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Fiat. Cassazione, no ai licenziamenti di Melfi

(1 Agosto 2013)

fiatcassaz

La sezione lavoro della Corte di cassazione ha respinto il ricorso della Fiat contro la decisione della Corte di Appello di Potenza che, nel 2012, reintegrò tre operai della Sata di Melfi (Potenza) licenziati dopo e uno sciopero interno notturno.

I tre, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli furono licenziati nel 2010.
In un primo tempo il ricorso della Fiom fu accolto ma la Fiat non fece mai più rientrare in fabbrica i tre operai. Un anno dopo, un altro giudice accolse il ricorso della Fiat e scattò il licenziamento, poi di nuovo revocato dalla Corte di Appello.
Secondo quanto riferito dal legale, la Corte di Cassazione non ha ritenuto volontario o premeditato il blocco della produzione: i tre operai - due dei quali delegati Fiom - avrebbero quindi interrotto casualmente i carrelli adibiti al trasporto del materiale alle linee di produzione. ''Si tratta di una sentenza storica - ha detto De Nicola, segretario regionale Fiom Cgil - per la Fiom e per i tre operai, e ora ci aspettiamo che la Fiat rispetti le sentenze, reintegrando i lavoratori, e ripristinando il confronto sindacale''.
Circa un mese dopo il licenziamento dei tre operai, nel 2010, il giudice del lavoro giudicò antisindacale il comportamento dell'azienda e ordinò il loro reintegro.
A luglio 2011 la sentenza fu però ribaltata: un altro giudice accolse il ricorso della Fiat e i tre furono licenziati. La Corte d'Appello, lo scorso anno, ha però dato ragione alla Fiom. La vicenda ha avuto, a giugno, uno sviluppo ulteriore, con la citazione in giudizio della Procura della Repubblica di Melfi di Barozzino, Lamorte e Pignatelli, con l'accusa di concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria: ''Con questa decisione anche il rinvio a giudizio è caduto - ha concluso De Nicola - perchè si reggeva, come stabilito dalla Cassazione, su un castello di sabbia''.

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