">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

No, Italia

No, Italia

(13 Ottobre 2012) Enzo Apicella
L'aviazione israeliana compra trenta caccia M-346 italiani prodotti da Alenia Aermacchi (gruppo Finmenccanica)

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

Bahrein, condannati per "terrorismo" 50 attivisti

(30 Settembre 2013)

Sentenze dure e processi farsa. Il regno dei Khalifa manda in carcere anche due minorenni, mentre riduce la pena a due poliziotti che hanno picchiato a morte un detenuto

bahrein

di Sonia Grieco

Roma, 30 settembre 2013, Nena News - Ci sono anche due minorenni, di 17 e 16 anni, tra i cinquanta attivisti sciiti condannati in Bahrein a un totale di 430 anni di reclusione per reati di terrorismo, nell'ambito del processo 'Coalizione del 14 febbraio', dal nome della rete politica che coordina da mesi gli attivisti e le proteste, sull'onda delle rivolte araba del 2011, che in questo piccolo regno della penisola arabica non sono mai finite, nonostante la distrazione della stampa internazionale.

Una sentenza iniqua e priva di fondamenta legali, contraria al diritto internazionale, hanno denunciato già all'inizio del processo, lo scorso giugno, le organizzazioni per i diritti umani. E al danno si è aggiunta la beffa di un altro verdetto molto contestato: da riduzione da dieci a due anni reclusione della pena comminata a due poliziotti che hanno picchiato a morte un detenuto. Ma il tribunale, presieduto dal giudice Ali Al-Dhahrani, figlio del presidente del Parlamento, è andato dritto per la sua strada e, basandosi sulle "confessioni" degli imputati, ha emesso una serie di condanne durissime, molte delle quali in contumacia. Imputati e legali hanno boicottato il processo, accusando il collegio giudicante di non essere indipendente.

I due minorenni, Jihad Sadeq, 17, e Mohammed Al-Meqdad,16, dovranno scontare dieci anni in un carcere per adulti. Sono stati fermati il 23 luglio del 2012 e trattenuti per 48 ore senza potere contattare le famiglie né un legale. Entrambi hanno dichiarato di essere stati torturati e costretti a confessare di avere bruciato un'auto della polizia, di stare pianificando un omicidio e di altri reati che rientrano nella legge anti-terrorismo del regno a maggioranza sciita, guidato da 200 anni dalla dinastia sunnita al Khalifa.

Tra gli altri condannati ci sono legali e attivisti per i diritti civili: l'avvocato Naji Fateel e l'attivista Hisham Al-Sabbag, cui è stata inflitta una pena a 15 anni di carcere. "Dal momento in cui gli imputati sono stati sequestrati, torturati e condannati, nulla è andato secondo le regole del diritto internazionale", ha detto il presidente del Centro per i Diritti umani del Bahrein (BCHR), Maryam Al-Khawaja, "Se cinquanta persone erano davvero colpevoli dei crimini di cui le hanno accusate, come mai le uniche prove presentate sono state le confessioni estorte sotto tortura? È un processo vergognoso, un verdetto politico, dovrebbero rilasciarli tutti immediatamente".

Sebbene la rivolta popolare, che due anni fa aveva portato in piazza della Perla migliaia di persone, sia stata schiacciata dal governo di Manama con il sostegno delle truppe inviate dal Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), le proteste proseguono. E pure la repressione silenziosa che ha portato in carcere, con pene pesantissime, persino i medici che avevano soccorso i manifestanti sgomberati con la forza dalla piazza. Agli inviati dell'Onu per i reati di tortura non è concesso di visitare il Bahrein, fatto passato sotto silenzio. Nei villaggi sciiti le frequenti proteste sono represse dalla polizia. All'inizio del mese è stato arrestato l'ex deputato Khalil Marzooq, figura di spicco del Wefaq, il partito sciita di opposizione, con l'accusa di essere legato al gruppo 14 Febbraio.

Ma il mondo sa poco delle mobilitazioni popolari e delle rivendicazioni dei cittadini, soprattutto degli sciiti, di questo piccolo regno che è il bastione dell'Occidente contro le mire espansionistiche dell'Iran e sul cui territorio c'è la base di comando della V flotta statunitense nel Golfo Persico. Anche qui le proteste stanno assumendo un carattere settario: gli sciiti si sentono discriminati e accusano la casa reale di voler rovesciare la composizione demografica del Paese, favorendo il rilascio della cittadinanza agli immigrati sunniti. L'insofferenza cresce, alimentata dallo scontro tra i due islam che sta prendendo piede in Medio Oriente e dal contenuto religioso sempre più marcato del conflitto siriano, la cui eco si è diffusa in tutta la regione.

Nena News

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Paese arabo»

Ultime notizie dell'autore «Nena News»

7715