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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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UMBRIA MOBILITA', CON LA PRIVATIZZAZIONE SARANNO COLPITI LAVORATORI E STUDENTI.

Dalla settimana della cultura operaia.

(3 Agosto 2013)

Ieri sera, all’interno della “XXIII settimana dalla cultura operaia e del proletariato giovanile”, organizzata da Casa Rossa e dal Centro Sociale Autonomo, presso i giardini di V.le G. Matteotti, si è svolta, con la partecipazione di Vincenzo Di Benedetto del “Comitato No debito” di Terni, un dibattito sull’imminente ingresso in Umbria Mobilità di privato, che a gara ancora non espedita ci sentiamo di poter scommettere che sarà “Bus-Italia”.
Coloro che hanno seguito e partecipato al dibattito hanno avuto la netta sensazione che questa situazione non è la conseguenza di scelte manageriali sbagliate, ma una lucida, programmata e perseguita scelta politica.

La nascita di Umbria Mobilità, avvenuta appena due anni e mezzo fa, dalla fusione delle tre aziende di trasporto pubbliche operanti un Umbria (APM, ATC e SSIT) lungi dall’essere un modo per perseguire economie di scala e razionalizzare spese e costi, non è stata in realtà altro che il primo passo perché si creasse una situazione che rendesse necessario cedere la maggioranza del pacchetto azionario al privato.

Un lucido e determinato disegno politico, organico alle politiche neoliberiste di un Europa sempre più determinata a consegnare al mercato beni comuni come l’acqua e l’energia ma anche i trasporti pubblici locali, la sanità e l’istruzione che guardano ai diritti alla mobilità, alla salute ed allo studio che sono anch’essi beni comuni.

Tutto questo continuando a garantire, ad un ceto politico-amministrativo manageriale, non solo cospicue rendite di posizione, ma anche l’occupazione di ogni attività così da assicurarsi una perpetua gestione del potere.

La scelta di partecipare, per poi vincere, a condizioni apertamente insostenibili, una gara per assicurare ventisei milioni di chilometri/anno nel territorio del Comune di Roma, con una notevole esposizione per spese da investimento, da parte di APM poi confluita in Umbria Mobilità poi, è stata la vera ragione per la costituzione di Umbria Mobilità piuttosto che di una holding pubblica e il grimaldello per rendere necessaria una ricapitalizzazione attraverso l’ingresso di un socio privato.

Tutto questo determinerà conseguenze sia per i dipendenti di Umbria Mobilità che per i cittadini.

Per i primi i rischi sono la diminuzione dei livelli occupazionali e la decurtazione dei loro salari.

Per i secondi un peggioramento del servizio, soprattutto attraverso il taglio delle linee ritenute dal privato non remunerative e con un aumento del costo del biglietto.

La persona anziana che da una lontana e piccola frazione del Comune di Spoleto dovrà recarsi in città o i lavoratori pendolari tra Spoleto e Terni dovranno, nel prossimo futuro, provvedere con mezzi propri.

Tutto è perduto ?

Il pessimismo dell’intelligenza che affonda le sue ragioni nell’ignavia delle Amministrazioni locali (in tali frangenti il Comune di Spoleto non informa i cittadini su quello che sta accadendo e li chiama a raccolta non per ostacolare questo processo, ma per coinvolgerli nella scelta di quale linee tagliare) ha come contro altare l’ottimismo della volontà: occorre che la popolazione si organizzi e costringa con una grande partecipazione di massa a trovare una soluzione che non è affatto impossibile.



Associazione politico culturale Casa Rossa

Associazione politico culturale Casa Rossa - Spoleto

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