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Egitto: Da Iran a Qatar, mondo islamico condanna governo

Sunniti e sciiti per una volta uniti in reazioni a sgomberi

(15 Agosto 2013)

14 agosto, 21:28

(di Alberto Zanconato) (ANSAmed) - BEIRUT, 14 AGO - Parole di condanna e di preoccupazione arrivano dal mondo islamico per il precipitare degli eventi in Egitto, al di la' delle differenze tra Paesi sunniti e sciiti, negli ultimi anni contrapposti su altre crisi della regione, come quella siriana.

Le reazioni piu' dure giungono dalla Turchia e dal Qatar, sunniti come i Fratelli Musulmani egiziani. Ma anche l'Iran, bastione del mondo sciita che con Mohammed Morsi aveva rapporti tiepidi, ha condannato le uccisioni tra i sostenitori del deposto presidente, chiedendo "moderazione" a tutte le parti.

Da parte sua il presidente tunisino Moncef Marzouki ha fatto appello al governo islamico e all'opposizione laica del suo Paese perche' aprano negoziati per fare calare la tensione, altissima da quando, il 25 luglio e' stato ucciso il deputato laico Mohamed Brahmi. Un delitto attribuito al movimento jihadista.

Il presidente turco Abdullah Gul ha definito ''completamente inaccettabile'' l'intervento armato contro i civili in Egitto, mentre il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, alla guida di un governo di ispirazione islamica, ha affermato che "il Consiglio di sicurezza dell'Onu e la Lega Araba devono intervenire immediatamente per fermare il massacro''. Ad Ankara circa 300 persone hanno dato vita ad un raduno di protesta davanti all'ambasciata egiziana e poi si sono spostate davanti a quella statunitense, dove hanno scandito slogan anti-americani.

Il Qatar, ricco Paese produttore di gas che dall'elezione di Morsi lo scorso anno aveva promesso aiuti all'Egitto con finanziamenti per sette miliardi di dollari, ha "condannato fermamente" l'intervento armato "contro manifestanti pacifici", in un commento del ministero degli Esteri riportato dall'agenzia ufficiale Qna. Il governo di Doha, afferma ancora l'agenzia, "auspica che coloro che sono al potere rinuncino alla scelta della forza nell'affrontare le proteste", anche perche' "e' difficile prevedere i risultati di questo scontro e le sue ripercussioni in futuro".

Una messa in guardia sulle possibili "gravi e pericolose conseguenze" di quanto sta avvenendo e' stata espressa anche dall'Iran, con un apparente riferimento al rischio che la situazione degeneri in una guerra civile. Nel condannare le uccisioni dei manifestanti, dunque, Teheran "invita tutte le fazioni coinvolte alla moderazione e sottolinea la necessita' di mettere immediatamente fine all'attuale situazione".

Da 30 anni l'Iran non ha relazioni diplomatiche con Il Cairo, interrotte subito dopo la rivoluzione islamica del 1979 in segno di protesta per gli accordi di Camp David tra Egitto e Israele.

E nonostante alcuni segni di disgelo che si erano intravisti dopo la caduta di Hosni Mubarak, i rapporti non sono ripresi nemmeno durante l'anno di presidente di Morsi. Un ulteriore motivo di tensione era stata qualche mese fa la decisione del Cairo di interrompere le relazioni diplomatiche con il regime di Damasco, di cui Teheran e' l'unico sostenitore nella regione.

(ANSAmed).

ANSAmed

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