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(Di lavoro si muore)

PADRONE ASSASSINO

(11 Settembre 2013)

padraass

Redazione di Operai Contro,

Il «re dei wurstel» è agli arresti domiciliari. Attilio Scarlino, 50 anni, di Taurisano, amministratore delegato del «Salumificio Scarlino»,è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito delle indagini sulla morte dell’operaio Mario Orlando, 53 anni, pure lui di Taurisano.

L’assassinio è avvenuto il 30 agosto scorso nello stabilimento di Taurisano.

L’accusa nei confronti dell’imprenditore è duplice. La prima: rimozione dolosa di una cautela destinata a prevenire gli infortuni sul lavoro. La seconda: morte dell’operaio come conseguenza della rimozione stessa.

Mario Orlando era addetto alla pulizia della impastatrice. Durante l’operazione di lavaggio, però, è caduto nella vasca della impastatrice, finendo fra le pale in funzione. La fine è stata atroce.

Le indagini svolte dagli agenti del commissariato di Taurisano e dagli ispettori dello Spesal hanno accertato la manomissione del sistema di sicurezza della macchina. L’impastatrice è costituita da una scala di accesso ad una piattaforma posta fra due vasche all’interno delle quali si trovano due cilindri rotanti dotati di pale di macinazione. Nella parte della piattaforma più prossima alle vasche doveva esserci un cancello di chiusura. Gli investigatori, però, non l’hanno trovato. Secondo l’accusa sarebbe stato rimosso su disposizione di Scarlino al fine di velocizzare le operazioni di pulizia e, quindi, di incrementare la produzione attraverso la riduzione del tempo dedicata al lavaggio. Il cancello non è un optional. Rappresenta una misura di sicurezza per prevenire gli incidenti: se aperto blocca il macchinario. Rimuovendo la misura di sicurezza, le pale sono rimaste in movimento e, quando l’operaio è scivolato, lo hanno stritolato. Per il procuratore Cataldo Motta si è trattato di un «comportamento di una gravità assurda». Il procuratore ha parlato anche di «una serie di condotte condite da omertà e reticenze da parte degli stessi operai molti dei quali, interrogati, hanno fornito versioni contrastanti» sui fatti. «Adesso – ha aggiunto Motta ironicamente – mi aspetto che si sollevino una serie di iniziative e di proteste da parte degli operai per ritornare nel posto di lavoro»; ma «gli operai devono capire che quello che è importante prima del lavoro è la sicurezza sul posto del lavoro. Al nord c’è una coscienza antinfortunistica diversa dal Sud dove questa cultura non c’è e, quando si accetta il lavoro, lo si fa a qualsiasi rischio e per qualsiasi retribuzione. Forse i lavoratori devono acquisire coscienza di questo».

Come è buona la magistratura con i padroni.

Tra poco l’assassino sarà libero

Un operaio di Taurisano

www.operaicontro.it

Fonte

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