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Il pupazzo di Monti

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(5 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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“PATTO DI GENOVA”: SINDACATI E CONFINDUSTRIA UNITI, MENTRE MANCA L’OPPOSIZIONE INTESA COME CONCETTO E PRATICA POLITICA.

(3 Settembre 2013)

2-9-2013

La notizia di oggi è quella della firma di un documento comune tra Confindustria, CGIL, CISL, UIL per chiedere al Governo “un cambio di passo, per affrontare la situazione economica rilanciando lo sviluppo”. La firma è avvenuta in un albergo di Genova, in precedenza allo svolgimento di un dibattito alla Festa Democratica.
Una firma è bene ricordarlo ancora una volta realizzata senza che, da una parte e dall’altra, si siano riuniti organismi dirigenti, sviluppato un dibattito, confrontate posizioni.
Così si cercano di tenere assieme sfruttati e sfruttatori in una logica perversa di neutralizzazione del conflitto che si verifica mentre crescono le condizioni di disagio sociale, la disoccupazione e arretrano le condizioni materiali di vita per milioni e milioni di persone soltanto in Italia (miliardi se consideriamo la situazione internazionale).
La firma di questo documento rappresenta un altro segnale di un inquietante tentativo di “normalizzazione” della vita politica e del confronto sociale nel nostro Paese che non appare affrontato con la forza e l’urgenza necessaria da parte delle forze che, a livello sociale, sindacale, politico dovrebbero contrastare questo drammatico stato di cose.
Ci permettiamo di lanciare ancora una volta un grido d’allarme: risalta l’assenza prima di tutto e in una dimensione esiziale, a livello politico e istituzionale, una seria e concreta opposizione di sinistra (non è possibile considerare sotto quest’aspetto, per ragioni diverse SeL e il M5S): una sinistra d’opposizione capace, prima di tutto, di rappresentare i settori colpiti drammaticamente dalla situazione economica, di demistificare gli inganni che su questo terreno vengono elaborati da quelli che sono già stati definiti “illusionisti”, di tenere la testa alta al riguardo dei tentativi di snaturamento della natura parlamentare della Repubblica, senza farsi coinvolgere in questo caso da meccanismo di assorbimento da parte del sistema ma proclamando la propria autonomia di pensiero, la propria alterità, la propria capacità di portare avanti una “opposizione per l’alternativa”.
Quando potrà essere possibile mettere davvero in campo una discussione approfondita su questo tema, assolutamente decisivo, svellendo antiche incrostazioni e proponendosi, prima di tutto, di vedere il futuro?

Patrizia Turchi Franco Astengo

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