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Società dei prigionieri: l’Anp deve compiere più sforzi per sostenere i detenuti

(2 Ottobre 2013)

Ramallah-Quds Press. “L’importante traguardo raggiunto dall’Autorità palestinese (Anp) all’Onu, deve essere impiegato a favore della causa dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane”. Lo ha affermato un attivista palestinese impegnato nella difesa dei diritti dei detenuti.

In un comunicato stampa diramato lunedì 30 settembre, Qaddoura Fares, presidente della Società dei prigionieri palestinesi, ha ribadito la necessità di “considerare il riconoscimento attribuito all’Anp, come membro osservatore all’Onu, come un importante punto di partenza, in quanto ci ha fornito un’arma efficace da utilizzare proprio ora”.

Nel suo comunicato, diramato in occasione del 20° anniversario della fondazione della Società dei prigionieri, Fares ha sottolineato che “fino a questo momento, il successo all’Onu non è stato impiegato come si deve. Nonostante siamo pienamente consapevoli delle difficoltà che la questione palestinese sta affrontando, e della situazione regionale intorno a noi, riteniamo inopportuno che tale risultato rimanga inutilizzato”.

Ha quindi ribadito che “il movimento dei prigionieri sta attraversando un momento delicato che richiede da tutti i segmenti della società palestinese, i partiti e le fazioni in particolare, di garantire tutti requisiti atti a preservare le conquiste e le potenzialità del movimento”.

Fares ha quindi esortato a raggiungere l’unità nazionale e sviluppare una chiara strategia nazionale.

Ha proseguito: “Gli stessi detenuti, che affrontano direttamente l’occupazione, devono ricostruire il loro sistema di valori e costanti, in mode da consentire a tutti i prigionieri basarsi su di esso”.

L’attivista ha quindi sottolineato la necessità di “estendere la base di solidarietà popolare con i prigionieri e ampliare gli strumenti di pressione, soprattutto per quanto riguarda la resistenza pratica e nonviolenta, che contribuirebbe in modo significativo a sostenere i detenuti palestinesi”.

Ha spiegato che i prigionieri sono sottoposti a delle pressioni senza precedenti, a causa delle politiche dell’occupazione israeliana, messe in atto nei loro confronti. Ha quindi esortato a “rafforzare i legami e la cooperazione con i fratelli nei Paesi arabi e islamici e con gli amici in tutto il mondo, al fine di ottenere il sostegno arabo-islamico alle nostre cause, soprattutto quella dei detenuti”.

Fares ha infine rivelato che le recenti mobilitazioni, sia a livello locale che mondiale, a favore della causa dei detenuti “hanno contribuito a formare un’opinione pubblica mondiale solidale con i prigionieri palestinesi”.

InfoPal

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