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War!

War!

(27 Agosto 2013) Enzo Apicella
Obama ha deciso di attaccare la Siria, in ogni caso.

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(Imperialismo e guerra)

Mobilitiamoci contro la guerra ai lavoratori e agli oppressi della Siria!

(5 Settembre 2013)

Dunque, salvo clamorosi passi indietro dell'ultimo minuto, sta per scattare una nuova azione di guerra contro un popolo arabo. Questa volta tocca alla Siria, ai siriani. Protagonisti, ancora una volta, gli Stati Uniti, che vorrebbero farci credere che debbono punire Assad per aver usato armi chimiche contro il proprio popolo. Incredibile! Si tratta della stessa super-potenza che con il suo esercito, la sua aviazione, i suoi alleati ha brutalizzato e sterminato con armi atomiche e chimiche moltitudini di genti di colore, da Hiroshima e Nagasaki al Vietnam, dall'Iraq al Kosovo, dalla Somalia all'Afghanistan..., e quindi è impossibile crederlo.

Le reali ragioni degli imminenti bombardamenti non sono affatto "umanitarie". Come nelle precedenti guerre, le bombe dell'Occidente servono esclusivamente ad affermare il "diritto" degli stati occidentali a disporre, da padroni del mondo, delle ricchezze (petrolio, gas, etc.) e della forza di lavoro dei paesi arabi - per questo noi li chiamiamo, e sono, imperialisti. La verità dei fatti è l'opposto della propaganda ufficiale. Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia vogliono una conferenza internazionale in cui decidere le sorti della Siria, insieme alla Russia e ad altri stati. E con queste azioni di guerra (come è accaduto con la Libia) vogliono accaparrarsi la parte del bottino più grossa.
Gli imminenti bombardamenti sulla Siria vogliono sì indebolire Assad - non farlo cadere, però! -, ma sono diretti anzitutto contro le masse di lavoratori e di giovani siriani, quegli stessi lavoratori e quegli stessi giovani che si sono sollevati "per la libertà, l'eguaglianza e la giustizia sociale" e che da più di due anni il regime di Assad massacra e disperde fuori dal paese con la complicità degli stati occidentali. Lanciano a questi lavoratori e a questi giovani lo stesso messaggio che i governanti occidentali hanno ripetuto in questi anni, a parole e con i fatti, alle masse popolari e proletarie che si sono sollevate contro i propri regimi reazionari in Egitto, in Tunisia, in Bahrein, in Giordania, etc.: "Andate a casa! Accettate ora e sempre di vivere nella povertà e senza diritti! Questa è la sorte che il mercato mondiale vi ha assegnato!". Del resto, la sollevazione siriana, nonostante la fase di terribili difficoltà e divisioni che attraversa, è stata ed è parte integrante della grande Intifada araba iniziata nel 2011.

E l'Italia? L'Italia del trio Letta-Berlusconi-Napolitano ha assunto finora una posizione un po' defilata: parteciperà alle azioni di guerra solo con la benedizione dell'Onu. Questo non deve trarre in inganno! In Egitto e in Tunisia lo stato e le imprese italiane stanno partecipando attivamente in prima persona allo schiacciamento e alla dispersione delle sollevazioni, senza parlare del ruolo giocato in Iraq e in Afghanistan. Il timore del suddetto trio è che, com'è accaduto con l'aggressione NATO alla Libia, gl'interessi italiani in Siria, dove l'Italia è presente con molte imprese, vengano penalizzati, non potendo l'Italia - sull'orlo della bancarotta com'è - impegnarsi ora in altre azioni belliche. Non c'è dunque una sola briciola di "pacifismo" in Letta/Bonino&C., ma solo il perseguire in altro modo gli stessi scopi di sfruttamento e di rapina yankee, britannici e francesi. Del resto è il governo che ha confermato il costosissimo acquisto di una valanga di caccia F-35 mentre continua a tagliare brutalmente la spesa sociale...

Non restiamo sordi e indifferenti davanti a questa ennesima guerra! Lo siamo stati già troppe volte, credendo che queste guerre non riguardassero anche noi, lavoratori e giovani dell'Europa e dell'Italia. Abbiamo permesso che fosse distrutta la Jugoslavia, ad esempio, e le terribili conseguenze di questa distruzione sono ricadute, attraverso le delocalizzazioni e l'emigrazione, anche su di noi. Opponiamoci a questa nuova guerra! Diamo il nostro sostegno incondizionato ai lavoratori, alle donne, ai giovani, agli sfruttati siriani e arabi, che si sono sollevati per chiedere "pane, giustizia sociale, libertà". La loro lotta sia, anzi, per noi un esempio e uno sprone, perché è rivolta non solo contro i governanti arabi, ma anche contro i poteri imperialisti responsabili del loro e del nostro schiacciamento.

Denunciamo il nuovo colonialismo di Washington, di Parigi, di Roma! Denunciamo anzitutto il “nostro” governo, il “nostro” stato, il “nostro” capitalismo, pienamente partecipe alla repressione e alla dispersione delle sollevazioni arabe! Mobilitiamoci contro tutte le forme di aggressione ai proletari e ai popoli arabi e medio-orientali, e alla loro indomita Intifada! Opponiamoci a tutti i piani di balcanizzazione del Nord Africa, del Medio Oriente, della Siria per favorire lo sviluppo della più larga e profonda unità tra gli sfruttati arabi, contro i loro regimi reazionari!

Abbasso i gangster della Nato, capitanati da Obama! No all'aggressione militare alla Siria!
Abbasso il regime di Assad, nemico del suo stesso popolo!
Solidarietà incondizionata ai proletari e agli oppressi siriani e arabi in rivolta permanente contro le proprie borghesie e l'imperialismo!

Marghera, 1 settembre 2013

Comitato permanente contro le guerre e il razzismo – Marghera

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