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In viaggio con la Mehari. In ricordo di Siani e dei giornalisti uccisi dalle mafie

(23 Settembre 2013)

giancasian

Un vecchia Citroen Mehari verde riprenderà il suo cammino per la città di Napoli, come simbolo della libertà di stampa e della lotta alla camorra. Una vecchia Citroen che fu’ la macchina di Giancarlo Siani, giornalista ucciso a soli 25 anni, il 23 settembre del 1985.

Siani, collaborando prima con l’Osservatorio sulla camorra e poi con Il Mattino, pubblicò numerosi articoli sulla camorra, indagando i rapporti fra i boss locali e la politica. Le sue inchieste e le sue denunce lo resero un giornalista scomodo per i clan, che ne ordinarono l’uccisione in un agguato in cui Giancarlo morì a bordo delle sua auto.

Dopo 28 anni quella Mehari verde riparte per ricordare simbolicamente tutti i giornalisti uccisi in Italia e all’estero. Un progetto, “In viaggio con la Mehari”, promosso dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli, in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione, Libera e Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità.

Oggi l’auto, guidata da autorevoli rappresentanti del mondo della cultura, della magistratura e dell'antimafia sociale, come Saviano e Don Ciotti, percorrerà le strade di Napoli fino alla redazione de Il Mattino. Dal 27 settembre al 15 ottobre la Mehari sarà al Palazzo delle Arti di Napoli per una serie di incontri sui temi della libertà di stampa e delle vittime innocenti della criminalità.

«Giancarlo amava la ricerca della verità, era un archeologo della verità, scavava sempre in profondità, non si fermava mai in superficie e cercava di fare emergere le contraddizioni. Quello che per lui era importante non era solo la denuncia ma anche cercare di leggere quali erano le cause, i meccanismi di molte forme di marginalità e di cosa alimentava la criminalità camorrista». Così Don Luigi Ciotti ricorda Siani.


23-09-2013

Valentina Valentini - DirittiDistorti

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