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Usciamo di casa

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(28 Settembre 2012) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

Tre mosse per costringere
Fincantieri e il governo al passo indietro

(2 Agosto 2013)

francescob

Francesco Belsito

Lavoratori, lavoratrici,
gli scioperi, le iniziative, il corteo, di martedì e mercoledì, la continuazione della lotta anche oggi, con altre modalità, sono stati e sono una importante prova di forza. E' la risposta giusta alle provocazioni in serie di Fincantieri, l'ultima delle quali - le 34 lettere di cassa integrazione - è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anche la stampa e la tv più servili verso i padroni hanno dovuto darvi un po' di spazio.
Ora Bono&C. masticano amaro, ma continuano a rispondere con altri ricatti e provocazioni: nuove lettere di c. i., richiesta alla polizia di scortare gli operai delle ditte con l'assenso scritto dei capicantiere, etc. Non si sono ancora convinti che debbono fare i conti con i bisogni, i diritti, le rivendicazioni degli operai. Come potete, come possiamo "convincerli"? Secondo noi, con tre mosse.

Prima mossa: coinvolgere le famiglie dei lavoratori Fincantieri al completo e la "città", cioè altri lavoratori come voi, dandogli appuntamento davanti al cantiere.
Lo si può fare da subito, già da venerdì mattina o al picchetto di sabato mattina, attraverso il passaparola, le radio, le tv locali, i giornali, i manifesti a muro, un gazebo in piazza a Marghera, etc. 115 licenziamenti, 325 lavoratori a cassa integrazione significano centinaia di famiglie colpite che si aggiungono alle tantissime che hanno almeno un disoccupato o una disoccupata. E' venuto il momento di dire basta! Per voi e per tutti.
La risposta sarà forte, ne siamo certi. Come facciamo ad esserlo? Siamo stati a distribuire migliaia di volantini di solidarietà con la vostra lotta alla stazione ed al mercato di Mestre, da Auchan, Ins, Panorama, Obi, Interspar, Sme, Decathlon. Dappertutto abbiamo trovato simpatia e solidarietà verso di voi dai soggetti più diversi: anziani lavoratori della Breda e giovani camerieri immigrati che ci hanno chiesto: "quando si fa uno sciopero del genere anche nei ristoranti e negli alberghi?", vostri parenti e ferrovieri di altre città. Al nostro Comitato stanno arrivando molti messaggi di solidarietà. Quello che più si ammira di voi è la dignità, la fermezza con cui respingete la pretesa di Fincantieri di fare ciò che vuole del vostro lavoro, dei vostri orari, dei vostri salari, della vostra organizzazione in fabbrica. Molti lavoratori, più dispersi di voi, sono costretti a accettare condizioni di lavoro indegne, ma aspettano solo il momento per potersi riscattare dalla paura e dalla debolezza di oggi, e vedono in voi quelli che possono dare un segnale di riscossa per tutti.

Seconda mossa: chiamare in causa direttamente i lavoratori di Monfalcone per mettere fine al ricatto padronale di spostare lì la Viking Star.
E' vero: da Monfalcone è arrivata la solidarietà della Rsu-Fiom alla lotta di Marghera. Anche la Rsu di Monfalcone ha rifiutato il 6x6, e perfino "Il Piccolo", giornalaccio di Trieste a libro-paga dell'azienda, scrive che a Monfalcone i delegati sindacali non vogliono che si "pregiudichino le condizioni di lavoro e i salari". Ma il padrone-Fincantieri continua a far proclamare a destra e a manca ai suoi "giornalisti" che lì sarebbero, invece, pronti ad accettare la Viking Star. Per risolvere la questione alla segreteria regionale o provinciale della Fiom basterebbe alzare la cornetta del telefono e chiedere un'immediata, chiara, definitiva risposta al ricatto padronale: no alla contrapposizione tra i due cantieri; non ci prestiamo a questi giochi sporchi; abbiamo problemi di orari, salari, flessibilità e cottimi comuni, affrontiamoli insieme! Perché non l'ha fatto finora? Lo faccia subito, recuperando il tempo perduto. E se continuerà, invece, a non farlo, è bene che i lavoratori più coscienti siano loro a prendere direttamente in mano la questione, andando ai cancelli del cantiere di Monfalcone! Con gli stessi metodi e la stessa determinazione di questi giorni. Dopo che sono cadute nel ridicolo le altre ipotesi, di portare la Viking in Romania, ad Ancona, a Canicattì e chi sa dove, Bono&C. continuano a puntarvi contro quest'arma: bisogna togliergliela di mano!

Terza mossa: rinsaldare l'unità tra i lavoratori Fincantieri e i lavoratori degli appalti.
Finora sono completamente falliti tutti i tentativi della Fincantieri di scagliare i lavoratori degli appalti contro quelli della Fincantieri. Solo qualche capocantiere si è prestato a piccole provocazioni cadute nel nulla, e ieri - perfino davanti all'iniziativa Fincantieri di coinvolgere la polizia nello scortare al lavoro i dipendenti delle ditte - qualcuno tra gli stessi capicantiere degli appalti ha rifiutato il ruolo infame di spezza-sciopero.

Lavoratori degli appalti,
noi che scriviamo e diffondiamo questi volantini siamo un gruppo di lavoratori, giovani precari, studenti e pensionati, quindi capiamo perfettamente che perdere delle giornate intere di salario è duro. Ma dovete avere bene a mente che se, per ipotesi, l'azienda dovesse riuscire a piegare la resistenza degli operai e degli impiegati (quelli dotati di spina dorsale) Fincantieri, sarebbe un colpo duro anche per voi! Infatti il minuto dopo che il padrone-Fincantieri avesse ottenuto di abbassare di 100-150-200 euro al mese (qualcuno ha calcolato anche 250 euro) i salari dei propri dipendenti, pretenderebbe di abbassare immediatamente anche i vostri. E lo stesso accadrebbe anche per gli orari, i sabati, le domeniche, i cottimi, etc. Se Fincantieri riuscisse a togliere ogni potere alla Rsu, ne paghereste anche voi le conseguenze, perché è stata solo questa struttura nel cantiere che più volte in passato vi ha dato una mano nel difendervi dai vostri padroni e padroncini abituati a metodi mafiosi. Se Fincantieri riuscisse a trattare i propri dipendenti come schiavi, a voi toccherebbe la parte di schiavi di serie B. Non dimenticate mai che a Monfalcone c'era un luridissimo titolare d'impresa di appalto che prima di consegnare l'assegno mensile ai suoi dipendenti del Bangladesh, pretendeva che si mettessero in ginocchio! Ecco dove vorrebbe arrivare Fincantieri!
Dunque è fondamentale che quella sostanziale unità che c'è stata finora tra voi e gli operai Fincantieri si rinsaldi, e ogni ulteriore tentativo della direzione di spezzarla vada a vuoto. E' fondamentale per tutti: per gli operai Fincantieri e per voi, perché siete legati da uno stesso "destino".

Queste sono, secondo noi, le tre mosse da fare per costringere Fincantieri e il governo a fare il passo indietro che finora non ha voluto fare. Perché chiamiamo in causa anche il governo? Semplice: perché Fincantieri è di Fintecna (azionista di controllo al 99,35%), che è a sua volta della Cassa depositi e prestiti controllata dal ministero dell'Economia e delle finanze. Insomma Fincantieri è un'impresa dello stato. Ecco perché è assurdo e, per i lavoratori, controproducente appellarsi al governo (Zanonato o chi per lui) come se fosse una specie di arbitro imparziale: si tratta, invece, del soprastante di Bono&C. che sta studiando anche come ritentare la privatizzazione dell'impresa... Nessuna illusione in proposito, quindi.
La sola ed unica forza su cui potete contare, e da chiamare in causa, è quella degli altri lavoratori, della classe lavoratrice!



1 agosto 2013



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Chi sono i dirigenti Fincantieri? Ne presentiamo uno, Francesco Belsito, ex-vice presidente (così potete avere un'idea degli altri...)

Di fronte a sé gli operai in lotta hanno come controparte i dirigenti di Fincantieri (e, ripetiamo: il governo!). Ma chi sono costoro?
Parlando dei dirigenti del cantiere un operaio ha dichiarato sarcasticamente: "Facciamo entrare solo i dirigenti perché non sanno avvitare neanche un bullone, quindi siamo sicuri che con loro il lavoro non va avanti". E un altro ha fatto questo ritratto degli ingegneri del cantiere, così zelanti nel firmare appelli anti-operai: "Credi che gli ingegneri abbiano migliorato le linee produttive in questi anni? No, sono messi lì per controllare quanti metri di saldature facciamo a ogni turno". Un po' inetti, un po' kapo...
Saliamo di grado. Vi presentiamo l'ex-vice presidente, Francesco Belsito. Due finte lauree, una a Londra, l'altra a Malta. Buttafuori di discoteca sulla riviera ligure, poi titolare di una ditta di pulizie, in seguito autista e portaborse di A. Biondi, ministro della giustizia in uno dei governi Berlusconi, quindi deputato e tesoriere centrale della Lega
Nord, e dal 2010 - in base a queste eccelse competenze nella costruzione di navi - vice-presidente della Fincantieri. Il 23 aprile 2013 questo brillante dirigente viene arrestato per aver dirottato almeno 7 milioni di euro di "rimborsi elettorali" in speculazioni finanziarie in Norvegia, Tanzania, Cipro, etc., per altri reati fiscali, in un contesto di sospette connivenze con la malavita organizzata. Con lui viene arrestato un altro ex-dirigente Fincantieri, Stefano Lombardelli... Inetti forse no (nel far carriera), ma mascalzoni matricolati, furfanti, grassatori, etc. senz'altro sì.
Perché ne parliamo? Per dire che hanno mille e una ragioni gli operai a non nutrire alcuna stima e alcun rispetto verso i "propri" dirigenti, una caterva di parassiti che si ingrassano sulla fatica e sul lavoro degli operai di Fincantieri e degli appalti, e dei veri tecnici della produzione. Se la Fincantieri ha un nome nel mondo, è per questo lavoro, e non certo per le "competenze" (?) dei suoi dirigenti.
E Bono? Alla prossima puntata... Per intanto replichiamo ad un suo amico, Maurizio Castro, quanto segue: è falso che i salari degli operai coreani siano inferiori a quelli italiani; sono, invece, di poco superiori. Questi signori sono competenti in una sola attività: la diffusione di menzogne!

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri – Marghera

Fonte

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