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A PROPOSITO DELLA REGOLAZIONE LEGISLATIVA DEL COSIDDETTO “FEMMINICIDIO”

(9 Agosto 2013)

Dal blog: http://sinistrainparlamento.blogspot.it

Punto Primo:
Il provvedimento assunto dal Consiglio dei Ministri nasconde dietro l’insegna di “femminicidio” usata come “testa d’ariete” perché di grande attualità, una sorta di antico “milleproroghe” contenitore indiscriminato delle cose più diverse compresa, quella, gravissima di un inasprimento delle condizioni di militarizzazione del territorio ad uso esclusivo del tentativo di rendere preventivamente illegale qualsiasi azione di insorgenza sociale. Inoltre la questione specifica cui il DL è intitolato è assunta in una forma di inaccettabile paternalismo.
Punto Secondo:
Nello specifico l’articolato legislativo conferma l’uso di una biopolitica che si occupa di tutte le fasi della vita attraverso l’esercizio del potere sui corpi. In questo modo si abbandona la vocazione “classica” della politica che dovrebbe, invece, occuparsi della regolazione della lotta per il potere economico e sociale, come vedremo meglio in seguito.
Punto terzo:
Alle spalle di tutto ciò si situa una ben precisa concezione filosofica: quella di una “Shari’a” che impone un codice di comportamento etico trasformato immediatamente in legislazione coercitiva. In questo modo uno Stato non può essere definito laico, anche se posto all’interno di una cornice di apparentemente compiuto liberalismo, proprio perché si annulla il concetto fondamentale di conflitto.

Patrizia Turchi