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(2 Settembre 2013)
1 settembre 2013
Redazione di Operai Contro,
spesso si parla di lotta all’imperialismo USA.
E’ il popolo americano che dimostra come si fa la lotta all’imperialismo USA.
“Barack Obama, giu’ le mani dala Siria”: le urla dei manifestanti hanno fatto da sfondo nel giardino delle Rose della Casa Bianca mentre il presidente degli Stati Uniti aggiornava dal podio il Paese sulla crisi provocata dai gas di Damasco. I manifestanti si erano radunati fuori dai canecelli di 1600 Pennsylvania Avenue per proclamare con slogan e cartelli l’opposizione all’azione militare con cui l’amministrazione americana intenderebbe punire Damasco.
La protesta di Washington e’ stata la piu’ clamorosa tra le tante organizzate negli Stati Uniti e altrove. A Londra oltre mille persone che portavano bandiere siriane hanno marciato su Downing Street e si sono radunate a Trafalgar Square.
Una manifestazione pacifista si e’ svolta anche a Francoforte con 700 persone, secondo le stime della polizia: “Solo una Siria sovrana, indipendente e libera da ingerenze straniere” fara’ si’ che i siriani potranno finalmente dar corpo al futuro del Paese, hanno dichiarato gli organizzatori. Altri raduni sono in programma in citta’ americane tra cui Houston con due proteste contrapposte, una a favore e una contro i raid.
Contro lo strike minacciato dagli Stati Uniti si sono espressi anche cittadini a Boston dopo che a New york ieri sera alcune centinaia di pacifisti avevano gridato contro la guerra nella “piazza del mondo”, a Times Square, dove si trova un centro di reclutamento della Us Army. Per i manifestanti di Londra il voto del parlamento britannico e’ stato una vittoria contro la partecipazione del Regno Unito all’attacco a guida Usa. “Oggi e’ una vittoria delll’opinione pubblica britannica che non vuole la guerra”, ha detto l’ex parlamentare laburista Tony Benn: “Le armi chimiche sono una cosa terribile ma quando pensi alle migliaia di persone che sono state uccise da truppe americane e britanniche in Afghanistan e in Iraq capisci che non e’ una nuova guerra che risolvera’ il problema”.
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