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Tunisia, il partito Ennahda al governo assediato dalle opposizioni

(9 Settembre 2013)

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Piu' unite di prima, piu' convinte di prima che non ci possa essere alcuna forma di dialogo con un governo cui resta soltanto una opzione, dimettersi per salvare la Tunisia dal baratro. Le opposizioni tunisine sono uscite rafforzate dalla cerimonia con cui, l'altra sera, in piazza del Bardo, davanti al palazzo dell'Assemblea costituente a Tunisi, e' stato ricordato Mohamed Brahmi a quaranta giorni dal suo omicidio. Una manifestazione organizzata in ogni suo particolare e con cui le opposizioni hanno voluto rispondere alla campagna portata avanti con le corazzate mediatiche filoislamiche, dalla maggioranza che esprime il governo (Ennahda, Congresso per la Repubblica ed Ettakatol) e che mira a dare degli avversari una immagine sbiadita, conflittuale al limite dell'implosione.

"Concessioni insuffienti di Ennahda"
Cosa che, a guardare la manifestazione di ieri sera, non e' sembrata affatto. Anzi le opposizioni hanno ribadito, con gli interventi dei vari leader (a cominciare da Beji Caid Essebsi, leader di Nidaa Tounes, oggi forse il partito piu' forte in Tunisia) d'essere decise ad andare fino in fondo e di non accettare le minimaliste e sostanzialmente ininfluenti concessioni fatte dall'islamico Ennahda e dai suoi partiti-vassalli. Gia' l'esordio della manifestazione e' stato caricato d'enormi significati patriottici, con l'inno nazionale cantato a squarciagola da una folla stimata in circa centomila persone, in un tripudio di bandiere tunisine. A significare ulteriormente la distanza con il governo, ma soprattutto con Ennahda, c'e' stata la presenza, in prima fila, delle vedove e dei figli di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, che alzavano i ritratti dei loro congiunti trucidati per mano di salafiti, secondo quanto dicono le indagini. Ed il risuonare ritmato di slogan contro Ennahda e il suo leader (''Gannouchi assassino'') ha punteggiato lunghe fasi della serata.

"Un sit in in tutto il paese e uno sciopero della fame"
Le opposizioni sono arrivate alla manifestazione partendo da posizioni politico-ideologiche distanti, ma accomunate dall'unico traguardo che si sono poste: abbattere il governo ed il sistema di potere dal quale, dicono, si alimenta quotidianamente. D'altra parte, dalla maggioranza non si intravvedono spiragli al dialogo e questo ormai si traduce in un logorante muro contro muro nei confronti di una opposizione anch'essa ancorata alle sue richieste e assolutamente non disponibile a trattare. Le opposizioni hanno annunciato la prossima mossa che sara' l'organizzazione di sit in in tutto il Paese, quasi a rimarcare che quella contro il governo non e' una protesta che riguarda solo i grossi centri. E poi, ha anticipato Hamma Hammami, portavoce e leader del Fronte popolare, alcuni dei deputati che da settimane disertano i lavori della Costituente cominceranno uno sciopero della fame. Insomma, tra maggioranza e opposizioni e' guerra totale, con buona pace di chi ha cercato di fare decollare un dialogo nazionale che eviti alla fragile barchetta della Tunisia di oggi di affondare sotto il peso della crisi economica e politica.

fabrizio salvatori - controlacrisi

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