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Solidarieta' a Mordechai Vanunu, obiettore di coscienza

(18 Novembre 2004)

Care tutte e tutti,

Mordechai Vanunu, tecnico della centrale nucleare di Dimona, nel deserto del Negev in Israele arrestato nel 1986 con l'accusa di spionaggio e tradimento allo Stato per aver denunciato all'opinione pubblica internazionale l'attività illegale di Israele in materia di armamenti nucleari, dopo aver speso 18 anni in carcere, di cui 11 in completo isolamento ed essere stato rilasciato nell'aprile 2004 avendo scontato tutta la pena, é stato nuovamente arrestato lo scorso 12 novembre a Gerusalemme Est. Un numero imprecisato di uomini armati, si dice dai 30 ai 50, appartenenti all'Unità di polizia israeliana contro i crimini internazionali, ha fatto irruzione nella Chiesa Anglicana di S. Giorgio a Gerusalemme Est brandendo armi da fuoco, spaventando i pellegrini e il clero riuniti in preghiera e violando la santità del luogo, ed hanno prelevato Vanunu dalla sua abitazione, posta nel complesso stesso del monastero, con la nuova accusa di aver passato, come riporta il quotidiano israeliano Jerusalem Post, "informazioni classificate" sul nucleare militare di Israele.

Secondo quanto riferito dalla polizia israeliana, nella sua stanza sarebbero stati inoltre trovati documenti e materiali di notevole rilevanza.

Rapito nel 1986 dai servizi segreti israeliani all'aeroporto di Fiumicino a Roma, venne condannato con un processo segreto senza giuria, a diciotto anni di reclusione per spionaggio e tradimento allo Stato; in realtà Vanunu, non essendo uno scenziato ma un tecnico, non aveva mai rivelato piani segreti a potenze straniere bensi' aveva reso pubblico un progetto illegale e clandestino, sconosciuto alla stessa popolazione israeliana, denunciando che Israele tra gli anni 70' ed 80', anche durante il governo Peres, aveva sviluppato un vasto arsenale di armi nucleari, in violazione di tutti i trattati internazionali.

Dopo la sua scarcerazione, soprattutto considerato il regime di strettissima sorveglianza al quale era stato sottoposto al rilascio, tra cui il divieto di lasciare il paese, di parlare con la stampa e di incontrarsi con internazionali, Vanunu non é stato in grado di raccogliere nuove informazioni e materiale sugli sviluppi dell'arsenale nucleare posseduto da Israele. Questo nuovo arresto, dovuto in realtà al fatto che uscito di prigione ha continuato a denunciare e a rilasciare dichiarazioni alla stampa circa la presenza di armi nucleari in Israele, prende le forme più di una vendetta tribale che dell'applicazione della giustizia e del diritto; inoltre Vanunu, che era nato nel 1954 in Marocco da una religiosa famiglia ebrea poi trasferitasi in Israele, nel 1986 si era convertito ed era stato battezzato nella Chiesa Anglicana di S. Giovanni a Sidney; anche questa scelta ha contribuito a renderlo più vulnerabile e attaccabile dal governo israeliano, identificando in lui un traditore sotto ogni aspetto, una minaccia alla sicurezza ed integrità nazionale; in questo senso questo nuovo arresto testimonia un atteggiamento persecutorio del governo israeliano nei confronti di un prigioniero di coscienza, costretto a pagare di persona per aver coraggiosamente spezzato un muro di silenzio in nome della pace e di un mondo senza armi nucleari.

Per questo credo che sia giusto, oltre che importante, testimoniare il nostro dissenso alle autorità israeliane, scrivendo al primo ministro Ariel Sharon, Fax (+972 2) 670-5361 rohm@pmo.gov.il, al Ministro della Difesa Shaul Mofaz, Fax (+972 3) 691-6940 sar@mod.gov.il ed al Ministro di Giustizia Yosef Lapid, Fax: (+972 2) 628-5438 sar@justice.gov.il, nonché all'Ambasciata israeliana in Italia (info-coor@roma.mfa.gov.il).

Sarebbe anche bello mandare lettere di solidarietà direttamente a Vanunu, dimostrandogli il nostro sostegno e rispetto per il suo coraggio:
Mordechai Vanunu c/o St. George's Cathedral PO BOX 19018 20 Nablus Road Jerusalem 91190, vanunumvjc@hotmail.com

Credo che sia anche fondamentale a questo punto ricordarci tutti della necessità di riprendere la campagna contro il nucleare, e di continuare ad impegnarci, sia facendo pressioni con i governi, sia sensibilizzando l'opinione pubblica sul fatto che le sperimentazioni nucleari e lo sviluppo di vasti arsenali nucleari continuano, in Israele, come altrove, nella costante violazione dei trattati internazionali.

Un abbraccio,

Luisa Morgantini

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