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Gaza, torna la pena di morte

(3 Ottobre 2013)

Ieri il governo di Hamas ha impiccato Abu Aliyan, accusato di omicidio. Si tratta della 17° esecuzione capitale nella Striscia dal 2007. Vani gli appelli internazionali.

gazatorna

La foto del patibolo, rilasciata ieri dal Ministero degli Interni di Gaza

dalla redazione

Gerusalemme, 3 ottobre 2013, Nena News - Alle 4.30 di ieri pomeriggio il prigioniero Hani Mohammed Abu Aliyan è stato impiccato dal governo di Hamas. Torna la pena di morte nella Striscia di Gaza: dal luglio 2012 nessun detenuto era stato condannato per il reato di omicidio ad una simile punizione nell'enclave palestinese controllata dal movimento islamista. Le ultime esecuzioni capitali risalgono però allo scorso 22 giugno, quando a morire furono due gazawi accusati di collaborazionismo con Israele.

Il 28enne Abu Aliyan era accusato dell'omicidio di Hazem Hassan Barham, commesso nel 2009 per ragioni economiche, secondo quanto riportato dal Ministero dell'Interno gazawi: "Alle 16.30 del 2 ottobre, Hani Mohammed Abu Aliyan, di Khan Younis, è stato condannato a morte per l'omicidio di Hazem Hassan Barham". In una seconda dichiarazione ufficiale del Ministero, si accusava Abu Aliyan anche dell'omicidio di un bambino di sei anni, risalente al 2000. Un'accusa su cui è intervenuta Amnesty International: il prigioniero confessò lo stupro e l'omicidio del bambino dopo le torture subite dai secondini.

Nelle foto pubblicate ieri dallo stesso governo di Hamas, si vedono uomini incappucciati accanto ad un patibolo dove di lì a poco il giovane sarebbe stato impiccato, alla presenza della famiglia della sua vittima. Alcuni parenti di Barham, presenti ieri, hanno raccontato alla stampa di aver saputo della pena il giorno precedente: "Difficile guardare qualcuno che perde la vita - ha commentato un familiare - Poi mi sono detto che è la giustizia divina: Dio ha vendicato la vittima". Si è trattato della 17esima esecuzione dal 2007, anno in cui Hamas ha assunto il potere nella Striscia di Gaza.

Prima dell'esecuzione, molte associazioni per i diritti umani, Amnesty in testa, avevano fatto appello al governo di Hamas per impedire l'uccisione dell'imputato. Da tempo sono forti le pressioni delle organizzazioni locali e internazionali contro l'utilizzo della pena di morte da parte di Hamas, che applica la legge palestinese: pena capitale per chi si macchia dei reati di omicidio, spaccio di droga e collaborazionismo con le forze israeliane.

A preoccupare non è solo il ricorso a tali pene, ma anche i metodi utilizzati dalle forze di sicurezza di Hamas: i detenuti sono molto spesso sottoposti a pestaggi e torture, volte ad ottenere piene confessioni, che siano vere o meno.

Nena News

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