle elezioni di febbraio scorso, da fonte ben informata, ho appreso che sarebbe nelle intenzioni della Direzione Generale Cinema prelevare dal settore Promozione ben 3 di quei 4 milioni di taglio al Fus Cinema. Quella stessa fonte mi ha informato, altresì, che sull’articolo 18 c’era l’intenzione di recuperare altri 200 mila euro, precipitando le 9 Associazioni Nazionali ad un budget complessivo di 500 mila euro. Un taglio del 30% a fronte di un 5% di taglio del Fus Cinema. Qualora queste informazioni fossero realistiche, significherebbe, semplicemente, che io resterei senza lavoro. Significherebbe che lo Stato, il Ministro, e la Direzione Generale Cinema, mi starebbero licenziando. A me, come agli altri lavoratori delle Associazioni Nazionali e di tutto quel variegato e “precario” mondo che costituisce il Settore Promozione Cinema. Persone anche meno “garantite” di me, con contratti a progetto, prestazioni occasionali o part time sempre più ridotti. La mia Associazione, dal 2008, anno in cui ha avuto uno stanziamento di 105 mila euro, è scesa nel 2009 a 84 mila euro e nel 2011 a 58 mila e 800 euro. Ogni anno in cui è stato effettuato un taglio, la Uicc, come tutte le altre, ha subito una riduzione percentuale (lineare) sui propri programmi. Segno abbastanza evidente del fatto che i contenuti dei programmi delle 9 Associazioni non sono stati nemmeno valutati. I tagli al Fus 2013 sono stati attribuiti, dall’ormai ex-Ministro, alla sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito il reintegro dei tagli agli stipendi dei dirigenti, operati nel 2012 dalla spending review del Governo “dei tecnici”, che, alla fine dei conti, non toccherà in alcuna misura stipendi sopra i 90 mila euro lordi, mentre rischiano il licenziamento lavoratori con 10-20 mila euro di reddito annuo. E’ avvilente scoprire che una presunta “spending review” apparentemente destinata a riportare un minimo di giustizia sociale, finiscano per pagarla lavoratori di reddito medio-basso. I meno garantiti. Se è vero ciò che mi è stato riferito, e se la mia Associazione subirà un ennesimo taglio percentuale in base al taglio cumulativo di 200 mila euro che si paventa, resteranno alla Uicc circa 40 mila euro con cui gestire struttura organizzativa e attività “produttive” con i propri Circoli. Considerato il mio costo lordo di lavoratrice per la Uicc, è evidente che la mia Associazione non potrà più permettersi di erogarmi uno stipendio. E chi farà tutto ciò che è necessario per seguire le pratiche e svolgere il quotidiano lavoro in una struttura associativa nazionale? Qualcuno, magari proprio la sottoscritta, a titolo gratuito? O con lo stipendio dimezzato? E come si sopravvive, nella vita reale, lavorando gratis? Con 24 anni di contributi versati, a 48 anni, non avrò diritto neanche ad una pensione. Qual è, quindi, il mio futuro? Aggiungo che, da febbraio a giugno nulla è cambiato riguardo agli stanziamenti del Fus. Abbiamo un nuovo ministro ed un sottosegretario con delega alla cultura che mostrano un grande interesse per la sopravvivenza della cultura in Italia. Abbiamo, ora, un presidente del consiglio che ha dichiarato “Se ci saranno tagli alla cultura mi dimetterò”. Ma, ad oggi, di reintegro del Fus non si parla, della riunione delle Commissioni per gli stanziamenti 2013 alla Promozione nemmeno. Anzi. Io stessa ho ritenuto opportuno, essendo alla “paralisi” delle attività, ridurre il mio orario di lavoro, e conseguentemente il mio stipendio, onde non incidere drasticamente sulle disponibilità economiche associative. Io vivo serenamente con meno di un quinto dello stipendio di un dirigente MIBAC o di qualsiasi altro Ministero. Non ambisco a guadagnare di più di quanto guadagno ora, non mi manca nulla, non ho grossi bisogni da soddisfare, ma non posso pensare di perdere il mio stipendio, di circa 1.200 euro al mese. A chi, a 48 anni, dovrei presentare un curriculum per cercare un nuovo lavoro, specie in un contesto di crisi generalizzata? Ho fatto l’operatrice culturale per tutta la mia vita lavorativa, e ne sono orgogliosa. Ho acquisito un’esperienza ed una professionalità lavorative che molti, nel nostro ambiente, mi riconoscono. Vorrei continuare a farlo ancora, ma un ulteriore taglio, quest’anno, non me lo consentirebbe. Ed insieme allo stipendio perderei, anche, la mia dignità di lavoratrice e di persona, prima che di operatrice culturale. Vorrei che non fossero sempre i più deboli a pagare. Vorrei che, come dispone la nostra, sempre più vilipesa, Costituzione, l’Italia fosse veramente “Una Repubblica Democratica, fondata sul lavoro” e non “Un Paese feudale fondato sulla clientela”.

Pia Soncini – Operatrice culturale
Unione Italiana Circoli del Cinema

Diari di Cineclub

5185