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Rifondazione Comunista propone aumenti Irap per le imprese che delocalizzano

(24 Novembre 2004)

I consiglieri regionali di Rifondazione Comunista Maurizio Tosi e Pietrangelo Pettenò hanno presentato un emendamento alle legge regionale sui tributi, in discussione da oggi in Consiglio regionale, che prevede un aumento dell'aliquota Irap per le aziende che hanno delocalizzato all'estero parte delle proprie attività.
La maggior imposizione regionale, secondo i proponenti, rappresenterebbe un "congruo risarcimento" da parte di aziende che, con le loro scelte, "impoveriscono l'economia e la società del Veneto".
"Con questo emendamento -dichiarano i due consiglieri regionali- intendiamo rimettere in discussione l'idea, inconsistente, che comunque la delocalizzazione possa essere governata positivamente, producendo benefici anche in Veneto".
"Non è accettabile che le aziende -dichiarano in una nota i due esponenti regionali di Rifondazione- dopo aver goduto di enormi quantità di denaro pubblico, sotto forma di contributi allo sviluppo, alla formazione, persino con consistenti sgravi fiscali negli oneri di urbanizzazione (ovvero le centinaia di migliaia di capannoni insediati ovunque a costo zero), oggi possano indisturbate procedere allo smantellamento delle proprie attività nel territorio veneto per trasferirsi all'estero".

"Per la prima volta, infatti, dopo decenni -fanno notare Tosi e Pettenò- nella fascia pedemontana dell'Alto Veronese, dell'Alto Vicentino, del Trevigiano calano vistosamente i livelli occupazionali, con oltre 20 mila posti persi negli ultimi tre anni, a causa della delocalizzazione di grandi gruppi industriali come Zoppas, che attualmente impiega meno di 200 lavoratori negli stabilimenti veneti e almeno 2800 negli stabilimenti di Timsoara, in Romania"."Non è possibile -dichiarano i due consiglieri regionali- che organismi pubblici, dirette emanazioni della Regione Veneto, come Veneto Lavoro e Veneto Sviluppo, invece che operare per la trasformazione del modello produttivo, per tenere nel Veneto lavoratori sempre meno precari e produzioni sempre più competitive sul piano qualitativo, finiscano addirittura per contribuire al finanziamento della delocalizzazione (pensiamo a quanto suoni offensivo per le migliaia di famiglie venete private del reddito, sapere che la Regione finanzia l'aeroporto di Timsoara)."Le aziende che delocalizzano la propria attività all'estero e che, quasi sempre, riducono la propria attività tagliando i lavoratori -sostengono Tosi e Pettenò- devono restituire anche sul piano formale parte delle risorse della collettività che hanno sperperato e contribuire per prime a sostenere i costi economici e sociali che le loro scelte producono nell'intera collettività".


(Arv) Venezia 23 nov. 2004

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